The Storm Riders

Da un popolare fumetto, un kolossal del fantasy made in Hong Kong dal retrogusto digitale. Andrew Lau Lo è rinomato per la capacità di alternare successi (vedere la serie Infernal Affairs e i primi lavori) a ciofeche antologiche (uno su tutti il ridicolo The Park); The Storm Riders, avendo fatto registrare incassi record, ha perlomeno il merito di aver salvato alla sua uscita la Golden Harvest dal tracollo finanziario. In una Cina arcaica/fantastica, il clan dei conquistatori mira al dominio del mondo: unico ostacolo il clan rivale, capitanato dal leggendario guerriero Sword Saint. Il signore dei conquistatori, su suggerimento di una profezia del Budda di Fango, per poter trionfare in duello contro l'acerrimo nemico dovrà attendere dieci anni e trovare nel mentre due bambini di nome Vento e Nuvola, nati nei villaggi circostanti. Compiute dissacranti carneficine per trovare i due piccoli, il leader dei conquistatori, un Sonny Chiba come sempre ispirato, addestrerà gli eletti per dieci anni. Nuvola e vento però, una volta cresciuti, mediteranno vendetta. Fumettone spudoratamente pretenzioso, il titolo va oltre le aspettative riuscendo, nonostante una trama leggerina e confusa a 360 gradi, a caratterizzare abbastanza i personaggi principali e ad offrire un intrattenimento di sicuro appeal per lo spettatore ben predisposto. Di contro, le tantissime intrusioni digitali sono spesso un pugno nell'occhio e più adatte ad un videogame; ciò, unito ad un intreccio fondato su colonne tutt'altro che solide, spegne molti dei possibili entusiasmi. Andrew Lau è un coraggioso che accecato dal proprio ardore ogni tanto finisce in qualche strapiombo, ma non è questo il caso: buca schivata. 