Prison Break - Stagione 2

La sindrome "da seconda stagione" è solita attanagliare i realizzatori di qualsiasi serie televisiva, ancor di più se la prima ha riscosso un successo clamoroso di pubblico e critica. Prison Break, fortunatamente, non solo non soffre di questa...malattia, ma riesce a rinnovare se stessa, attuando un processo di palingenesi e rinnovamento che non ha pari nella storia recente dei serial televisivi.
La seconda stagione infatti stravolge completamente i canoni stilistici e contenutistici della prima, senza per questo tradire le attese degli appassionati. Laddove avevamo infatti un gruppo numeroso e compatto di uomini racchiusi in un ambiente ben delimitato, con pochissime scene girate all'esterno del carcere, stavolta, per evidenti motivi, il teatro dell'azione è l'intero territorio americano (e non solo...). Il gruppo di fuggiaschi, una volta scappati da Fox River, si divide: hanno così inizio una serie di innumerevoli sottotrame che raccontano, in maniera spettacolare ed entusiasmante, le sorti dei protagonisti della prima stagione.
Le domande degli spettatori si accavallano: riusciranno Michael e Linc a risolvere il complotto che vede coinvolto come vittima designata e innocente quest'ultimo? Chi c'è davvero dietro la cospirazione? Sucre coronerà il suo sogno d'amore con Mariecruz? Il capitano Bellick acciufferà i fuggiaschi? Riuscirà T-Bag a vendicarsi di chi lo ha fatto finire in carcere? La seconda stagione di Prison Break è a dir poco esplosiva, grazie a una serie ininterrotta di colpi di scena che inchiodano letteralmente il pubblico alla poltrona: nessuno è ciò che sembra e anche i cattivi possono facilmente cambiare bandiera...
Una solida garanzia di qualità viene dal cast, sempre valido, che vede alcune azzeccate aggiunte rispetto alla prima stagione, una su tutte quella dell'eccellente William Fincher, già protagonista dello sfortunato Invasion (e caratterista di gran pregio in molti film hollywoodiani), che interpreta un agente dell'Fbi con molti scheletri nell'armadio, alla strenua ricerca di un modo per riportare a Fox River il gruppo di evasi.
Prison Break si riconferma come prodotto di intrattenimento in grande stile, forse poco realistico e non paragonabile per spessore autoriale ad altre serie come The Wire, Oz oThe Shield, ma sempre capace di far trascorrere un'ora avvincente ed emozionante al proprio pubblico. Piace (e tutto sommato stupisce) soprattutto il modo col quale gli autori riescono a rendere credibili i continui colpi di scena (o cliffhanger), che stavolta non riguardano più solo le sorti dei due fratelli, ma tutti i personaggi le cui vicende si intrecciano continuamente. Nonostante questa seconda stagione risolva gran parte delle sottotrame che vengono aperte nelle prime puntate, il vero gran finale è rimandato all'anno prossimo: i produttori hanno annunciato infatti che ci sarà anche una terza, e crediamo risolutiva, stagione. Riusciranno Brett Ratner, Paul Scheuring, Matt Olmstead, Marty Adelstein, Dawn Parouse e Neal Moritz, produttori e autori del serial, a mantenerne intatta la magia? Vista la qualità di questa seconda stagione, ci mettiamo la mano sul fuoco. 