Apocalypto |
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Un film di Mel Gibson.
Con Rudy Youngblood, Dalia Hernandez, Jonathan Brewer, Morris Birdyellowhead, Carlos Emilio Baez.
continua»
Azione,
durata 139 min.
- USA 2006.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 5 gennaio 2007.
- VM 14 -
MYMONETRO
Apocalypto
valutazione media:
3,45
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Lettura in chiave allegorica...di DingalingaFeedback: 0 |
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venerdì 2 febbraio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Premetto che il film mi è piaciuto. L'ho trovato "divertente", quindi efficace nella sua funzione di intrattenimento. Affscinante dal punto di vista visivo e ben diretto. Il fatto che dal punto di vista storico non sia ineccepibile non mi ha dato fastidio più di tanto. Non era certo rigoroso come un documentario ma le inesattezze, insieme ai veri e propri sfondoni, si fanno perdonare alla luce di una lettura in chiave simbolica, o meglio, allegorica del film. Per fare un esempio: è chiaro che non ha alcun senso il fatto che una tribù di cacciatori, abituati a spostarsi fino a lunghe distanze dal proprio villaggio durante le battute di caccia al tapiro, ignori completamente l'esistenza di una grande città che non può distare più di qualche giorno di marcia dal loro insediamento. Ma tutta la vicenda va letta appunto in chiave allegorica. Quindi bisogna semplicemente chiedersi cosa voglia rappresentare il regista per mezzo dei simboli messi in campo. 1) La tribù di cacciatori: sembra incarnare l'ideale della famiglia, del cittadino operoso che vive del suo lavoro, che ama la sua consorte e accudisce i propri figli (meglio se numerosi). Una vita semplice, rispettosa della natura e radicata nella sana società di cui fa parte. Fuor di metafora: la vita di un americano di provincia che segue i precetti della sua morale cristiana. 2) La città: rappresenta simbolicamente il luogo della corruzione fisica e morale. L'eterna Babilonia di memoria biblica che rende i suoi abitanti deformi, malati, corrotti, malvagi etc.etc. Gli operai, bianchi di calce, che girano gravati dal peso del carico non sono altro che i capifamiglia delle nostre moderne città, superstressati e gravati da innumerevoli e soffocanti occupazioni. Le donne invece, quelle ricche almeno, sono frivole e sprezzanti. 3) I governanti e la classe sacerdotale: rappresentano la classe dirigente (spalleggiata dall'esercito) delle nostre corrotte nazioni, sempre interessate a tenere all'oscuro la popolazione dalla reale situazione sociale e politica, e sempre pronti a manipolare le loro coscienze dandogli in pasto fantasiose teorie spettacolari e miracolose. Sempre pronti a mandare in missione i loro cani da preda in carca di nuove visttime.(Bush, l'11 settembre e guerre nel mondo? Bin Laden, il terrorismo e la guerra santa?). 4) la giungla: in alternativa alla città corruttrice, o alla nuova civiltà appena intravista nelle ultime scene del film, rappresenta il ritorno alle origini, alle sane tradizioni, ai valori e alla morale dei padri. Insomma...ci si può sbizzarrire...ognuno può leggere i simboli a modo suo e con diverse sfumature. Ma quello che alla fine viene a galla è pur sempre la visionde del mondo del regista e il suo giudizio su grandi temi di attualità. (guerra, ecologia, valori della famiglia etc. etc.) Và però dato atto a Mel Gibson che non ha imposto una lettura univoca e dittatoriale. Ha lasciato un buon margine di vaghezza e di arbitrarietà (per esempio dando un giudizio obbiettivo sulla comndotta dei primi cristiani approdati in america, i quali non vengono riconosciuti come civilizzatori)...permettendo ad ogno spettatore di leggere tra le righe una propria "morale della favola".
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