Un'altra giovinezza |
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Un film di Francis Ford Coppola.
Con Tim Roth, Alexandra Maria Lara, Bruno Ganz, Marcel Iures, André Hennicke.
continua»
Titolo originale Youth Without Youth.
Drammatico,
durata 121 min.
- Romania, USA 2007.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 26 ottobre 2007.
MYMONETRO
Un'altra giovinezza
valutazione media:
3,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Spiazzante coppoladi mark10Feedback: 0 |
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venerdì 9 novembre 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Voto 7- Non essere, essere. Il percorso narrativo dell'ultimo film di Coppola si dispiega lungo l'asse oppositivo cardine della metafisica occidentale (e non solo). Per guardarlo, indagarlo, comprenderlo, bisogna necessariamente fare riferimento a questo dualismo. E anche per valutarlo. Avanti, dunque: "Un'altra giovinezza", tratto da un libro (non proprio un best-seller) dello storico delle religioni Mircea Eliade, non è un capolavoro, e nemmeno un ottimo film; non è un prodotto per il grande pubblico, e nemmeno (come pretenderebbe il suo regista) un'evoluzione del linguaggio cinematografico; non è un mero esercizio di stile, e nemmeno un esempio di discorso filmico totalmente sottomesso alla storia. "Un'altra giovinezza" è una riflessione acuta sul concetto di tempo, è il tentativo azzardato di far passare elementi delle filosofie orientali (buddhismo, induismo) attraverso il filtro del razionalismo aristotelico tipico dell'occidente, è il desiderio (l'ennesimo nella filmografia del maestro)di far coesistere l'impegno e l'introspezione con lo spettacolo hollywoodiano. In definitiva, è un buon film, in cui però c'è un po' troppa carne al fuoco. E se l'abbondanza viene accettata e metabolizzata sul piano di una non brillantissima sceneggiatura (siamo abituati a vedere film che intrecciano con disinvoltura, come qui, thriller-horror-spy story-sentimenti) e su quello di una sempre accecante inventiva registica(ci sono pagine oniriche di grande impatto, oltre ad immagini assolutamente poetiche), i conti non tornano più sul piano dei contenuti e dei riferimenti intertestuali: mettere insieme Upanishad, teorie sulla metempsicosi, Nietsche, Dorian Gray, elementi di filosofia del linguaggio, di storia delle religioni, di semiologia, oltre a echi di propri film del passato (specie del "Dracula di Bram Stoker") può risultare troppo cervellotico e di non difficile gestione nemmeno per uno come Coppola. La sensazione è che, se il film avesse sempre mantenuto la falsa riga della prima ora (la migliore), il risultato sarebbe stato migliore. Così, uno spettatore, specie se occidentale e poco competente in materia filosofico-letteraria, ne può uscire spiazzato. Rimane comunque da ammirare la verve di un autore quasi settantenne non ancora stanco di tentare sperimentazioni filmiche, che si materializzano in incursioni nel mondo elettronico e digitale e in riflessioni sulla natura dello spettacolo e sul linguaggio cinematografico, anche se il parallelismo uomo nuovo del futuro(Dominick Matei) e nuovo cinema è un po' traballante. Belle le musiche, apprezzabili gli attori (con un tim roth straordinario), una menzione speciale va al giovane direttore della fotografia Mihai Malaimare Jr. , che disegna con sapienza atmosfere davvero suggestive. Forse, per Coppola c'è un nuovo Storaro...
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