
Titolo originale | Arkoudotrypa |
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Grecia |
Durata | 128 minuti |
Regia di | Stergios Dinopoulos, Krysianna Papadakis |
Attori | Leyteris Tsatsis, Arsinoi Pilou, Chara Kyriazi, Pamela Oikonomaki, Sofia Linospori Sozos Christou, Leda Katsanouli. |
Tag | Da vedere 2025 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 2 settembre 2025
La storia di Argyro, una contadina forte e determinata, e della sua migliore amica Anneta che scopre di essere incinta e vuole lasciare il villaggio.
CONSIGLIATO SÌ
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A Tirna, villaggio sulle montagne della Grecia, Argyro lavora come contadina mentre la migliore amica Anneta fa la manicure ed è la ragazza più popolare del paese. Quando Anneta le rivela di essere incinta e di voler seguire il fidanzato poliziotto nella casa dove vive con la madre, Argyro vede le sue certezze cadere e prova in tutti i modi a dichiarare all'amica il suo amore. Incapaci di restare separate, però, nonostante la distanza e l'infelicità, Argyro e Anneta troveranno il modo di incontrarsi di nuovo e stare, questa volta per sempre insieme.
Rielaborazione di un precedente cortometraggio diretto dalla coppia di registi greci Stergios Dinopoulos e Krysianna B. Papadakis, Bearcave, cioè la caverna dell'orso, racconta una storia d'amore omosessuale nel contesto straniante del mondo rurale greco.
La diversità delle due protagoniste, e dunque la rivoluzione del loro amore queer, è resa evidente proprio dal contrasto tra la loro presenza sgargiante e fuori tono e il luogo cupo in cui abitano e da cui idealmente e fisicamente entrambe cercano di scappare, salvo non riuscire a sfuggirgli.
Dentro paesaggi aspri dove l'amore stesso non ha posto, tra rocce grigiastre, foreste cupe, animali da accudire e campi da coltivare, due creature aggressive come le protagoniste - aggressive perché appariscenti, volitive, amanti del divertimento, dell'alcol e delle feste - appaiono come diamanti nel fango.
Analogamente, lo stile dei due registi, che hanno lavorato al film in modo collettivo coinvolgendo la piccola troupe nelle diverse fasi di creazione, mira a creare immagini dai colori contrastati e offuscati, tra la cupezza delle atmosfere e i toni saturi e sparati degli abbigliamenti o delle acconciature, delle paillette e delle luci fluo dei locali, con un sistema di opposizioni elementare ma necessario alla drammaturgia del film.
Bearcave è infatti un melodramma, e del genere ha tutto: il sentimento nascosto, l'impedimento amoroso, la separazione, la lontananza, l'avvicinamento, lo scontro, l'unione finale. A fare da trait-d'union tra il racconto tutto sommato tradizionale e l'unicità delle sue protagoniste, dal momento che ogni cosa della vita Argyro e Anneta ricorda una condizione d'oppressione e soffocamento (il fidanzato e la futura suocera di Anneta, gli amici del paese con cui Argyro è costretta a uscire, la povertà del paese di montagna e la durezza del lavoro della terra o la noia di una gravidanza...), è il contesto magico del mondo rurale greco: la grotta dove le due donne si recano in escursione prima di separarsi, o l'albero sulla collina sotto il quale siedono nel finale («Mi va bene di stare qui», dice una all'altra), sono come antri magici; luoghi del cuore che grazie a immagini di grande potenza figurativa, diventano rifugi.
Bearcave ha qualcosa di uno dei più bei mélo degli ultimi anni, La vita invisibile di Eurídice Gusmão, di cui recupera l'idea di usare la geografia fisica come tramite dell'emotività (là come in questo caso una montagna diventa un luogo di perdizione spirituale, quasi un aldilà) e di giocare visivamente con la dislocazione dei personaggi nelle inquadrature e con la distanza di ripresa, tra campi lunghi e lunghissimi e piani ravvicinati. In questo modo delle normalissime eppure speciali Argyro e Anneta (interpretate dalle intense Hara Kyriazi e Pamela Oikonomaki) lo spettatore ha una visione intima e al tempo stesso oggettiva, così vicine e così lontane, trascinanti, belle e forse irreali come creature mitiche.
Non è privo di fascino il lungometraggio d'esordio dei co-sceneggiatori e registi Stergios Dinopoulos e Krysianna Papadakis, Bearcave, film in concorso alle Giornate degli autori, sezione parallela e autonoma del Festival di Venezia 82. Nato dall'omonimo cortometraggio, con le esordienti Xara Kyriazi e Pamela Oikonomaki, ha vinto il premio nella sezione Works in Progress del programma industry del [...] Vai alla recensione »