
Titolo originale | The Bad Batch |
Anno | 2016 |
Genere | Horror |
Produzione | USA |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Ana Lily Amirpour |
Attori | Jason Momoa, Keanu Reeves, Jim Carrey, Suki Waterhouse, Diego Luna Yolonda Ross, Giovanni Ribisi, Jayda Fink, Aye Hasegawa, Louie Lopez Jr., E.R. Ruiz, Cory Roberts, Joni Podesta, Almayvonne, Danielle Orner, Mandy Pursley, Alina Aliluykina, Ashleigh Biller, Irene Guindal, Nina Mansker, Emily O'Brien, DaLaura Patton, Lana Walling, Ndea Williams, Eamon O'Rourke. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,39 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 14 aprile 2017
La storia d'amore tra un cannibale e la ragazza che dovrebbe diventare il suo cibo. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, Al Box Office Usa The Bad Batch ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 181 mila dollari e 91,1 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Arlen viene espulsa dai confini del Texas, abbandonata a se stessa in un deserto senza fine, che è solo l'anticamera del vero inferno: il lotto degli ultimi dell'umanità, gli esiliati, quelli che cercano soltanto di sopravvivere, dopo aver perso il diritto alla cittadinanza. Qui la ragazza incappa subito in un gruppo di persone che non si fa scrupolo di mangiare carne umana, un pezzo alla volta, e diventa lei stessa carne da macello. Ormai senza una gamba e un braccio, riesce a scappare e a raggiungere un altro assembramento, nell'area detta di Comfort, abitato da gente disperata ma se non altro più mite, che pende dalle labbra di un ricco guru che incarna e promette il raggiungimento del "sogno".
Metafora esplicita del rovescio del sogno americano e della forbice sociale che si allarga pericolosamente nella terra promessa, il parawestern di Ana Lily Amirpour segue la buona prova di A Girl Walks Home Alone at Night ma ne perde la leggerezza e la coerenza interna. La nuova vendicatrice solitaria (questa volta soltanto di se stessa), interpretata da Suki Waterhouse, è una sorta di Rosanna Arquette dei tempi in cui si cercava Susan disperatamente, ibridata con la Kinski allucinata di Coppola e soprattutto con l'eroina di George Miller, al cui recente Mad Max: Fury Road la regista guarda piuttosto apertamente.
Il suo immaginario è dunque meno originale di quanto possa apparire di primo acchito, ma rimane un immaginario forte e creativo. È piuttosto sul fronte della sostanza del racconto che la Amirpour è ancora un po' confusa, esattamente come viene rimproverato al suo personaggio. Il divertimento è di sicuro parte del pacchetto, gli spaghetti reclamati dalla bambina sul finale sono anche un richiamo omaggiante un preciso genere di cinema, ma la Amirpour sembra mirare alto nell'intento critico-sociale e però si perde nei dettagli, si lascia abbindolare dai lustrini sanguinolenti del suo stesso sogno. Così i vuoti affiorano, non solo nei dialoghi, prudentemente ridotti all'osso, ma anche nel mix dei generi, che dovrebbe essere il suo punto di forza, e invece appare un alibi, un modo per non scegliere.
The Bad Batch è dilatato oltre il suo tempo ideale e arriva in alcuni punti quasi ad annoiare. Gli sguardi tra i personaggi, trasformati ogni volta in duelli al sole (com'è leggittimo che sia in un film che parla di una razza, quella umana, che vive nella paura dei propri simili), non reggono e non vibrano come dovrebbero, finendo per trasformarsi spesso in tempi morti. Il finale conquista, ma è anch'esso una piccola trappola, una lusinga con la quale ci viene chiesto di perdonare gli incidenti del percorso che ci ha condotto fin lì. Ciascuno è libero di decidere il da farsi.