Giuseppe Marotta
Quante ne succedono. Capi di Stato, prefetti, sindaci, capitani dell'industria riveriscono ufficialmente le Veneri internazionali del cinema. Eisenhower e Peròn mormorano inchinandosi: “Divina... magnifica”; parole che forse dai tempi del Collegio militare li avevano abbandonati. In visita alla FIAT, Gina Lollobrigida esce seguita, o preceduta, da una fulgida "1900" che la fabbrica ha voluto regalarle; a 'Sofia Loren vengono offerte le chiavi di una città straniera; delegazioni giapponesi recano doni e poemetti a Silvana Mangano; il "sipario di ferro", che intimidisce i più abili agenti segreti, è lacerato di colpo dai film della "Bersagliera"; l'arrivo della "pizzaiola" a Bologna, per Il segno di Venere, determina scene di allegrezza inaudite, con la gioventù studiosa che gremisce la piazza' sulla quale si affaccia la diva e interminabilmente 'scandisce: “So-fia. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (6567 caratteri spazi inclusi) su 1956