Giuseppe Marotta
C'è un tenue presentimento di primavera. Qualche nudo alberello ci fa, diciamo, l'occhiolino verde; il sole riappare frequentemente e non ha più fretta, indugia volentieri sui tetti, sullo zoccolo dei monumenti, negli spessi angoli delle piazze dove s'aggirano voluttuosamente, ancora mezzo in letargo, i turisti che hanno svernato qui; l'orizzonte, lavatissimo, è un velo di sposa; nel dizionario fremono i termini “ciliegia” e “fragola”; ma il segno più certo dell'imminente fenomeno è che ognuno avverte qualche doloruccio, qualche fitta alla coscienza. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (7090 caratteri spazi inclusi) su 1965