Inland Empire - L'impero della mente

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Un film di David Lynch. Con Laura Dern, Jeremy Irons, Justin Theroux, Harry Dean Stanton, Julia Ormond.
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Titolo originale Inland Empire. Drammatico, durata 172 min. - USA, Polonia, Francia 2006. - Bim Distribuzione uscita venerdì 9 febbraio 2007. MYMONETRO Inland Empire - L'impero della mente * * * 1/2 - valutazione media: 3,74 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

dei conigli e delle pene Valutazione 4 stelle su cinque

di luca


Feedback:
martedì 13 febbraio 2007

Rinuncio a spiegare il film per due motivi: 1 spiegarlo non serve 2.sarebbe un'impresa titanica. Voglio però provare a spiegare una sola scena, poiché sono intimamente masochista e per apprezzare il film ho bisogno delle mie catarsi. Tema: conigli e pianti davanti alla tv. premessa: sono sicuro che il mio é solo uno dei percorsi possibili e che quindi é sicuramente riduttivo per il film. Svolgimento: il pianto, come diceva de Martino, é uno dei momenti in cui siamo un corpo, e non abbiamo un corpo, ovvero uno dei momenti in cui lasciamo andare il nostro corpo all'incoscienza, non é un atto volontario. Esso é tematicamente contrapposto al riso, da una tradizione millenaria e mitologica, così come anche dal penultimo film di David Lynch Mulholland dr.: infatti Rebeca canta Jorando (trad. piangendo) con una lacrima disegnata sul volto e sviene assieme a Naomi Watts che ha una specie di attacco epilettico. se implicitamente alla donna bruna é legato il pianto (Rebeca é bruna, la Harring che porta la Watts al club é bruna), viceversa alla Watts é legato il tema del riso, con i vecchietti che la aggrediscono ridendo in modo inquietante. Ora, pianto e riso fanno capo a sfere di significato diverse, il riso é legato alla dialettica e alla definizione del rapporto del singolo con la società: lo dice Bergson che il riso é un atto sociale, si ride di un qualcosa di diverso dal normale, della rottura di uno schema: si ride di ciò che fuoriesce dallo schema, e se ne sottolinea la diversità (es. uno che cammina tranquillo è uno schema, se sbatte la testa, si rompe lo schema e si ride). Il pianto viceversa é un atto di conforto, esprime ciò che é nascosto, o la volontà di occultarsi e non ciò che é esposto (come il riso): si piange per compensare una perdita, non per sottolinearla, o rifiutare un evento che tende a disgregare. Addirittura in un passo dell'odissea non si capisce bene se Ulisse pianga o si nasconda. anche in I. E. il riso e il pianto sono legati. c'é una specie di Sit. Com. con delle risate a caso, e c'é una donna (ancora bruna) che la guarda e piange. ma c'é di più: gli attori dello show hanno teste di conigli. Ora, siamo di fronte a uno spaesamento surrealista: una cosa che dovrebbe far ridere é privata non del riso ma del suo effetto comico, e addirittura chi la guarda piange. l'animale rimanda alla nudità e quindi all'esposizione, ma anche al culto morboso, come mito ancestrale, del feticcio e del totem. quindi il coniglio da un lato sottolinea l'esposizione teoretica di chi fa ridere, dall'altra l'attaccamento morboso di chi lo osserva. Esso é il luogo dove pianto e riso si conciliano attraverso una tabuizzazione, un mascheramento. Ovviamente questi campi semiotici possono essere associati ai temi più diversi, e perciò questo mio discorso non può definirsi un'interpretazione piena e totale: esse si associano allo schermo come velo, al conscio e all'inconscio, e tante altre sfere che trovano in questa rappresentazione una congruenza. Un primo punto può essere lo sguardo ai telefilm tipo Friends e al loro ruolo, come manipolazione e gestione del desiderio, nel senso che essi hanno funzione di feticcio e di mezzo di regressione per chi li guarda, che piange, a simbolizzare un eccesso di desiderio, perché il pianto, come detto, é un rifiuto di accettare un limite: così come i bambini, che piangono quando vogliono qualcosa; Il riso al contrario è il tentativo di determinare il limite. Questo riferimento, sottolineo, è parziale.

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andrea martedì 13 febbraio 2007
ma che vi dice la testa?
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Ma ti rendi conto delle cavolate che scrivi? Ti pare sensato tirare fuori un discorso teoretico sul riso e sul pianto che pare un testo di Walter Benjamin, per parlare di una scena gettata in mezzo in modo confuso e ripresa da un vecchio lavoro?

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luca martedì 13 febbraio 2007
risp. ad andrea (i)
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in realtà sì, perché no? non penso certo che lynch abbia fatto questo genere di ragionamenti, tuttavia ho cercato di analizzare tutto il portato dei simboli che lui usa e che come noi ha ereditato dalla nostra storia. non capisco l'obiezione.

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luca martedì 13 febbraio 2007
risp. a andrea
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secondo me quando si cerca di spiegare qualcosa bisogna fare ricorso un po' alle proprie risorse, ed anche i simboli tali proprio perché si condivdono nell'inconscio collettivo. perché dici che scrivo cavolate?

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luca martedì 13 febbraio 2007
risp. ad andrea iii
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so bene che rabbits é un suo corto precedente, ma non mi pare un obiezione valida, 1 perché lynch usa questi simboli e li ricombina spesso dappertutto e 2 perché non credo che la scena sia stata costruita a caso, semmai in modo intuitivo... saluti

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stefano (roma) giovedì 15 febbraio 2007
ottima analisi, luca!
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A differenza di Andrea, io ho letto con estremo interesse la tua analisi delle simbologie del riso e del pianto nei film di Lynch (hai ragione, ricorrono anche in altre sue pellicole) e ho trovato il tuo commento decisamente brillante e intelligente.

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luca giovedì 15 febbraio 2007
grazie!
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ti ringrazio! secondo mé é importante che lynch non rimanga intrapopolato nei suoi cliché e che non si abbiano atteggiamenti reazionai nei confronti dei suoi film

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mll domenica 29 aprile 2007
i:e.
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hai perfettamente ragione, forse perchè sono sempre stata e sono tuttora, una tormentata alla ricerca di un equilibrio

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