Film drammatico, con venature grottesche ed anche comiche, tutto incentrato sui paradossi. Le tematiche principali sono il concetto di libertà per una persona uscita dal carcere, il suo reinserimento nella Società e l’arricchimento senza scrupoli. La narrazione ricorre addirittura allo sterminio verso la Comunità ebraica e comunque accenna a quella condizione, e questo mi sembra un grande merito che solamente un regista neorealista poteva permettersi di presentare.
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Film drammatico, con venature grottesche ed anche comiche, tutto incentrato sui paradossi. Le tematiche principali sono il concetto di libertà per una persona uscita dal carcere, il suo reinserimento nella Società e l’arricchimento senza scrupoli. La narrazione ricorre addirittura allo sterminio verso la Comunità ebraica e comunque accenna a quella condizione, e questo mi sembra un grande merito che solamente un regista neorealista poteva permettersi di presentare. Il regista della pellicola è Roberto Rosellini, uno dei padri del neorealismo. Nel ruolo del protagonista abbiamo un grande Totò, in una delle sue migliori interpretazioni, ma questo fatto non venne apprezzato dal pubblico dell’epoca, come spesso è accaduto. Molto belle anche le canzoni d’amore decantate da Totò, decisamente malinconiche, che conferiscono passione e spessore al suo personaggio.
Straordinaria è l’interpretazione di “Casa mia”, scritta e musicata dallo stesso Totò.
Considero “Dov’è la libertà” un grande film, da vedere sicuramente.
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