
Anno | 2025 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 63 minuti |
Regia di | Giordano Bruno Guerri |
Uscita | lunedì 15 settembre 2025 |
Distribuzione | RS Productions |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 12 agosto 2025
Il racconto del movimento artistico che, più di cento anni fa, ha ribaltato l'arte, la scrittura, il modo di vivere: il Futurismo. Caffeina del mondo è 88° in classifica al Box Office. mercoledì 24 settembre ha incassato € 149,00 e registrato 304 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Quando esce nel 1909, sulle pagine del quotidiano francese Le Figaro, il Manifesto del Futurismo appare immediatamente come una rivoluzione, un vigoroso scossone al mondo della cultura e della società, una provocazione estetica che intende ridisegnare ogni aspetto della vita del nuovo secolo. Per riaffermarne la portata e le intuizioni avverate, Caffeina del mondo, scritto da Giordano Bruno Guerri con Massimiliano Orfei e codiretto con Massimo Spanosi, propone con un approccio laico e non paludato un'introduzione prismatica a una tra le avanguardie più decisive e anche divisive (il tristemente noto inciso "guerra sola igiene del mondo", poi ridimensionato dagli stessi estensori, dopo l'esperienza del primo conflitto mondiale).
Una monografia ancorata con precisione a dichiarazioni e opere degli artisti indagati: Filippo Tommaso Marinetti, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Antonio Sant'Elia, Luigi Russolo, Gino Severini, Barbara (Olga Biglieri), Giannina Censi.
Prodotto da Qualityfilm e Luce Cinecittà con il contributo del Ministero della Cultura in collaborazione con Rai Documentari, Caffeina del mondo si concentra in particolare sulla formidabile capacità del gruppo di intellettuali guidato da Marinetti di anticipare il mondo che sarebbe venuto: l'accelerazione della velocità in tutti i processi, vieppiù nella comunicazione, la razionalizzazione della vita quotidiana, l'impatto massiccio della tecnologia nelle esistenze degli individui, una nuova concezione dei generi sessuali, oltre che di arte.
Con una doppia anima didattica e creativa, con un'operazione mimetica fertile rispetto all'oggetto che si propone di sondare, il film accosta svariate tecniche e linguaggi: alterna interventi esplicativi di esperti - Guerri, la docente universitaria e saggista Simona Cigliana e la critica d'arte Francesca Balbi Marinetti - a situazioni rimesse in scena con attori, e affianca loro anche immagini di repertorio, con associazioni anche libere, ed effetti speciali grafici a visualizzare l'idea avveniristica e ipercinetica della città futurista, richiamarne lo "slancio vitalistico".
Saggista, specialista nello studio del fascismo, già presidente e direttore della Fondazione Vittoriale degli Italiani, il museo di Gardone Riviera dedicato a Gabriele D'Annunzio, Guerri ricorda anche le prime prove cinematografiche tra cui Vita futurista, con Marinetti, purtroppo perduto. Stabilendo così immediatamente l'identificazione che la corrente vedeva nel cinema (quale termine è più futurista?), come linguaggio con cui crescere le nuove generazioni.
Un documento di storia dell'arte che sfrutta a pieno le location museali (il Maxxi di Roma, il Museo Pietro Canonica, La Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Palazzo Brancaccio, Centrale Montemartini, anche il Vittoriale), ricerca cinetica che si candida a viatico per approfondire un movimento estremamente preveggente.
I futuristi sono stati precursori del mondo moderno, dello sviluppo tecnologico, della sperimentazione nelle arti, dal Dadaismo e dal Surrealismo al rap. Immaginavano già un mondo potenzialmente iperconnesso, in cui due persone avrebbero potuto comunicare tra di loro restando sedute sulle rispettive poltrone, scambiandosi a distanza qualsiasi messaggio, magari anche scambiandosi solo delle immagini. [...] Vai alla recensione »
Non un film sul nome comune della molecola liposolubile 1,3,7trimetilxantina e sulla sua diffusione nel globo, ma un documentario didattico sul futurismo di stampo televisivo, tanto che - ohibò! - è già stato trasmesso in prima serata su Rai3: il titolo deriva dal sovraeccitato soprannome di Filippo Marinetti, che con il movimento di cui era apice fu avanguardia fondamentale e trasversale - dalla poesia [...] Vai alla recensione »