La terra degli uomini rossi - Birdwatchers |
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Un film di Marco Bechis.
Con Abrisio da Silva Pedro, Alicelia Batista Cabreira, Ademilson Concianza Verga, Ambrosio Vilhava.
continua»
Drammatico,
durata 108 min.
- Italia, Brasile 2008.
- 01 Distribution
uscita martedì 2 settembre 2008.
MYMONETRO
La terra degli uomini rossi - Birdwatchers
valutazione media:
3,12
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Film denuncia dell’attuale politica distruttivadi Giusy PolizziFeedback: 0 |
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sabato 6 settembre 2008 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel 2003 Marco Bechis autore del film, compie un viaggio in Brasile con un gruppo di birdwatchers (osservatore di uccelli) e venuto a conoscenza del fenomeno dei suicidi tra i giovani kaiowà del Mato grosso do Sul dedice - attraverso la pellicola – di portare a conoscenza le lotte di queste tribù per la riappropriazione delle loro terre, oggi adibite a coltivazione di soia transgenica. Storia molto vecchia ma sempre molto attuale , laddove il potere del bianco- nonché del più forte per via della violenza che utilizza sugli altri - ha il sopravvento su popolazioni non solo meno abbienti ma ,soprattutto , assenti nel pensiero di alcuna forma di violenza se non quella della difesa che viene messa in atto attraverso l’aiuto degli spiriti. Una tribù confinata nelle riserve e dedita ormai solo ad alcool e droghe, decide , quindi, di riappropriarsi della terra strappatagli moltissimi decenni prima e senza tuttavia riuscirci , cerca di riscattare, pena la morte, il suo diritto più antico. Film denuncia dell’attuale politica distruttiva che da secoli si protrae e che non tiene più conto né dell’esistenza di altri popoli né delle loro tradizioni e cultura, né del valore dell’ambiente. “ Non abbiamo più le foreste” è la frase che ricorre spesso e sulla quale tutti siamo chiamati non solo a riflettere ma soprattutto ad agire per la salvaguardia del pianeta, ormai in ginocchio , a favore degli interessi economici di chi del potere sull’altro ne ha costruito la propria forza. Film centrato soprattutto sulle tribù , sulle loro credenze e appartenenze , sulle loro difficoltà a sopravvivere, sulla difficoltà d’integrazione che spinge a frequenti suicidi, dove però l’uomo bianco rimane sullo sfondo per esibirsi solo nella sua efferata violenza. Comprensibile il diritto alla proprietà del bianco nato e cresciuto in quelle terre , ma come sempre, i sospesi della storia ritornano, anche a distanza di secoli chiedendo il conto. Comune e diffusa eziologia delle guerre tra i popoli dove il tempo non lenisce le ferite dell’anima e dove quest’ultima appare immortale nel reclamare il rapporto con le proprie origini. L’anima non conosce il tempo e il tempo si annulla. La terra ingoiata mostra, ancora una volta, come la nostra essenza che chiamiamo corpo, sia fatta di spirito , e lo spirito non teme la morte, se questa diviene giusto tributo alla difesa di sé. Una nota di speranza viene data dall’incipiente relazione tra la figlia del fazendeiros e l’apprendista sciamano della tribù, ma è una nota stroncata sul nascere che lascia l’amaro in bocca indicandoci che il tempo della pace , dell’amore e del rispetto dell’altro, è ancora molto molto lontano.
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