Primo amore [7] |
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Un film di Matteo Garrone.
Con Vitaliano Trevisan, Michela Cescon
Drammatico,
durata 100 min.
- Italia 2004.
MYMONETRO
Primo amore [7]
valutazione media:
2,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Tre metri sotto terradi MedzFeedback: 0 |
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mercoledì 25 aprile 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
C'è un cinema italiano che sta morendo, sicuramente; ma c'è senza dubbio un cinema italiano che sta nascendo, ed è questo; si continua a parlare di crisi in tutte le sue declinazioni, ma a nessuno gli salta in mente di valutare di più film come questi, diversi, originali, affascinanti. Se vogliamo continuare a sorbirci i personaggi stereotipati di Muccino in eterno oppure qualche altro film qualsiasi, facciamo pure; ma se vogliamo cercare vero cinema e soprattutto la voglia di registi come Garrone di dire qualcosa d'altro, di imporsi, di dare forza ad un arte che in Italia oramai ha ben poca forza, è impossibile non amare un film del genere. E' inutile negare che ti affascina, ti affascina come il personaggio nudo, crudo, duro, chiuso, forse folle, di Vittorio, interpretato da Trevisan, che, come insistono i vari critici, attore non è; si può dire "preso dalla strada", ma che forse proprio per questa sua caratteristica e per il fatto che non abbia velleità attoriali come un qualsiasi personaggio uscito dal Grande Fratello, costruisce un personaggio che arriva dritto dove vuole arrivare; un film così reale, che nella prima parte sembra quasi un documentario sulla storia, tant'è il distacco delle inquadrature, quasi nascoste dietro piante o muri, che filmano una storia in cui tutti i personaggi (intendo anche i minori, camerieri, agenti immobiliari ecc.ecc.) non fanno distinzione tra realtà e finzione e il risultato è stupefacente; mai visti dialoghi più veri e ben costruiti (uno su tutti il primo, quello dell'incontro); poi dopo metà film è impossibile non cadere nel vortice di, possiamo dire, male che investe la storia. Il male, ecco quello di cui ci parla Garrone; il fascino del male e, in un certo senso dell'inconscio; Vittorio altro non è che il Peppino di quell'altro magnifico film che è "L'imbalsamatore", e Sonia altro non è che Valerio; personaggi poco spiegati? Certe cose non si possono spiegare... Dopotutto non capivamo neppure perchè Valerio rimaneva in fondo affascinato da quel brutto piccoletto maligno che era Peppino, e nemmeno qui capiamo fino in fondo perchè Sonia si innamori di un personaggio così inquietante; è il fascino del male, è lo stesso motivo per cui noi rimaniamo affascinati da questo film, ed è inutile che tentiamo di rifiutarlo, di dire che non ci ha colpito, perchè certi film rimangono nel profondo, non si cancellano. Se tentiamo di scacciarlo è forse per paura, perchè quello che si dice qui, è quello che sta dietro le cose, dietro le persone, sono quei mondi che non osiamo contemplare, che vogliamo cancellare godendoci allegramente le false avventure sentimentali di "Tre metri sopra il cielo"; ma qui siamo Tre metri sotto terra e film risulta ovviamente disturbante, aggressivo, dolente; non usciremo certo dal cinema spensierati e per questo diremmo che il film era brutto; ma questo è il chiaro segno che il film ci è entrato dentro. E quando succede così è solo un bene. C'è un cinema italiano che sta crescendo, ci sono registi che hanno voglia di fare cinema (Garrone, Sorrentino, Martone, Crialese, Ferrario, Puglielli...), il sistema cinematografico italiano dovrebbe dargli più spazio.
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