Il deserto rosso

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stefano capasso lunedì 14 febbraio 2022
le macerie della post industrializzazione Valutazione 4 stelle su cinque
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Dopo un incidente automobilistico, Giuliana, giovane moglie di un ricco industriale del ravennate, rimane in uno stato di crisi “psicologica”, in particolare sulla propria identità. L’arrivo di Corrado movimenta la sua vita, i due diventano amanti, ma la crisi depressiva di Giuliana non accenna a smorzarsi.
Primo film a colori di Michelangelo Antonioni, e proprio il lavoro sulla fotografia è certamente mirabile, forse la parte migliore del film. È un lavoro sulle geometrie e sui colori che definisce i personaggi e i luoghi fino a staccarli dal loro contesto, amplificando così il senso di smarrimento dei protagonisti. Siamo a metà degli anni ’60 e nonostante la modernizzazione tecnologica del paese sia appena cominciata, è rappresentata come fosse già arrivata alla fase successiva, quella del “post” dove predominano i danni e le macerie prodotti dal moderno. [+]

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matteo domenica 15 novembre 2020
alienazione industriale Valutazione 3 stelle su cinque
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 La crisi di una donna borghese nel cuore del boom economico ha il volto di una inquieta e tormentata Monica Vitti.  Il rumore assordante dell’industria diventa incomunicabilità tra i membri di una classe dedita agli affari e al profitto. Questi suoni assordanti cambiano toni ma rimangono in tutto il film e suggellano i momenti di estraneazione e di angoscia della protagonista. Così come i colori e le inquadrature tipiche di Antonioni. La crisi della donna come preludio alla crisi di una classe? Si può parlare di alienazione borghese da un mondo che ha costruito e che con forza cerca di conservare? Forse si e forse solo i più deboli  fra loro ( non a caso una donna) subiscono questo scacco. [+]

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greatsteven giovedì 23 marzo 2017
donna che non trova rimedio alla sua depressione. Valutazione 4 stelle su cinque
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IL DESERTO ROSSO (IT/FR, 1964) diretto da MICHELANGELO ANTONIONI. Interpretato da MONICA VITTI, RICHARD HARRIS, CARLO CHIONETTI, XENIA VALDERI, RITA RENOIR, LILI RHEIMS, VALERIO BARTOLESCHI

Protagonista è Giuliana, una donna di circa trent’anni, sposata e madre di un bambino, preda della depressione. [+]

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jackiechan90 lunedì 30 marzo 2015
antonioni e la teoria dei colori Valutazione 5 stelle su cinque
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Giuliana(Monica Vitti) è la moglie di un ricco industriale del ravennate(Carlo Chionetti) è in preda a una forte depressione dopo aver avuto un incidente. Si sente alienata rispetto al mondo che la circonda. Cerca uno sfogo in Corrado(Richard Harris) un collega del marito ma anche questa piccola avventura sembra non darle molta soddisfazione per cui decide di tornare dalla sua famiglia e accettare la sua condizione per quella che è. Il primo film a colori di Antonioni è in realtà un film molto "grigio", ambientato in una Ravenna industriale e periferica circondata da una nebbia perenne. Proprio per questo i colori che si stagliano in essa risaltano ancora di più evidenziando gli elementi di rilievo, primo fra tutti il personaggio di Giuliana che, con il suo cappotto verde, evidenzia l'unica carica vitale del paesaggio. [+]

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kappakappa sabato 17 gennaio 2015
woooow Valutazione 5 stelle su cinque
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Veramente fantastico

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fedeleto venerdì 31 gennaio 2014
il deserto colorato dell'aridita' Valutazione 5 stelle su cinque
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Giuliana vive in una Ravenna fortemente industriale, ha un bambino e un marito che non la considerano.Ma quando arriva Corrado le cose sembrano cambiare, ma è solo una mera illusione.Giuliana è una donna depressa che in passato ha tentato il suicidio, purtroppo sembra che non esista cura per lei, ma il malessere deriva da quelle fabbriche e da quel cielo grigio contaminato , o da navi immerse nelle nebbia che appaiono nel nulla? Antonioni (il grido, l'avventura) dopo L'eclisse firma un altro capolavoro straordinario sul tema dell'incomunicabilita' e dell'alienazione.Primo film a colori del regista ferrarese, e non a caso essi svolgono nel film un ruolo di estrema importanza . [+]

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luca scial� sabato 21 dicembre 2013
l'uomo perso nella società industriale Valutazione 3 stelle su cinque
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Giuliana è la moglie di un industriale, che dopo aver avuto un brutto incidente automobilistico è spesso vittima di angoscia e attacchi di panico. Un ambiente attorno fatto di industrie inquinanti, nebbia fitta e fiumi inquinati, nonché un marito poco presente, non la aiutano a riprendersi.
Primo film a colori per Michelangelo Antonioni, che gli valse il Leone d'oro a Venezia. Sofisticato, astratto, non di immediata comprensione, diventa, attraverso le inadeguatezze della protagonista interpretata da una straordinaria Monica Vitti, una critica alla società industriale. Cupa, inquinata, fredda.

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alex41 venerdì 25 gennaio 2013
allucinante Valutazione 2 stelle su cinque
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Un film sopravvalutatissimo, opera noiosa fino alle lacrime agli occhi, senza senso, senza scopo, lento, pesante, a tratti banale, con una sceneggiatura che sembra essere stata scritta di fretta prendendo tre o quattro frasi e spargendole quà e là all'interno del film. Il film poi presenta numerose pause totalmente inutili e al di fuori della trama, che dovrebbero catturare per la loro bellezza nelle riprese, ma ciò non accade, o meglio non interessa (quasi) a nessuno. Salvo la bravissima Monica Vitti e la bellissima fotografia. Per il resto, film da evitare come la peste.

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cibox89 venerdì 13 luglio 2012
quando l'espressività dice tutto del mondo Valutazione 4 stelle su cinque
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Premessa:questo è il mio primo film di Antonioni.Conclusione:se tutti i film sono come questi credo che potrò guardarli tutti con enorme entusiasmo!Già perchè un film è così che deve essere.Un film deve riuscire a comunicare tutta l'angoscia e la disperazione;tutto il malessere esistenziale che ogni uomo,uomo del 900 soprattutto,prova.Intendiamoci:un film comunica attraverso la sua totale complessità.in un film non ci si ferma mai alle sole parole-dialoghi,ma si va molto oltre.Dobbiamo guardare i colori scelti;le inquadrature scelte;la meravigliosa espressività dei personaggi;dobbiamo ascoltare il tono col quale gli attori parlano;dobbiamo guardare agli oggetti messi in scena e al loro  significato;alle colonne sonore scelte o non scelte o ai suoni che invadono lo schermo! Sarà solo allora,quando guarderemo a questa complessità,che sapremo ammirare con sacro rispetto un film  così elevato artisiticamente. [+]

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paride86 venerdì 9 gennaio 2009
bellissimo Valutazione 4 stelle su cinque
77%
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Primo film di Antonioni a colori, ambientato in una zona industriale tanto asettica quanto laboriosa, fumosa e colorata. La storia è quella di Giuliana, depressa dopo lo shock di un incidente. Come in molti altri film del regista, la trama è piuttosto evanescente e quello che conta sono le situazioni, i dialoghi e soprattutto l'impianto visivo. Le scenografie sono davvero particolari ed è molto interessante il contrasto che ha usato Antonioni: l'aridità meccanica e industriale viene rappresentata, infatti, con colori brillanti e soluzioni suggestive mentre la genuinità viene proposta come una spiaggia incantata e deserta. In questo film si vedono - a mio parere - anche dei riferimenti politici e sociali: quasi tutti i personaggi proposti fanno parte di una catena di montaggio, un processo produttivo industriale/sociale al quale non possono sfuggire; l'uomo viene ridotto ad un ingranaggio del sistema e quindi depauperato della sua umanità e della sua componente spontanea, affettiva. [+]

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