
Anno | 2010 |
Genere | Thriller |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Son Jae-Gon |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 aprile 2011
Il truffatore professionista Chang-in si finge romanziere per entrare in contatto con Yeon-joo, vedova di un "collega" di Chang-in. Lo scopo è quello di recuperare un manufatto cinese, ma il compito si rivelerà più difficile del previsto
CONSIGLIATO SÌ
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Il regista e sceneggiatore Son Jae-gon mostra ben presto di saper padroneggiare ritmi e canoni della pochade classica, mescolando elegantemente elementi di action e cambi di registro. La prima parte di Villain & Widow guida lo spettatore in un intricato gioco doppio e triplo che ruota attorno a due personaggi ottimamente costruiti: lo spavaldo mentitore professionista Chang-in e l'inconsapevole Yeon-joo, affidati a due star come Han Seok-kyu e Kim Hye-soo (quest'ultima necessariamente privata del prorompente sex appeal), coppia già vista nel lontano 1995 in Dr. Bong. Il plot principale funziona, grazie a dialoghi brillanti e ben calibrati, che stupiscono quando Chang-in mostra il suo lato più umano, mostrandosi vulnerabile con Yeon-joo e comprensivo con la di lei difficile figlia. Sequenze come quella dell'equivoco che porta Chang-in a rimanere imprigionato in cantina o gli interventi della vicina ficcanaso che ha paura di invecchiare - tema sempre più ricorrente quello dell'ossessione delle donne coreane per l'aspetto esteriore - non possono lasciare indifferenti per perizia e verve, laddove le sottotrame appena accennate (il poliziotto innamorato, l'alcolismo di Yeon-joo) o i tentativi di approfondimento psicologico di madre e figlia stentano a decollare e finiscono per svolgere un ruolo di mero riempitivo. Ancora una volta qualche taglio avrebbe giovato alla coesione narrativa, che nella seconda parte si avvia in maniera discontinuo verso un epilogo tutt'altro che convincente.