elgatoloco
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lunedì 4 luglio 2016
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nulla come appare, squarciando veli...
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L'uso del"flash back non invasivo", ossia quasi"indiretto", senza uno stacco forte tra presente e ricordo del passato(tre lustri prima, per l'esattezza) contraddistingue questo film di Atom Egoyan, che svela progressivamente l'inganno , meglio la finzione("Thuth Lies"), il "velo di Maja"da squarciare per far luce e raggiungere una"verità"che rimane, comunque, in qualche modo, vomitevole, da deprecare-da forcludere. Credo che una visione psicoanalitica, ma da intendersi in senso gnoseologico, non banalmente da"terapia di primo approccio"sia la chiave per intendere il film, nella visione della giornalista, ex-"miracolata"da Telethon che si relaziona con la questione, dopo aver avuto relazioni intime con i due"entertainers"incontri molto ravvicinati e non essere passata indenne dalle profferte e dai ricatti del"terzo incomodo", che (ma si capirà alla fine, dopo qualche intuizione a metà film.
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L'uso del"flash back non invasivo", ossia quasi"indiretto", senza uno stacco forte tra presente e ricordo del passato(tre lustri prima, per l'esattezza) contraddistingue questo film di Atom Egoyan, che svela progressivamente l'inganno , meglio la finzione("Thuth Lies"), il "velo di Maja"da squarciare per far luce e raggiungere una"verità"che rimane, comunque, in qualche modo, vomitevole, da deprecare-da forcludere. Credo che una visione psicoanalitica, ma da intendersi in senso gnoseologico, non banalmente da"terapia di primo approccio"sia la chiave per intendere il film, nella visione della giornalista, ex-"miracolata"da Telethon che si relaziona con la questione, dopo aver avuto relazioni intime con i due"entertainers"incontri molto ravvicinati e non essere passata indenne dalle profferte e dai ricatti del"terzo incomodo", che (ma si capirà alla fine, dopo qualche intuizione a metà film...)ha un ruolo non solo funzionale-strumentale nella vicenda. Rendendo anche efficacemente il divario tra anni CInquanta e anni Settanta, a livello di morale corrente e non solo, anche di"spettacolarità diffusa", Egoyan, che trae spunto da un romanzo, della cui qualità e del cui valore storico-documentario non si sa molto, ha il merito fondamentale di non fermarsi allo"scandalismo"(droghe etc.), ma di scavare, dove non può non sovvenire lo shakespeariano"Hai lavorato bene, brava talpa!". Interpreti, da Kevin Bacon, Colin Firth, Alison Lohman, Rachel Blanchard in poi, ma arrivando poi a tutti/e gli/le altri/e, ben consapevoli dell'opera da realizzare e poi effettivamente realizzata, non solo(come si suol dire semplificando)attenti al"ruolo", alla"parte". El Gato
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gadman
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giovedì 30 luglio 2015
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dietro alla facciata
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Un bel film, due grandi attori e un bravo regista! Belle la personalità dei due comici, sono splendidi davanti al pubblico e spenti nella loro vita privata a telecamere spente, l'omicidio della ragazza mette a nudo tutte le loro debolezze ed umanità, aspetti che l'industria dello spettacolo e della finzione non accetterebbe di loro e che pertanto non devono emergere! Un film che non poteva essere ambientato oggi, in quanto attraverso internet tutti sanno di tutti! Ma negli anni 50 dove la televisione la faceva da padrone e ci s'illudeva di credere a tutto quello che la TV proiettava, nel bene e nel male! Il finale è un po' a sorpresa, ma l'amarezza dello spettatore e ' nel vedere che gli eroi della TV sono pura finzione e illusione!
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francesco2
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mercoledì 8 luglio 2015
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l'egoyan degli ultimi dieci anni
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Un simbolo della "Aurea mediocritas" che sembra avere colpito questo regista nell'ultimo decennio, o qualcosa di più. Eppure, "False verità" è come uno champagne che al momento puoi non apprezzare, ma ti lascia pur sempre un (Modesto) gusto in bocca.
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elgatoloco
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martedì 7 luglio 2015
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intelligentemente inquietante
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Atom Egoyan è tra i registi contemporanei certo uno dei più interessanti, un"creativo"che però sa organizzare un impianto scenografico e narrativo estremamente rigoroso(senza soluzioni tecniche particolarmente"d'avanguardia"o "innnovative", dove tali espressioni rischiano comunque, ormai, di essere inadeguate già in partenza...) e all'interno di questo sa far emergere le"false verità"o meglio il non-detto, non-dicibile, il"sotteso", ciò che non è opportuno dire-mettere "in scena", dare ad extra. Verità inconfessabili, qui, nell'ambiente tetramente"moral suasion"di"Telethon" anni Cinquanta, ma più in generale quanto non si rivelerebbe, forse, neppure a se stessi.
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Atom Egoyan è tra i registi contemporanei certo uno dei più interessanti, un"creativo"che però sa organizzare un impianto scenografico e narrativo estremamente rigoroso(senza soluzioni tecniche particolarmente"d'avanguardia"o "innnovative", dove tali espressioni rischiano comunque, ormai, di essere inadeguate già in partenza...) e all'interno di questo sa far emergere le"false verità"o meglio il non-detto, non-dicibile, il"sotteso", ciò che non è opportuno dire-mettere "in scena", dare ad extra. Verità inconfessabili, qui, nell'ambiente tetramente"moral suasion"di"Telethon" anni Cinquanta, ma più in generale quanto non si rivelerebbe, forse, neppure a se stessi... Interpreti adeguati al ruolo, cambi di prospettiva temporale sempre molto adeguati, senza impennate inutilmente retoriche... El Gato
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metalsoldier
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sabato 28 gennaio 2012
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più che drammatico il film è un giallo
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Il film è ben fatto anche se l'intreccio in alcuni passaggi sembra un po' troppo intrecciato...Un film dove il sesso la fa da protagonista e che quindi potrebbe sembrare un po' troppo forte. Come film giallo lascia un po' a desiderare ma solo per alcuni passaggi costruiti male probabilmente per lasciare spazio al carattere psichedelico che è invece proposto in modo piacevole. Gli attori sono tutti molto bravi, ma non potrebbe essere altrimenti in film come questi.
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nalipa
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venerdì 11 febbraio 2011
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un altro titolo non troppo azzeccato...
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Tratto da un romanzo il film di Egoyan mi é parso assolutamente dignitoso...si fa seguire via via che si snoda la vicenda, talvolta poco lineare, Firth bravo ma Bacon da premio, almeno secondo me...trovo sia uno di queli attori (ce ne sono altri) che non capisco perché non hanno la ribalta che si meritano.
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paride86
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mercoledì 16 settembre 2009
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carino, ma niente di più
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"False verità" è un noir che si snoda intorno alle vicende di due ex comici e, in particolare, alla misteriosa morte di una ragazza ritrovata nella loro stanza d'albergo.
La storia, però, è piuttosto confusa e il continuo (e a volte incoerente) intreccio tra passato, presente e finzione non aiuta di certo.
Di questo fiolm rimangono le interpretazioni principali e le bellissime scenografie che spaziano tra gli anni '50 e gli anni '70.
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(di francesco2)
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mario conti
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venerdì 25 gennaio 2008
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l'infallibile (pin)occhio di egoyan
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Può anche non conoscersi la verità se avvicinandoti ad essa scopri di essere vissuto in un mare di menzogne.
Niente è più falso del candore ostentato (angelicato poichè diabolico, quasi da Lucifero rovesciato), del servilismo interessato, delle parole bonarie seminate a coprire distese di oneste nullafacenze morali.
Una giornalista, due imbonitori di intelletto e dissolutezza, un maggiordommo che fa tutto, anche troppo.
Intorno una defunta (non proprio innocente, vorremmo ben dire..), la di lei madre, mefistofelicamente pura in quanto accogliente in sè le spire di irrevocabili peccati, una amica del cuore che consiglia, quasi dirige,si intrufola in legami e questioni.
Nulla si salva e tutto si appiana: c'è un albero, quasi stilizzato, a fine film a ricordarci che le verdi fronde della vita possono assumere colori troppo, davvero troppo strani.
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Può anche non conoscersi la verità se avvicinandoti ad essa scopri di essere vissuto in un mare di menzogne.
Niente è più falso del candore ostentato (angelicato poichè diabolico, quasi da Lucifero rovesciato), del servilismo interessato, delle parole bonarie seminate a coprire distese di oneste nullafacenze morali.
Una giornalista, due imbonitori di intelletto e dissolutezza, un maggiordommo che fa tutto, anche troppo.
Intorno una defunta (non proprio innocente, vorremmo ben dire..), la di lei madre, mefistofelicamente pura in quanto accogliente in sè le spire di irrevocabili peccati, una amica del cuore che consiglia, quasi dirige,si intrufola in legami e questioni.
Nulla si salva e tutto si appiana: c'è un albero, quasi stilizzato, a fine film a ricordarci che le verdi fronde della vita possono assumere colori troppo, davvero troppo strani.
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martina badamon
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mercoledì 20 settembre 2006
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la fiera delle verità
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"Dove giace la verità?" -suggerisce il film.
Ma la domanda più importante è "quale verità scegliamo di assumere?".
Un capolavoro artistico,dove la regia si diverte ad arretrare sullo sfondo di un incauto osservatore,la fotografia scolpisce gli oggetti e le anime con provvida attenzione,la verità è inseguita ma ci segue.Anticipa le nostre mosse.Per darci,infine,la versione più inaspettata e meno inesorabile di sè.
Film pregevole con un'ostentata finalità:servire al pubblico,in progressione maliziosa,la fiera delle ambigue verità dell'anima.
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