derek
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domenica 7 luglio 2024
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la grande disillusione ......... la vita
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Un film che ho molto amato e che mi appartiene profondamente. Lo vedo spesso poi lo perdo nei meandri degli archivi digitali, lo riprendo e mi fa male. Pure io, fieramente comunista, ho vissuto una totale disillusione per giungere al termine della mia vita, ad una grande pietà per ciò che il mio tempo, anche politico, mi ha illuso e derubato.
Grandi attori e spessori notevoli. Un regista che rimane uno dei pilastri della nostra cinematografia del dopo guerra.
Derek
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xantoflores
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giovedì 6 luglio 2017
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le illusioni crollano
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Avevo visto questo film in TV tantissimi anni fa. Mi era piaciuto e fortunatamente ne ricordavo il nome. Trovarlo sulla rete è stato anche facile... e così me lo sono rivisto volentieri.
E' un film duro, quasi spietato che visto oggi con gli occhi di un uomo piuttosto avanti con gli anni, fa addirittura male.
Vittorio Borghi, interpretato magistralmente da un ottimo Enrico Maria Salerno, finito il rapporto con la giovane amante di cui è follemente innamorato e che per sua stessa ammissione è l'unica buona ragione per dare un senso alla sua vita, viene lasciato dalla ragazza, che vorrebbe molto di più da quella relazione, conscia che non lo potrà mai ottenere.
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Avevo visto questo film in TV tantissimi anni fa. Mi era piaciuto e fortunatamente ne ricordavo il nome. Trovarlo sulla rete è stato anche facile... e così me lo sono rivisto volentieri.
E' un film duro, quasi spietato che visto oggi con gli occhi di un uomo piuttosto avanti con gli anni, fa addirittura male.
Vittorio Borghi, interpretato magistralmente da un ottimo Enrico Maria Salerno, finito il rapporto con la giovane amante di cui è follemente innamorato e che per sua stessa ammissione è l'unica buona ragione per dare un senso alla sua vita, viene lasciato dalla ragazza, che vorrebbe molto di più da quella relazione, conscia che non lo potrà mai ottenere.
L'uomo, quarantenne giornalista impegnato a sinistra, per trovare un pò di pace, decide di tornare nella su Mantova, dove incontrerà una serie di personaggi che in un modo o nell'altro lo deluderanno. Essi sono cambiati, ma cambiato è soprattutto lui. Gli ideali del comunismo si sono del tutto infranti, quello che era l' "avvenire" oggi è il presente, ma non è certo quello che il protagonista sperava. Leonardo Verzi, il duro e puro compagno, che ancora crede nel socialismo, (un bravo come sempre Gian Maria Volontè), è in reltà un uomo distrutto dal fallimento del suo matrimonio. Sua moglie lo tradisce, ma ormai egli è prigioniero e non ha la forza di fuggire da quella gabbia. Tancredi (Gastone Moschin), un tempo comandante di un gruppo partigiano, ora fa il metronotte, debilitato dall'artrite e isolato dal resto del mondo. Il suo amore giovanile Francesca (Anouk Aimee), che aveva preferito accasarsi con un benestante locale, sarebbe pure disposta a riallacciare una relazione, ma Vittorio, capisce che le intenzioni della donna nascono solo per una profonda noia matrimoniale. Infine, uno dei capi del partito locale, Olindo (Checco Rissone), ora è diventato il proprietario di un elegante atelier di moda, ineressato più al denaro che alla politica. Insomma una delusione dietro l'altra, per il povero Vittorio Borghi che dopo anni di assenza dal locale cimitero, prima di lasciare Mantova, va a ripulire dalle erbacce le tombe dei propri genitori. Forse ultimo gesto riparatore per una lunga lontanaza.
Non gli è rimasto nessun altro legame con quella città. Si ferma in una balera all'aperto sul Po, dove un gruppo di giovani balla il sirtaki, e assapora la vita. Ma Vittorio, non ha più illusioni, nè speranze, come possono averle quei giovani spensierati. Il suo matrimonio è fallito, la sua breve, ma intensa relazione con la giovane amante è finita irrimediabilmente, gli amici di un tempo sono cambiati, ma soprattutto lui è cambiato. La vita lo ha deluso, e l'unica fiamma che ancora la illuminava, si è spenta con l'addio di Elena. Viene colto da un autentico attacco isterico che lo spinge a sfasciare tutto quello che gli capita sotto tiro, per poi crollare a terra, esausto, svuotato. Non ha più illusioni che possano spingerlo e a sostenerlo. La solitudine più assoluta è la sola compagna di Vittorio.
Un bel film, che alla mia età capisco molto più profondamente di quando lo vidi più di 45 anni fa,
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tango
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mercoledì 22 marzo 2017
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film stupendo! mi ha appassionato ed emozionato
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Film stupendamente bello ed emozionante! Ha suscitato in me la scoperta di questo regista poetico, profetico, e dolce! Essere indipendente dal mercato dalle lobby e dalla politica ha permesso a vancini di creare una filmografia eccezionale! Tutto da rivedere e riscoprire! Vancini era un genio!
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minnie
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lunedì 27 settembre 2010
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amarcord a mantova
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Un film molto bello, che non conoscevo e che ho visto stamane grazie a Raimovie, questo "Le stagioni del nostro amore" con un bianco/nero sperimentale,degno del miglior Bergman e un Salerno in crisi esistenziale davvero ottimo. Ma perché di certi film si è persa memoria? Lo trovo davvero un film necessario,"Le stagioni del nostro amore" (titolo ripreso da Franco Battiato per un suo cd): bravo Vancini! Da riscoprire in toto.
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