Marco Lodoli
Diario
Ho sempre pensato a Andy Warhol come a un artista elegantemente funerario, una sorta di Canova del nostro tempo. La sua gelata immaginazione mi sembra vada costantemente incontro alla morte, le sue opere sono cippi alla memoria, fotografie sorelle del marmo e del cipresso, omaggi mummificanti. Lo attira tutto ciò che separa dal disordine vitale, da quel miscuglio di fango e incertezza che è l’esistenza: gli incidenti stradali, la sedia elettrica, le merci, i volti fasulli delle dive - là dove l’esistenza precipita Andy Warhol apre il suo freezer, la sua piramide americana. [...]
di Marco Lodoli, articolo completo (3892 caratteri spazi inclusi) su Diario 1999