eugen
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martedì 13 agosto 2024
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una buena comedia italiana de los anos 1950-1960..
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"Audace ciiko dei soliti ignoti"(Nanny LOy, 1959, escrito de mismo director Loyy con dos escnaristas tipicos de la epoca)es un ejemplo de cuando y como el cinema italian sabia hacer cinema, con sonrisa y inventiva verdadera, no como ahora, cuando problemas extenciales sirven de pretexto para hacer qualquie pelicula, de vederdad bastante mal, sin ninguna reflexion con actores de nivel inferior al nivel de la epoca y tambien de los anos 1970-1980, con todas la diferencias del caso. Aqui', actores como Vittorio Gassman, Nino Mandredi, Tiberio Murgia, Carlo Pisacane, Riccardo Garrone, Gastone Moschin y Gianni Bonagura, con dialectos y prononciaciones diferentes dan a la peliula una verve que en la comedia de los anos 2000 y de ahoy no se ecnuentra mas(con la eccecion de Enrico Brignano, poderia decir).
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"Audace ciiko dei soliti ignoti"(Nanny LOy, 1959, escrito de mismo director Loyy con dos escnaristas tipicos de la epoca)es un ejemplo de cuando y como el cinema italian sabia hacer cinema, con sonrisa y inventiva verdadera, no como ahora, cuando problemas extenciales sirven de pretexto para hacer qualquie pelicula, de vederdad bastante mal, sin ninguna reflexion con actores de nivel inferior al nivel de la epoca y tambien de los anos 1970-1980, con todas la diferencias del caso. Aqui', actores como Vittorio Gassman, Nino Mandredi, Tiberio Murgia, Carlo Pisacane, Riccardo Garrone, Gastone Moschin y Gianni Bonagura, con dialectos y prononciaciones diferentes dan a la peliula una verve que en la comedia de los anos 2000 y de ahoy no se ecnuentra mas(con la eccecion de Enrico Brignano, poderia decir). Las mujeres son Claudia Cardinale(que aqui' se vee poquito)y Vicky Ludovisi, pero el papel muliebre era menos prononciado, como la muje(pero esto en el cine, no a teatroIr era objecto de deseo mas que de "admiracion fisica"que de apreciacion de las cualidades actorales. Eugen
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eugen
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domenica 4 dicembre 2022
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molto"regionalistico", ma piacevole
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"Audace colpoe dei soiliti ignoti"(Nanny Loy, scritto con Age & Scarpelli, 1959), number two di"I Soliti Ignoti"di Mario Monicelli, anteriore di soli due anni, e si basa molto sul solito contrasto tra Romani e Milanesi, dato che il"colpo", audace o meno, si svolge a Milano ma e'eseguito quasi solo da Romani(ma, come intuiva Pasolini, oggi, "gli Italiani non sono piu'quelli"), con complicita'di un ragioniere del Totocalcio(allora grande mania italiana, oggi forse meno, non so dire bene, bisognerebbe vbasarsi sullse statisstiche), con caratterizzazioni psicologiche anche contrastibr(Gassman fa il ladro incallito e spavaldo, Manfredi, piu'introverso anche di suo, l'"impunito", ossia in realta'incensurato), con personalita'medie"(Carlo Pisacane rende ben il famelico vecchietto bolognese, che non ingrassa mai, anche ingozzandosi), come Tiberio Miurgia, sicliano geloso dlela sorella(Claudia Cardinale, qui scarsamente evidenziata, bisogna dire francamente), Renato Salvatori, come sempre non molto"profilato"), Gianni Boangura, Gastone Moschin, Toni Ucci e Mario Feliciani, qui decisamente solo comprimari, Vicky Ludovisi, francamente poco visibile se non all'inizio come "stripteuse"(ma sembra sia stata scarsa e complessivamente modestra tutta la sua carriera, con un ritiro molto"anticipato").
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"Audace colpoe dei soiliti ignoti"(Nanny Loy, scritto con Age & Scarpelli, 1959), number two di"I Soliti Ignoti"di Mario Monicelli, anteriore di soli due anni, e si basa molto sul solito contrasto tra Romani e Milanesi, dato che il"colpo", audace o meno, si svolge a Milano ma e'eseguito quasi solo da Romani(ma, come intuiva Pasolini, oggi, "gli Italiani non sono piu'quelli"), con complicita'di un ragioniere del Totocalcio(allora grande mania italiana, oggi forse meno, non so dire bene, bisognerebbe vbasarsi sullse statisstiche), con caratterizzazioni psicologiche anche contrastibr(Gassman fa il ladro incallito e spavaldo, Manfredi, piu'introverso anche di suo, l'"impunito", ossia in realta'incensurato), con personalita'medie"(Carlo Pisacane rende ben il famelico vecchietto bolognese, che non ingrassa mai, anche ingozzandosi), come Tiberio Miurgia, sicliano geloso dlela sorella(Claudia Cardinale, qui scarsamente evidenziata, bisogna dire francamente), Renato Salvatori, come sempre non molto"profilato"), Gianni Boangura, Gastone Moschin, Toni Ucci e Mario Feliciani, qui decisamente solo comprimari, Vicky Ludovisi, francamente poco visibile se non all'inizio come "stripteuse"(ma sembra sia stata scarsa e complessivamente modestra tutta la sua carriera, con un ritiro molto"anticipato").. Decisamente il film e'decisamentec dvertente, appunto per i citati contrasti tra i persosnaggi come anche per le smargiassate di Vittorio Gassman, gia'allora decisamente il"mattatore"del gruppo, ma lascia un ricordo limitato di molte scene e anche del plot nel suo complesso, sempre che non vogliamo"indorarlo"oltre misura, il che forse non sarebbe oppoortuno, anche considerando che qualche"cascame"del neorealismo e'ancora inutibile nella scengorafia ma in complesso non arriva a creare una vera"commedia neorealista", dove anche il finale. che vede comunque i "delinquenti"(in realta' dei povertacci)puniti dalla legge rischia di essere un po'retorico e scontato : E?tuttavia vero che rispetto alla comicita' attuale nel cinema italiano, certo fatta salva qualche eccezione, film come questo emergono ancora , se non come"capolavori", emergono ancora e dimostrano che, al "cambio di passo"dei tempi non corrisponde sempre una creativita'che sappia recepire adeguatamente il cambio dei tempi e il loro"segno". El Gato-.Eugen
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albert2020
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sabato 18 luglio 2020
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il vero capostipite della commedia all''italiana
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L’audace colpo dei soliti ignoti è in realtà il vero capolavoro e capostipite della commedia all’italiana. Non fatevi ingannare dai luoghi comuni. Quasi tutte le recensioni di critici snob considerano questo sequel de “I soliti ignoti” un film di qualità inferiore rispetto all’opera prima, forse perché nel primo film recitavano due grandi attori come Totò e Mastroianni, che invece erano assenti nel film di Loy. Invece un’analisi attenta dimostra che il primo film fu solo una prova generale, una sorta di “prologo” di quello che fu invece il vero film perfetto e completo della storia della maldestra banda di ladruncoli.
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L’audace colpo dei soliti ignoti è in realtà il vero capolavoro e capostipite della commedia all’italiana. Non fatevi ingannare dai luoghi comuni. Quasi tutte le recensioni di critici snob considerano questo sequel de “I soliti ignoti” un film di qualità inferiore rispetto all’opera prima, forse perché nel primo film recitavano due grandi attori come Totò e Mastroianni, che invece erano assenti nel film di Loy. Invece un’analisi attenta dimostra che il primo film fu solo una prova generale, una sorta di “prologo” di quello che fu invece il vero film perfetto e completo della storia della maldestra banda di ladruncoli.
E non a caso il pubblico ha sempre gradito maggiormente questo film di Loy (che viene sempre trasmesso regolarmente in tv da molti anni) rispetto a quello di Monicelli.
Infatti il film di Loy possiede 2 qualità notevoli che mancavano al film di Monicelli: ha un ritmo velocissimo, con una serie continua di gag e battute esilaranti, ed è pervaso da un’atmosfera di allegria e comicità che invece era assente nel primo film. Benché il soggetto dei due film sia praticamente identico: una banda di ladruncoli scalcagnati che cerca di organizzare un colpo magistrale, nel primo film dominavano una cupezza e un pessimismo di fondo (di stampo “neorealista” e post-bellico), ad esempio nelle frequenti scene nel carcere, oppure nella tragica morte di Cosimo travolto da un tram. Estremamente lenta e macchinosa era poi tutta la descrizione del furto nella casa disabitata. Grave difetto del primo film era stato anche l’avere concluso la storia con un esito incompiuto e fallimentare: il furto non era riuscito, il progetto della banda era rimasto incompiuto.
La validità artistica de “l’audace” consiste proprio nell’avere compendiato in modo sarcastico ed efficacissimo le mentalità degli italiani, soprattutto - ma non solo - della fine degli anni ’50, in pieno boom economico. Virgilio, il milanese organizzatore del colpo, all’apparenza sembra preciso, energico, intelligente e dotato di ingenti mezzi (luogo comune del “nordico” ricco). Ma poi si rivelerà null’altro che un “bauscia”, un ladruncolo gradasso e squattrinato che si era fatto anticipare 100.000 lire dalla cugina Floriana, che invece si dimostrerà molto più scaltra di quanto non lascino credere i suoi modi da sprovveduta. E i 4 compari romani, alla fine, riusciranno a portare a termine il colpo, e ad impadronirsi degli 80 milioni del totocalcio, anche se poi restituiranno il maltolto, a causa dei loro scrupoli morali.
Insomma, il film è – come pochi altri - un’autentica e preziosa “miniera filologica” per ricostruire linguaggi, stili di vita, mentalità, dell’Italia del boom economico di fine anni ’50 – inizio anni ‘60. Ed è davvero la pietra miliare della commedia all’italiana, poiché i film successivi prenderanno sempre come modello la sua struttura di dialoghi serrati e battute fulminanti, ad esempio “I mostri”, “Il giovedì”, “Il sorpasso”, “Straziami, ma di baci saziami”, di Dino Risi.
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parsifal
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mercoledì 31 gennaio 2018
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capitolo secondo
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A distanza di poco più di un anno dal primo ed indimenticabile capitolo, Nanny Loy, regista di grande spessore ed intelletto,( purtroppo oggi quasi del tutto dimenticato) riceve il testimone per realizzare e portare a termine la seconda parte della vicenda, con gli stessi protagonisti ed una trama con analogie e divergenze.Coadiuvato dai bravissimi Age e Scarpelli, da vita ad una sceneggiatura più leggera , avente in oggetto le vite dei nostri scalcinati e spesso sfortunati beniamini di periferia, con i loro tic e le loro ingenue manie. Capannelle ( l'impareggiabile Carlo PIsacane) perennemente roso dai morsi della fama atavica che lo insegue da una vita, Ferri Botte ( Tiberio Murgia) letteralmente ossessionato dalla gelosia nei confronti della candida e solare Carmela ( una giovanissima e soave Claudia Cardinale), Peppe er Pantera( Gassman più matttatore che mai) pugile suonato e balbuziente , con la mania di redigere piani dove " Tutto è calcolato.
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A distanza di poco più di un anno dal primo ed indimenticabile capitolo, Nanny Loy, regista di grande spessore ed intelletto,( purtroppo oggi quasi del tutto dimenticato) riceve il testimone per realizzare e portare a termine la seconda parte della vicenda, con gli stessi protagonisti ed una trama con analogie e divergenze.Coadiuvato dai bravissimi Age e Scarpelli, da vita ad una sceneggiatura più leggera , avente in oggetto le vite dei nostri scalcinati e spesso sfortunati beniamini di periferia, con i loro tic e le loro ingenue manie. Capannelle ( l'impareggiabile Carlo PIsacane) perennemente roso dai morsi della fama atavica che lo insegue da una vita, Ferri Botte ( Tiberio Murgia) letteralmente ossessionato dalla gelosia nei confronti della candida e solare Carmela ( una giovanissima e soave Claudia Cardinale), Peppe er Pantera( Gassman più matttatore che mai) pugile suonato e balbuziente , con la mania di redigere piani dove " Tutto è calcolato...Sc, Sc... Scientifico" ed il nuovo personaggio Ugo Piede Amaro,( Nino MAnfredi) perennemente in lotta con l'ex moglie. Si affaccia nelle loro vite una nuova presenza , Virgilio il MIlanese interpretato da un ottimo e preparatissimo Riccardo Garrone, che in quest'occcasione avrà l'opportunità di dimostrare appieno le sue doti di attore completo e versatile. Ad onor del vero , parte del merito deve andare anche all'attore che lo doppia, il grande Tedeschi, meneghino doc, che caratterizza maggiormente il personaggio con il suo inconfondibile accento. La proposta di Virgilio è la seguente; intercettare i fondi del Totocalcio , durante la trasferta in automobile , ed appropriarsene senza colpo ferire , in virtù della presenza di un basista, un ragionere succube della moglie ed amante della cugina del gangster Floriana ( Vicky Ludovisi) svampita soubrette di tabarin, non certo di elevato livello. Non tutto andrà secondo i piani pestabiliti ed i nostri goffi beniamini avranno più di un'occasione per dimostrare la loro incapicità delinquenziale e loro maldestra e pedestre attitudine alla sfortuna. Una sequela di gag di ogni genere allietano lo spirito dello spettatore. Ottimo sequel.
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daniela macherelli
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giovedì 23 giugno 2016
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l'audace colpo: metropoli in divenire
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Il film di Nanni Loy del 1959 è un’ interessante testimonianza sulla realtà delle metropoli italiane in quel periodo, nel momento di transizione tra il dopoguerra, con i disagi sociali, morali e economici che l’avevano caratterizzata, e l’inizio del boom, tra la speranza di un futuro migliore e il suo concretizzarsi. Per la verità l'opera mostra in prevalenza le difficoltà del vivere quotidiano di un gruppo di ladruncoli che vivono di espedienti, e una povertà che ancora condiziona la gente comune in modo piuttosto marcato, ma nel contempo testimonia la presenza dei nuovi quartieri delle periferie, con i palazzoni sorti per ospitare gli immigrati inurbati a seguito del rapido decollare dell’industrializzazione e della produzione pensata per le grandi masse, che da lì a poco avrebbe modificato profondamente la società italiana.
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Il film di Nanni Loy del 1959 è un’ interessante testimonianza sulla realtà delle metropoli italiane in quel periodo, nel momento di transizione tra il dopoguerra, con i disagi sociali, morali e economici che l’avevano caratterizzata, e l’inizio del boom, tra la speranza di un futuro migliore e il suo concretizzarsi. Per la verità l'opera mostra in prevalenza le difficoltà del vivere quotidiano di un gruppo di ladruncoli che vivono di espedienti, e una povertà che ancora condiziona la gente comune in modo piuttosto marcato, ma nel contempo testimonia la presenza dei nuovi quartieri delle periferie, con i palazzoni sorti per ospitare gli immigrati inurbati a seguito del rapido decollare dell’industrializzazione e della produzione pensata per le grandi masse, che da lì a poco avrebbe modificato profondamente la società italiana. La ricorrente presenza dei manifesti pubblicitari, dei modelli di utilitarie Fiat da pochi anni immessi sul mercato, e dei negozi di generi voluttuari, rendono efficacemente la parabola ascendente del tenore di vita che caratterizza quegli anni, insieme agli ampi vialoni di nuova costruzione, pensati per la motorizzazione di massa. Suggestiva agli occhi dello spettatore di oggi risulta anche la compresenza nel tessuto urbano di nuovi edifici, simbolo del futuro, e delle case ferite dal conflitto bellico ancora recente, che bene rendono l’idea di una società a cavallo fra due periodi storici. Sul finire del film, infine, un pastore col suo gregge passa lungo una strada di periferia, toccante testimonianza di un’invadenza sempre più marcata della città nei confronti della campagna, tanto da costringerle ad una convivenza forzata quanto innaturale.
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gertrude
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lunedì 1 settembre 2014
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“m’hanno rimasto solo, ‘sti quattro cornuti!”
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Nulla è cambiato dal primo film, i soliti (ig)noti hanno ricominciato la loro vita sempre a raccattare qualche soldo in giro: Capannelle continua a fare il mangia e fuggi nei ristoranti, Peppe da boxer mancato continua a lavorare in cantiere, Ferribotte sorveglia la sorella e la protegge dai baci di Mario che purtroppo non ha i soldi per poterla sposare. Neanche a volerlo la loro ordinarietà viene improvvisamente stravolta dal “milanese” (Riccardo Garrone) che propone loro di rapinare il furgone del Totocalcio. Un’offerta da milioni di lire irrinunciabile da parte dei nostri amici, per i quali da una parte ci aspettiamo un fiasco, dall’altra speriamo che stavolta sia quella buona.
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Nulla è cambiato dal primo film, i soliti (ig)noti hanno ricominciato la loro vita sempre a raccattare qualche soldo in giro: Capannelle continua a fare il mangia e fuggi nei ristoranti, Peppe da boxer mancato continua a lavorare in cantiere, Ferribotte sorveglia la sorella e la protegge dai baci di Mario che purtroppo non ha i soldi per poterla sposare. Neanche a volerlo la loro ordinarietà viene improvvisamente stravolta dal “milanese” (Riccardo Garrone) che propone loro di rapinare il furgone del Totocalcio. Un’offerta da milioni di lire irrinunciabile da parte dei nostri amici, per i quali da una parte ci aspettiamo un fiasco, dall’altra speriamo che stavolta sia quella buona. Il colpo deve svolgersi a Milano e usando come alibi l’essere spettatori della partita Roma-Milan, devono avere una macchina per poter portare il bottino a casa. La persona più adatta per questo genere di cose non può essere altri che il meccanico divorziato Piede Amaro (Nino Manfredi), il quale ci fa tornare alla mente il ruolo interpretato da Marcello Mastroianni nel film precedente.
Nonostante questo sia il secondo episodio, non risulta essere minimamente sottotono rispetto al primo e non ho notato alcuna caduta di stile, anzi gli tiene testa! Un vero e proprio audace colpo a partire dal titolo, fino ai personaggi intrisi di sentimento e di comicità sapientemente combinati, fino alle loro dinamiche e alla trama che per come si sviluppa ci fa sperare fino alla fine nella loro riuscita. Quello che riesce però è il loro animo combinato a una buona dose di sfortuna, che dopo tutto li spinge a pensare che quei soldi non avrebbero saputo come usarli.
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fausto
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mercoledì 25 febbraio 2009
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degno sequel del primo capitolo
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Di solito i sequel deludono le aspettative, ovviamente i 'primi' sono sempre i migliori. E' comunque un sequel degno del predecessore, anke se un minimo di inluenza la sente.
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yuri
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mercoledì 2 luglio 2008
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audace colpo dei soliti ignoti
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a distanza di qualche tempo l'ex pugile, ex criminale, ora muratore disoccupato Peppe viene chiamato dal Milanese, astuto criminale di Milano, amico di Dante Cruciani, per fare un colpo organizzato alla perfezione, al furgone del totocalcio.
Per farlo serve gente poco conosciuta, quindi "Er pantera" riunisce i soliti ignoti, per un altro colpo scientifico.
A I soliti Ignoti rimane il grande merito dell'idea di partenza, ed è per questo che, il seguente film non lo si può definire "migliore", in compenso Audace colpo dei soliti ignoti, possiede continui colpi di scena, un piano ancor più scientifico e una macchina super attrezzata con marchingegni straordinari, come, la sua vernice scrostabile (ritrovabile in film come New York Taxi) e la sua targa convertibile (presa anche per film come taxi).
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a distanza di qualche tempo l'ex pugile, ex criminale, ora muratore disoccupato Peppe viene chiamato dal Milanese, astuto criminale di Milano, amico di Dante Cruciani, per fare un colpo organizzato alla perfezione, al furgone del totocalcio.
Per farlo serve gente poco conosciuta, quindi "Er pantera" riunisce i soliti ignoti, per un altro colpo scientifico.
A I soliti Ignoti rimane il grande merito dell'idea di partenza, ed è per questo che, il seguente film non lo si può definire "migliore", in compenso Audace colpo dei soliti ignoti, possiede continui colpi di scena, un piano ancor più scientifico e una macchina super attrezzata con marchingegni straordinari, come, la sua vernice scrostabile (ritrovabile in film come New York Taxi) e la sua targa convertibile (presa anche per film come taxi). Questo film forse non avrà fatto scuola come il suo predecessore, ma ha sicuramente aperto la strada ai futuri, Mission Impossible e i vari Ocean's (con rapinatori ben più fortunati dei nostri connazionali).
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andrea
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mercoledì 23 aprile 2008
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anni 60
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e' l'anno della svolta. siamo negli anni sessanta, i maldestri rapinatori sono evoluti nella direzione dell'italia nuova, con le gilera, i motori truccati, le mogli che lasciano i mariti poco di buono, i dandy bauscia milanesi, la trasferta alla partita di calcio, gli spogliarelli. tutto questo due anni prima non c'era. siamo molto piu vicini al sorpasso che al primo episodio. non é scherzoso, ma leggero com quegli anni. mette in risalto la consapevolezza di questo passaggio epocale italiano anche nella figura della suocera di piede amaro che parteggia per il genero invece che per la figlia. incredibile arguzia pensando che nel primo di monicelli c'era l'emancipazione di carmela la cardinale ora é la vecchia generazione che si lamenta dei nuovi tempi.
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e' l'anno della svolta. siamo negli anni sessanta, i maldestri rapinatori sono evoluti nella direzione dell'italia nuova, con le gilera, i motori truccati, le mogli che lasciano i mariti poco di buono, i dandy bauscia milanesi, la trasferta alla partita di calcio, gli spogliarelli. tutto questo due anni prima non c'era. siamo molto piu vicini al sorpasso che al primo episodio. non é scherzoso, ma leggero com quegli anni. mette in risalto la consapevolezza di questo passaggio epocale italiano anche nella figura della suocera di piede amaro che parteggia per il genero invece che per la figlia. incredibile arguzia pensando che nel primo di monicelli c'era l'emancipazione di carmela la cardinale ora é la vecchia generazione che si lamenta dei nuovi tempi. film eccezzionale sia per la quantita di gag umoristiche ma soprattutto per la visione globale dei suoi tempi. pensiamo che loy giro lo stesso anno in cui fellini fece la dolce vita!
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(di nico g.)
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nico
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mercoledì 1 agosto 2007
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bello sì ma niente paragoni con "i soliti ignoti".
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Poiché ho letto in una recensione di questo stesso forum che "l'allievo supera il maestro"volevo spender 2 parole in merito. In questo film non c'è quella serie di frasi e battute storiche che fanno del primo film - I SOLITI IGNOTI - un cult insuperabile, senza precedenti nè successori. Quel film sta lì in alto, va oltre il tempo in cui è stato girato e noi poveri mortali non possiamo far altro che adorarlo, fieri del fatto che una volta, tanto tanto tempo fa, il cinema italiano era veramente all'avanguardia. Monicelli non si batte, così attento ai dettagli ed ai tempi privi di inutili digressioni...Come sostituire Totò con Garrone ( con tutto il rispetto per lui? ). A parte questo, se visto senza fare il paragone appunto col film precedente, questo è un ottimo film, gradevole e che scorre abbastanza bene.
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Poiché ho letto in una recensione di questo stesso forum che "l'allievo supera il maestro"volevo spender 2 parole in merito. In questo film non c'è quella serie di frasi e battute storiche che fanno del primo film - I SOLITI IGNOTI - un cult insuperabile, senza precedenti nè successori. Quel film sta lì in alto, va oltre il tempo in cui è stato girato e noi poveri mortali non possiamo far altro che adorarlo, fieri del fatto che una volta, tanto tanto tempo fa, il cinema italiano era veramente all'avanguardia. Monicelli non si batte, così attento ai dettagli ed ai tempi privi di inutili digressioni...Come sostituire Totò con Garrone ( con tutto il rispetto per lui? ). A parte questo, se visto senza fare il paragone appunto col film precedente, questo è un ottimo film, gradevole e che scorre abbastanza bene. Bella ed azzeccata in particolar modo l'interpretazione di (Satur)Nino Manfredi che fa "piede amaro", asso dei motori ma lamentoso padre frustrato da una moglie egoista. Gassman è un mostro come al solito.
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[+] x nico
(di alice)
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