Pietro Bianchi
La sorpresa più grande cui dà occasione questo ottimo film non sta tanto nella sua riuscita artistica, industriale, commerciale; bensí nel fatto che i produttori italiani si siano accorti che esiste un regista che si nomina, direbbe il Cellini, Augusto Genina, di nazionalità italiana, il quale, dopo aver fatto una quarantina di film muti e parlati, aspettava che il suo paese gli affidasse del lavoro.
E, badate: non è che Genina fosse ignorato dai nostri produttori, tutt'altro. A parte che, senza consultare la storia del cinema, tutti quelli superiori ai trent'anni ricordano alcuni suoi ottimi film fatti all'estero, c'era quello Squadrone bianco, che era stato l'espressione più singolare del nostro cinema che riprendeva fiato, dopo la mazzata che va dal periodo che corre tra il '24 e il '29. [...]
di Pietro Bianchi, articolo completo (3893 caratteri spazi inclusi) su 8 Novembre 1940