
Titolo originale | Kong Xiu |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina |
Durata | 118 minuti |
Regia di | Wang Chao |
Attori | Shen Shi Yu . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 settembre 2023
Una donna è decisa ad avere una vita migliore nonostante il peso del duro lavoro e due matrimonio fallimentari.
CONSIGLIATO SÌ
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Xiu è una diciannovenne quando è praticamente costretta al primo matrimonio da cui avrà due figli ma che non sarà un'unione felice. Partendo dagli anni'60 ne seguiamo la vita fino agli '80 vedendo così all'opera i mutamenti sociali che hanno attraversato la Cina in quei decenni.
Wang Chao riflette sulla storia di un ventennio della Cina Popolare attraverso la figura di una donna che può subire maltrattamenti ma senza mai abbassare la testa.
Xiu, la protagonista del film, consente a chi lo ha scritto e diretto di offrire uno spaccato della storia abbastanza recente del proprio Paese attraverso la vita di una donna che viene mostrata nel divenire dei giorni. Senza proclami e anche senza l'intenzione di realizzare un pamphlet per immagini. Il maoismo, nonostante il mausoleo di piazza Tien An Men dedicato alla grande guida, pesa come un macigno sulla storia della Cina. Chao ci mostra come fosse pervasivo di ogni singolo spazio di vita con le letture collettive dell'onnipresente libretto rosso con i pensieri del padre della patria ma anche con una struttura organizzativa che da un lato fingeva di aderire ai piani colossali di avanzamento industriale e dall'altro nascondeva le falle. Si potrebbe affermare che il cinema cinese (in particolare quello di Zhang Yimou che gli effetti della Rivoluzione Culturale li ha provati personalmente) abbia già affrontato quel periodo storico. Qui però l'originalità sta sia nell'estetica che nell'ottica scelta. L'estetica, con quel rimando al passaggio del treno che sottintende il progresso ma anche la memoria del passato, tende però a non premere mai sul tasto della facile emotività. Noi siamo chiamati ad osservare quello che accade a Xiu ma non a commuoverci per le sue tristi vicende. Il distacco diviene necessario per farci guardare, se non freddezza perlomeno con al giusta distanza, un altro aspetto che, con il suo ripresentarsi ci offre uno sguardo se possibile ancor più 'politico' su quanto accadde.
Veniamo infatti posti di fronte ai due mariti della protagonista, diversi per estrazione sociale e motivazioni personali, ma entrambi accomunati da un maschilismo che trova un punto di contatto nel letterale 'uso' che pretendono di poter fare del corpo della consorte. Xiu, che ha già due figli, si trova costretta a compiere due aborti in un breve lasso di tempo a causa dell'assoluta indifferenza del marito nei confronti della contraccezione. Sono maschi, entrambi, incapaci di occuparsi dei figli e in particolare della bambina. Il regista ci fa comprendere come il sistema repressivo maoista si fondasse su questa struttura patriarcale per perpetuare il proprio dominio. Non mancano ovviamente i punti di contatto con i sistemi 'democratici' in cui, come nella Cina di allora, a una donna si chiede di essere lavoratrice e madre a tempo pieno oppure di abbandonare il lavoro e qualsiasi altra aspettativa. Se la parte finale rischia di suonare un po' troppo benevola con quanto accaduto dopo (non dimentichiamo che la censura non ha smesso di funzionare a Pechino) resta comunque valida la denuncia relativa alla condizione femminile. È rivolta al passato ma, allo stesso tempo, ammonitrice sul presente.