alfonso scarpa
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giovedì 8 giugno 2006
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film incalzante come l'orologio di una bomba..
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Una bomba chiusa in una ascensore..pronta ad esplodere, tre personaggi nella stessa ascensore..il finto uomo delle pulizie(Giampiero Morelli) colui che l'ha portata, l'imbranato impiegato(Giuseppe Soleri)mieloso e accondiscendente e lei la segretaria del direttore(Elisabetta Rocchetti)donna affascinante quanto dannata. Il film, un thriller rocambolesco, racconta nell'arco di 1 ora e mezza, il timer della bommba, le vicessitudini di una banda di malviventi capitanata dal bravo e glorioso Massimo Ghini nella parte di Matteo Mancini, suo fratello Marco Mancini interpretato dal bravo Giampaolo Morelli e Luca Pittana interpretato da un esilarante e inaspettato Enrico Silvestrini, il vice capo della banda, che sarà la causa di tutti gli intrecci del film e infine l'altro malvivente il "ciccione" e simpatico Antonio Luorio.
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Una bomba chiusa in una ascensore..pronta ad esplodere, tre personaggi nella stessa ascensore..il finto uomo delle pulizie(Giampiero Morelli) colui che l'ha portata, l'imbranato impiegato(Giuseppe Soleri)mieloso e accondiscendente e lei la segretaria del direttore(Elisabetta Rocchetti)donna affascinante quanto dannata. Il film, un thriller rocambolesco, racconta nell'arco di 1 ora e mezza, il timer della bommba, le vicessitudini di una banda di malviventi capitanata dal bravo e glorioso Massimo Ghini nella parte di Matteo Mancini, suo fratello Marco Mancini interpretato dal bravo Giampaolo Morelli e Luca Pittana interpretato da un esilarante e inaspettato Enrico Silvestrini, il vice capo della banda, che sarà la causa di tutti gli intrecci del film e infine l'altro malvivente il "ciccione" e simpatico Antonio Luorio.
Un film molto bello da vedere che ti tiene incollato alla poltrona diretto dai bravissimi fratelli Manetti che con una ottima fotografia e una piacevole regia hanno insegnato come ottenere un film di ottima qualità spendendo davvero poco(circa 65 mila euro)..insomma un film da non perdere!
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medz
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martedì 29 maggio 2007
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al piano 17, con originalità
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Un film autoprodotto, a basso costo, con due registi provenienti dal videoclip che mettono quel po' di arte che hanno per raccontare una storia - non lo si può negare- originale. Tarantino durante il 60° Festival di Cannes ha detto: "i film italiani che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutte uguali: non fanno che parlare di ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali", definendo il cinema italiano "deprimente e monotono". Anche Quentin se ne è reso conto...
Ed ecco che allora i Manetti Bros portano un aria, non dico di grande cinema, ma sicuramente di originalità; si potrebbe mostare questo film al regista di Kill Bill, sicuramente apprezzerebbe.
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Un film autoprodotto, a basso costo, con due registi provenienti dal videoclip che mettono quel po' di arte che hanno per raccontare una storia - non lo si può negare- originale. Tarantino durante il 60° Festival di Cannes ha detto: "i film italiani che ho visto negli ultimi tre anni sembrano tutte uguali: non fanno che parlare di ragazzo che cresce, ragazza che cresce, coppia in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali", definendo il cinema italiano "deprimente e monotono". Anche Quentin se ne è reso conto...
Ed ecco che allora i Manetti Bros portano un aria, non dico di grande cinema, ma sicuramente di originalità; si potrebbe mostare questo film al regista di Kill Bill, sicuramente apprezzerebbe. Lo amerebbe forse anche per il ritmo incalzante e, appunto, quasi da videoclip, che regala allo spettatore una piacevolissima visione del film; un film che certo non si basa su forti dialoghi, ma che racconta quello che deve raccontare con un originalità strutturale molto evidente; a disprezzo della ostenta linearità e fasullità dei film italiani di oggi, i Manetti Bros sovvertono le regole del racconto, certo non radicalmente, ma buttando giù un po' di flashback ad incastro che interrompono qua e là la grande tensione che cresce dentro all'ascensore e permettono con abilità di costruire una storia che praticamente si svolge in tempo reale. Un abilità strutturale quindi che si abbina ad una forte abilità registica, visibile fin dai titoli di testa e alla quale si aggiunge un sapientissimo e godibile uso della musica, che rende ancor più piacevole e ipnotico il film. Nessuno grida al capolavoro, ma è sicuramente un film che bisognerebbe vedere, per rendersi conto che qualcosa di diverso nel desolante panorama del cinema italiano, c'è.
La Tre probabilmente coproduce il film (troppi i riferimenti a tale compagnia telefonica con adirittura una videochiamata finale) ma non penso che si possa attaccare un film per questo; i due registi forse sono riuscita a sfruttare sapientemente l'occasione, visto che per far cinema servono pure soldi, e da qualche parte toccherà pur prenderli, altrimenti rischiamo di perderci questi piccoli gioiellini.
Il finale a leggero colpo di scena è più futile che utile, ma serve comunque a "stupire" lo spettatore come fino a poco tempo innanzi era stato fatto, regalandoci la geniale idea di chiudere tre persone con una bomba dentro un ascensore. Abbastanza inutile anche la chiamata finale alla nipote, come lo stesso personaggio, ma non tutto può essere perfetto in un film che riesce a girare comunque bene.
E, infine, una elogio particolare agli attori che dimostrano come per fare un film non serve necessariamente un Tom Cruise o un George Clooney ma che piccoli attori (magari di strada, come faceva il caro Pasolini) sanno rendere molto di più di attori professionisiti. Intenso e contenuto Giampaolo Morelli; Enrico Silvestrin che si impegna e non poco con buoni risultati, basti guardare il dialogo con Massimo Ghini; Elisabetta Rocchetti, attrice un po' defilata nel cinema italiano, ma a cui ci si affeziona, soprattutto dopo aver visto la sua bella interpretazione ne "L'Imbalsamatore" di Garrone (ma si lascia anche andare al commerciale, come ne "Il ritorno del monnezza"); e infine il cammeo del sempre caro Mastandrea, che è sempre un piacere vedere.
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tyler73
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domenica 28 maggio 2006
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la bomba non è nella valigia, ma è dentro di loro!
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Sicuramente una lietissima sorpresa in un panorama (parlo del cinema italiano) dove le buone storie scarseggiano e molte volte si scade nel "già visto", beh Piano 17...è un meccanismo infallibile, dove anche i personaggi con ruoli minori riescono a ritagliarsi momenti di autentica bravura (ad es. Massimo Ghini e Antonio Iuorio, per non parlare del cameo spassosissimo di un Mastrandrea versione scugnizzo napoletano) Beh poi i tre che restano chiusi nell'ascensore, si ritrovano ad essere diversi da quello che sono, in una situazione talmente esplosiva che vede tramutare il timido e introverso impiegato (Soleri) in un autentico eroe post-moderno per tutti gli sfigati d'Italia, alla segretaria super-vamp (Elisabetta Rocchetti) in mini e tacchi stratosferici che parla come una divetta delle fiction che si trasforma da bellezza quasi irraggiungibile in una ragazza molto sensibile che esterna i propri sentimenti e le proprie paure e che con un coraggio pazzesco affronta il pericolo come se fosse Lara Croft!!! Infine il neo-boss (Morelli) che con freddezza e fermezza gestisce l'imminente pericolo (l'esplosione della bomba) nella stessa maniera in cui dispensa i suoi sinceri consigli (all'impiegato sfigato) e i suoi giudizi taglienti (alla segretaria) facendo capire che si può essere facilmente psicologi quando si hanno di fronte persone in una situazione fuori dal normale! Infine menzione speciale va fatta ad Enrico Silvestrin estremamente credibile nella versione luciferina (pizzetto compreso) del cattivo di turno.
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Sicuramente una lietissima sorpresa in un panorama (parlo del cinema italiano) dove le buone storie scarseggiano e molte volte si scade nel "già visto", beh Piano 17...è un meccanismo infallibile, dove anche i personaggi con ruoli minori riescono a ritagliarsi momenti di autentica bravura (ad es. Massimo Ghini e Antonio Iuorio, per non parlare del cameo spassosissimo di un Mastrandrea versione scugnizzo napoletano) Beh poi i tre che restano chiusi nell'ascensore, si ritrovano ad essere diversi da quello che sono, in una situazione talmente esplosiva che vede tramutare il timido e introverso impiegato (Soleri) in un autentico eroe post-moderno per tutti gli sfigati d'Italia, alla segretaria super-vamp (Elisabetta Rocchetti) in mini e tacchi stratosferici che parla come una divetta delle fiction che si trasforma da bellezza quasi irraggiungibile in una ragazza molto sensibile che esterna i propri sentimenti e le proprie paure e che con un coraggio pazzesco affronta il pericolo come se fosse Lara Croft!!! Infine il neo-boss (Morelli) che con freddezza e fermezza gestisce l'imminente pericolo (l'esplosione della bomba) nella stessa maniera in cui dispensa i suoi sinceri consigli (all'impiegato sfigato) e i suoi giudizi taglienti (alla segretaria) facendo capire che si può essere facilmente psicologi quando si hanno di fronte persone in una situazione fuori dal normale! Infine menzione speciale va fatta ad Enrico Silvestrin estremamente credibile nella versione luciferina (pizzetto compreso) del cattivo di turno...è bravissimo nell'uso del linguaggio criminale e nell'impronta del personaggio...duro ma estremamente debole di fronte ai problemi che dovrebbe risolvere! Insomma complimenti ai Manetti Bros che hanno investito poco tempo e poco denaro per fare un grande Film!!! Complimenti ancora!!!
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aledeca
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sabato 26 agosto 2006
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altro che spaghetti-thriller
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Semplice senza annoiare, divertente senza strafare. "Piano 17" è un bel film, girato senza dispendio di mezzi e con risultati più che buoni. Il flashback è un'arma pericolosa, rompe il filo della tensione più che esaltarlo, se non lo di calibra bene. I Manetti Bros ci riescono con grande mestiere. Morelli-Mancini, icona di cattivo-buono con brio, è spassoso con la sua arguzia al chewingum. Ma bravi sono tutti, e quando l'ascensore torna al piano terra dispiace un po' che la bomba abbia già fatto il suo dovere. Aspetto il prossimo.
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antonello
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giovedì 3 maggio 2007
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la squadra funziona
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La squadra già vista all'opera nel divertente L'ISPETTORE COLIANDRO torna al lavoro insieme in questo noir italiano.Dietro la presa,i Manetti Bros che cercano di lavorare e costruire cose buone,qualunque ambito frequentino,televisivo,cinematografico o musicale che sia.Davanti all'obiettivo gli stessi protagonisti del poliziesco di Raidue,ovvero il bravo Morelli,un Silvestrin decisamente lontano dai tempi poppettari di Mtv e tutta una serie di altri bravi comprimari.Ad esempio,Ghini gioca bene la parte del gangster che sta per consegnare il testimone al fratello Morelli.
Trama che scorre fluida con tempistiche perfette:la banda dei fratelli Mancini viene colpita pesantemente durante una rapina ma per estinguere un debito con la loro "gola profonda",accettano di piazzare una bomba.
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La squadra già vista all'opera nel divertente L'ISPETTORE COLIANDRO torna al lavoro insieme in questo noir italiano.Dietro la presa,i Manetti Bros che cercano di lavorare e costruire cose buone,qualunque ambito frequentino,televisivo,cinematografico o musicale che sia.Davanti all'obiettivo gli stessi protagonisti del poliziesco di Raidue,ovvero il bravo Morelli,un Silvestrin decisamente lontano dai tempi poppettari di Mtv e tutta una serie di altri bravi comprimari.Ad esempio,Ghini gioca bene la parte del gangster che sta per consegnare il testimone al fratello Morelli.
Trama che scorre fluida con tempistiche perfette:la banda dei fratelli Mancini viene colpita pesantemente durante una rapina ma per estinguere un debito con la loro "gola profonda",accettano di piazzare una bomba.Rimanere,però, ingabbiati in un ascensore con una valigetta che esploderà tra 1ora e mezza non è cosa simpatica.
I Manetti costruiscono con leggiadria un mosaico in cui pian piano tutte le tessere vanno al loro posto,come un grande puzzle di flashback e rivelazioni.
Di film cosi in Italia se ne fanno decisamente pochi,tra Manuali e Notti preesame,quindi bravi ai Manetti Bros che regalano aria ad altri generi con coraggio.
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ultimoboyscout
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lunedì 9 maggio 2011
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il doppio significato del piano 17.
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Film a bassissimo costo con una regia dinamica e ben curata e un cast giovane, fresco e adatto alla tipologia di situazione che si è voluto creare. In particolare sono sono molto efficaci Morelli, leader filosofico designato dal boss Ghini morto per mano amica in una rapina, intelligente, sveglio, arguto e dalla lingua tagliente e Silvestrin, attore validissimo, che avrebbe voluto raccoglierrne le redini ma che vistosi scavalcato cerca di sabotare lo stesso Morelli per prenderne il posto accecato da invidia, rabbia e gelosia. La storia è piacevolissima, fluida e accattivante al punto giusto, mantiene alta la tensione mescolando del buon noir all'italiana, azione e ritmo non frenetici ma costanti, il tutto scandito dal timer della bomba che scorre insesorabile verso l'esplosione.
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Film a bassissimo costo con una regia dinamica e ben curata e un cast giovane, fresco e adatto alla tipologia di situazione che si è voluto creare. In particolare sono sono molto efficaci Morelli, leader filosofico designato dal boss Ghini morto per mano amica in una rapina, intelligente, sveglio, arguto e dalla lingua tagliente e Silvestrin, attore validissimo, che avrebbe voluto raccoglierrne le redini ma che vistosi scavalcato cerca di sabotare lo stesso Morelli per prenderne il posto accecato da invidia, rabbia e gelosia. La storia è piacevolissima, fluida e accattivante al punto giusto, mantiene alta la tensione mescolando del buon noir all'italiana, azione e ritmo non frenetici ma costanti, il tutto scandito dal timer della bomba che scorre insesorabile verso l'esplosione. Funziona decisamente bene il mix tra presente e flashback, che serve a raccontare la storia ma anche a chiarirne particolari poco alla volta ripetendo alcune scene viste però da diversi punti di vista, il che contribuisce a mantenere vivo l'interesse e alto il pathos. A mio avviso il progetto è validissimo, il film più che gradevole e credo che questo sia un ottimo metodo di fare cinema, merito soprattutto dei Manetti Bros e degli attori (bravi tutti comunque, non solo quelli già citati). Simpatico il cameo di Mastandrea, ma mai e poi mai sarà un napoletano credibile!
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fairy
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sabato 25 febbraio 2006
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pre
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Molto carino, un po' diverso dal tipico film italiano. Prima di tutto per la trama e per il genere noir, con piccole punte di comicità.
Inizio e fine tengono il pubblico in tensione,che però si disperde un po' nella parte centrale del film..i flash back sono forse troppi.
Tecnicamente buono e montaggio interessante.
Gli attori sono stati bravi.
Colonna sonora fatta tutta da musiche luonge e chillout, tranne sul finale che si rivela soprendentemente contrastante e.. italiana..!
Per essere un film Low Cost è ben riuscito! Da vedere!!!
[+] il film non è ancora uscito!!!
(di roby)
[ - ] il film non è ancora uscito!!!
[+] pensa un po' di più..
(di fairy)
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daniele frantellizzi
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martedì 19 febbraio 2013
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una vera bomba ad orologeria!
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Piano 17 si rivela essere una piacevole sorpresa.
I lati positivi di questo gioiellino - firmato dai nostrani fratelli Manetti - sono principalmente tre: la sceneggiatura, il cast, e la regia.
La trama si rivela il vero punto di forza della pellicola: la sfida che forse ogni autore che ami il crime sogna di vincere - ovvero costruire una storia avvincente utilizzando uno spazio chiuso e pochi personaggi - viene affrontata con successo dai Manetti grazie ad un impeccabile meccanismo ad orologeria, che riesce a coinvolgere lo spettatore dall’inizio alla fine, facendolo appassionare all’enigma che si sta svolgendo in quell’ascensore bloccato tra due piani di un palazzo deserto con all’interno tre persone ed una bomba con un timer innescato pronta ad esplodere.
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Piano 17 si rivela essere una piacevole sorpresa.
I lati positivi di questo gioiellino - firmato dai nostrani fratelli Manetti - sono principalmente tre: la sceneggiatura, il cast, e la regia.
La trama si rivela il vero punto di forza della pellicola: la sfida che forse ogni autore che ami il crime sogna di vincere - ovvero costruire una storia avvincente utilizzando uno spazio chiuso e pochi personaggi - viene affrontata con successo dai Manetti grazie ad un impeccabile meccanismo ad orologeria, che riesce a coinvolgere lo spettatore dall’inizio alla fine, facendolo appassionare all’enigma che si sta svolgendo in quell’ascensore bloccato tra due piani di un palazzo deserto con all’interno tre persone ed una bomba con un timer innescato pronta ad esplodere. I continui flashback sul recente passato dei singoli personaggi presenti, ricalcando un po’ la falsariga del capolavoro “tarantiniano” Le Iene, consentono di cogliere pienamente lo sviluppo della vicenda, facendo luce sugli avvenimenti un po’ alla volta e conservando intatta la curiosità fino alla fine.
Chiaramente, per valorizzare un’idea di base del genere, ad una tale sceneggiatura deve corrispondere un’ottima prova del cast. Ed è quello che ammiriamo in Piano 17: i pochissimi attori coinvolti danno il meglio di sé, risultando credibili e reggendo la scena in maniera ottimale solamente modulando nella maniera giusta i loro sguardi, le loro espressività facciali ed il loro tono della voce. Giuseppe Soleri è inappuntabile nel vestire i panni dell’impiegato timido ed onesto, così come Giampaolo Morelli è abilissimo nell’interpretare il criminale astuto, intelligente, ed allo stesso tempo non cattivo. Forse l’unica prova leggermente meno valida è quella della pur brava Rocchetti, un po’ eccessiva nelle movenze, al punto da risultare leggermente fumettistica nelle sbadataggini e nelle esagerazioni del personaggio. Nota di assoluto merito, invece, per Antonino Iuorio, davvero eccellente nel caratterizzare il suo personaggio, marginale nella storia ma che riesce a “riempire lo schermo”, e non solo in senso fisico.
Infine, la Regia: i fratelli Manetti sono bravissimi nel dirigere sequenze ed inquadrature, catturando benissimo il senso di claustrofobia derivante dalla situazione, e coinvolgendo lo spettatore nelle ansie dei protagonisti. Riescono, inoltre, a dipingere una Roma dalle affascinanti tinte noir.
I punti deboli non mancano del tutto: il più evidente forse è il realismo della trama, in molti passaggi un po’ forzato. La banda criminale rappresentata, ad esempio, è forse un po’ troppo cinematograficamente “buona”. Altre carenze filmiche le ritroviamo nei lati tecnici, con una fotografia ed un sonoro forse leggermente patinati...ma va specificato che Piano 17 è nato come progetto di film a basso costo, praticamente autofinanziato, ed il livello qualitativo raggiunto complessivamente è fin troppo elevato!
Da segnalare infine un curioso cameo: Valerio Mastandrea, romanissimo, nei panni di un venditore ambulante napoletano nella “sua” Roma.
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jimi caos
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lunedì 2 dicembre 2013
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deluso
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Sinceramente mi aspettavo qualcosa in più dai Manetti Bros. La prima metà del film l'ho trovata noiosa e poco coinvolgente, mentre la seconda parte è senz'altro molto dinamica e ritmata e rende onore ai fratelli registri.
Purtroppo a parer mio le pecche ci sono e non sono poche, a partire dalla recitazione spesso ostentata e poco naturale. Si salvano il grosso tirapiedi Borgia (Antonino Iuorio), che è il personaggio meglio riuscito, e il "cattivo" Pittana (Silvestrin).
Il montaggio, soprattutto nella prima parte del film, risente molto dell'abitudine a girare videoclip dei Manetti. Inoltre la qualità video è pessima e, va bene che si tratta di un prodotto super low budget, ma non posso credere che i due fratelli non avessero a disposizione un riflettore per sopperire alle carenze di luce con ovvie ripescussioni sulla qualità d'immagine nelle scene buie.
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Sinceramente mi aspettavo qualcosa in più dai Manetti Bros. La prima metà del film l'ho trovata noiosa e poco coinvolgente, mentre la seconda parte è senz'altro molto dinamica e ritmata e rende onore ai fratelli registri.
Purtroppo a parer mio le pecche ci sono e non sono poche, a partire dalla recitazione spesso ostentata e poco naturale. Si salvano il grosso tirapiedi Borgia (Antonino Iuorio), che è il personaggio meglio riuscito, e il "cattivo" Pittana (Silvestrin).
Il montaggio, soprattutto nella prima parte del film, risente molto dell'abitudine a girare videoclip dei Manetti. Inoltre la qualità video è pessima e, va bene che si tratta di un prodotto super low budget, ma non posso credere che i due fratelli non avessero a disposizione un riflettore per sopperire alle carenze di luce con ovvie ripescussioni sulla qualità d'immagine nelle scene buie.
La colonna sonora non è male, ma la vera caduta di stile rimane l'irrealistico finale alla libro cuore con accompagnamento di Max Pezzali (!).
Quello che mi chiedo è se con un cast all'altezza e se con una produzione più danarosa il prodotto sarebbe cambiato di molto.
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apefuribonda
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martedì 22 agosto 2006
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il cinema italiano non è rinato, direi che dorme
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Hanno gridato al miracolo quando è uscito questo film dei fratelli Manetti. Come a dire che grazie ai due fratelli registi italiani più disinvolti del momento il cinema italiano finalmente vedeva la rinascita. Oddio, a me sembra che più che rinato, il cinema italiano (se è davvero tutto in questo "Piano 17") sia davvero addormentato. Assopito. Il film è cazzeggio puro. Più che un film è una gita in campagna, una riunione tra amici d'infanzia. E loro, gli attori, tutti decisi a tonare nel loro giardino di infanzia, giocano dall'inizio alla fine a guardie e ladri. Che rinascita! Forse sono miope io. Chissà...C'è da dire che nella gara del cazzeggio, certo i fratelli Manetti arriverebbero primi.
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Hanno gridato al miracolo quando è uscito questo film dei fratelli Manetti. Come a dire che grazie ai due fratelli registi italiani più disinvolti del momento il cinema italiano finalmente vedeva la rinascita. Oddio, a me sembra che più che rinato, il cinema italiano (se è davvero tutto in questo "Piano 17") sia davvero addormentato. Assopito. Il film è cazzeggio puro. Più che un film è una gita in campagna, una riunione tra amici d'infanzia. E loro, gli attori, tutti decisi a tonare nel loro giardino di infanzia, giocano dall'inizio alla fine a guardie e ladri. Che rinascita! Forse sono miope io. Chissà...C'è da dire che nella gara del cazzeggio, certo i fratelli Manetti arriverebbero primi. Ma forse, una volta arrivati, dovrebbero trovare qualcuno che li informa di una cosa: il cinema è arte cristo santo! Non è solo film d'autore, ma è sempre arte.
Noemi
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