|
"Porte des Lilas", film di René Clair: grande film, costruito con elementi semplici, bianco e nero efficacissimo, vita di un quartiere, due amici buoni(uno"a nulla"o almeno tale crede d'essere), la difficoltà di vivere e di relazionarsi, con l'irruzione di un"terzo", un bandito vero, complicazioni sentimentali. Il tutto, con sequenze anche francamente comiche(quelle del fumo nel camino, con il rischio di bruciare la casa...) in un contesto comunque drammatico(la miseria, la difficoltà nel sopravvivere), con una"contaminatio", oltremodo feconda, tipica peraltro di Clair e della sua formazione surrealista("Entr'acte", ma non solo, molti anni prima di questo film della seconda metà degli anni Cinquanta). Film d'atmosfera, con neve, pioggia, poco sole, con l'elogio della periferia, con l'interpretazione di Pierre Brasseur, di cui non si dirà mai abbastanza bene, ma anche di Georges Brassens, immortale chansonnier - libertario cantore degli esclusi ma qui soprattutto chitarrista, un po'cantante, ma appunto soprattutto interprete, di notevolissimo livello. Anche Henry Vidal, il"vilain", di Dany Carrel, la"jeune fille". Film d'atmosfera, ma anche pieno di significati etici(il finale tragico quasi in"pianissimo", quasi sottaciuto, silenziato, rientrante subito dopo in una"normalità"che ricorda successive canzoni brassensiane come"L'Assassinat", un capolavoro non a caso studiato nei licei e all'università, beninteso in Francia), senza nessuna retorica, senza alcun"peana"gridato. El Gato
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|