I cancelli del cielo |
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Un film di Michael Cimino.
Con Christopher Walken, Isabelle Huppert, Kris Kristofferson, Terry O'Quinn.
continua»
Titolo originale Heaven's Gate.
Western,
Ratings: Kids+13,
durata 216 min.
- USA 1980.
- Cineteca di Bologna
uscita giovedì 25 agosto 2016.
MYMONETRO
I cancelli del cielo
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Discreto film = grande disastrodi luigimFeedback: 0 |
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venerdì 21 aprile 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Doveva essere il film della conferma di Cimino dopo il grandioso successo de Il cacciatore: per questo la United Artists gli concesse carta bianca e gli permise di scialacquare qualcosa come 44 milioni di dollari. La scommessa si risultò azzardata perché il film ebbe uno scarsissimo successo nelle sale e la gloriosa casa produttrice fondata a suo tempo da Douglas Fairbanks, Mary Pickford e Charlie Chaplin, ormai sul lastrico, fallì. L'insuccesso fu addotto all'eccessiva durata e così il regista fu costretto a sottoporre ad un'asfissiante scrematura il suo film. Che si ritròvò stravolto con le sue scene tagliate, invertite, anticipate o posticipate (in taluni casi cambia completamente il senso): così ci ritroviamo le vicende di Nathan e James, che nell'originale si mescolavano, divise in blocchi omogenei in maniera inaccettabile, dobbiamo rinunciare al litigio tra lo stesso James ed Ella (che così si dicono addio d'amore e d'accordo) e all'ex killer spietato che, mosso da un impeto di bontà, prende la sciarpa all'immigrato appena giustiziato arbitrariamente (per portarla alla moglie, probabilmente), mentre, con un subdolo artificio, siamo costretti ad assistere alle due ultime scene accavallate con un montaggio serrato. Purtroppo si avvertono troppo facilmente questi tagli così frequenti, anche quelli più brevi, poiché si sente l'incompletezza di alcune scene: addirittura in alcune delle versioni in giro, Ella non muore ma parte per l'Europa insieme al suo James, mentre ci viene negato di sapere che è proprio lei ad uccidere il vecchio amico del suo uomo. Insomma, un film martoriato. Ma che, però, già nella versione integrale, presentava alcuni difetti: per esempio, l'amicizia tra i personaggi caratterizzati tra Kris Kristofferson (azzeccato nei panni del laureando, ma fuori luogo in quelli del rude sceriffo di contea) e John Hurt (ed il loro schierarsi da parti opposte della barricata) viene tralasciata dopo il prologo, in quanto Cimino preferisce concentrarsi sulla scontro tra il primo e Nathan (interpretato dal pupillo di Cimino, Christopher Walken, il cui viso sembra fatto apposta per quel personaggio) che si contendono il cuore della prostituta più piagnona della storia del cinema western (dove abbondano le puttane con il cuore d'oro), la quale trova interpretazione in una Isabelle Huppert resa giustizia, nel doppiaggio italiano, da un eccitantissimo accento francesizzante. Interessante il dissidio tra la laurea conseguita ad Harvard dal colto James e gli assidui esercizi di scrittura dell'ignorante con tanta voglia di imparare Nate. Con questo film, più demistificatorio del miglior Peckinpah (emblematica la scena in cui la proverbiale cavalleria, anziché cavare le castagne dal fuoco ai buoni, risolve la situazione a favore dei cattivi, vanificando ogni sforzo fatto) e più realistico di qualunque documentario (attentissimo lo studio delle abitudini del tempo: il ballo di gruppo all'inizio, la partita di baseball, l'orchestra sui pattini, il puliscipiedi davanti al bar, gl'incontri clandestini dei galli da combattimento), doveva finire l'epopea gloriosa non solo del West, ma di tutto il genere western. Ma, circa dieci anni dopo, il texano dagli occhi di ghiaccio Clint Eastwood vincerà l'Oscar con Gli spietati.
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