Unbreakable - Il predestinato |
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Un film di M. Night Shyamalan.
Con Samuel L. Jackson, Bruce Willis, Robin Wright, Spencer Treat Clark, Charlayne Woodard.
continua»
Titolo originale Unbreakable.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- USA 2000.
MYMONETRO
Unbreakable - Il predestinato
valutazione media:
2,74
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un supereroe misterioso che tiene bancodi Vincenzo BarbarulliFeedback: 1137 | altri commenti e recensioni di Vincenzo Barbarulli |
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martedì 20 aprile 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Premetto che ho visto il film al cinema, 10 anni fa. Bene, in quel momento non ho attribuito dei grandi pregi alla pellicola. Lo catalogai come un film astratto, privo di originalità e poco congruente nello svolgimento. Poi l'ho rivisto adesso, nel 2010. Ammetto che ho cambiato completamente il mio giudizio. Da storia sconclusionata, adesso mi sembra un film premonitore dei tempi, una genialità di un regista. Forse aveva un momento di rapimento mistico. Grazie a questo è riuscito a cristallizzare una storia innovativa. Lascerà il segno nel tempo? Io me lo aspetto. Vorrei spiegarmi meglio: Unbreakable è un film che tiene alta la suspense, con una fotografia eccellente, dei protagonisti degnamente calati nel ruolo, dei ritmi che infrangono completamente il genere azione di Hollywood. Per poi riprenderlo in maniera superba. Ma sono anche altri i meriti del regista. All'analisi tecnica, per quel poco che ammetto capirne, ho notato una serie di sequenze degne di nota. Mi riferisco, per esempio, alla scena del Elijah Price da bambino (ragazzino di vetro col braccio fasciato), che viene ripreso sul riflesso del televisore a tubo catodico, spento. Oppure la scena più famosa con Bruce Willis al pronto soccorso: la camera non inquadra lui in primo piano, ma l'altro superstite del deragliamento, un paziente morente sul lettino. Ma gli esempi potrebbero continuare. Shyamalan col suo approccio emotivo ed irrazionale, riesce a ribaltare la nostra logica da occidentali. Questo, gli va riconosciuto. Non voglio annoiare nessuno: semplicemente che questo film è stato l'antecedente di un filone di Hollywood, che negli anni successivi ha portato a fenomeni di costume, come l'acclamata serie di lost. Il neo-paganesimo, col suo panteon di nuovi dei, che scalza la religione monoteista, mescolandone i contenuti. Di questo il film pernea. Ma il discorso si allarga, nella ricerca di un senso trascendete, a tutto ciò che si pone come problema irrisolvibile. Perché esistiamo? Alcuni infelici nascono con malattie ereditarie; sono condannati ad una vita breve ed infelice, quasi subumana. Altri invece nascono atleti perfetti, favoriti dalla genetica. Ma perchè? A queste domande fondamentali il film si indirizza; perché sono le domande insite nell'umanità. Chiaro che non da risposte. Altrimenti, non sarebbe un film, ma un documentario su Lourdes o su qualche filosofia orientale. In questa logica anche Elias compie una sua funzione. Permette all'eroe di scoprirsi tale. E' quasi una scoperta scientifica, che apre un nuovo percorso per entrambi. Chiaro: la condanna morale sul personaggio dell'uomo di vetro è totale: un assassino, un malato di mente, un istrione perverso. Un vero cattivo da fumetto, trasportato nella realtà. Qua la vera innovazione: aver saputo mescolare sapientemente i fumetti con una regia degna di un grande come Hitchcock o magari Orson Welles. Luci, ma anche ombre, sopratutto nella trama. Pensare di trovare con 3 attentati un supereroe che sopravvive, statisticamente parlando, è come fare un superenalotto di 7 numeri! Oppure i “supereroi” sono statisticamente numerosi, chi sa. Aspettiamo, sa mai si farà, il secondo film. Con le aspettative che si sono create, non sarà facile produrre un qualcosa che soddisfi, a questo livello, il grande pubblico. Un ultima nota di merito: Bruce Willis ha rischiato molto, per me, in un film del genere. Il confine tra il film banale e questo Unbreakable, è millimetrico. Poteva andargli molto male.
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