I cancelli del cielo |
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Un film di Michael Cimino.
Con Christopher Walken, Isabelle Huppert, Kris Kristofferson, Terry O'Quinn.
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Titolo originale Heaven's Gate.
Western,
Ratings: Kids+13,
durata 216 min.
- USA 1980.
- Cineteca di Bologna
uscita giovedì 25 agosto 2016.
MYMONETRO
I cancelli del cielo
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Grandiosità dell'immagine, profondità di pensierodi LBavassanoFeedback: 11094 | altri commenti e recensioni di LBavassano |
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venerdì 25 novembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Grazie al pregevole restauro curato dalla Cineteca di Bologna, e, per gli amici astigiani, all’ottima iniziativa di Marie Christine Garetti, il cui “Nuovo Splendor” si sta da anni affermando come luogo deputato al cinema di qualità, abbiamo potuto assistere alla proiezione de “I cancelli del cielo” di Michael Cimino. Film “maledetto”, a causa del disastro commerciale che ebbe ripercussioni estremamente negative sulla carriera del giustamente acclamato regista de “Il cacciatore”, ma anche su tutta la filosofia, e la pratica, produttiva hollywoodiana. Film grandioso, ma di una grandiosità ancora tradizionale, artigianale, fondata sulla perizia di tutte quelle figure minori (scenografi, costumisti, tecnici del suono e dell’immagine, assistenti, operai di scena…) che fanno del cinema un’opera collettiva. Di una grandiosità non affidata ai miracoli degli effetti speciali elettronici come ormai di regola per le mega-produzioni d’evasione. Film grandioso, ma che in nome della spettacolarità (straordinarie fra tutte le scene di massa) non rinuncia ai contenuti, tutt’altro, offrendo un punto di vista critico sulla storia degli Stati Uniti, sull’intreccio dei poteri realmente forti che ne hanno segnato miserie e grandezze. Un punto di vista che però può applicarsi anche alla storia più recente, non solo americana, al passaggio dall’idealismo progressista degli anni sessanta (non a caso il film si apre con la festa per la fine dell’anno accademico) al nuovo egoismo degli ottanta, con una consapevolezza estremamente precoce (1980). Un punto di vista che può applicarsi alla vita di ciascuno di noi, al passaggio dall’età studentesca a quella del “principio di realtà”. Sono diversi i possibili finali del film, e Cimino non ha voluto rinunciare a nessuno di essi. La scena desolata del campo di battaglia spazzato dal vento, l’epilogo più forte dal punto di vista dell’immagine. Quella, romantica, della protagonista esanime fra le braccia dell’amato, il più consono alla trama sentimentale della vicenda. Cimino ha però scelto una terza via, la meno retorica, la più sottotono, forse proprio a ribadire come il senso autentico del film sia l’ineluttabilità dell’imborghesimento, dell’invecchiare.
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