Chiudi gli Occhi - All I See Is You |
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Un film di Marc Forster.
Con Blake Lively, Jason Clarke, Danny Huston, Yvonne Strahovski.
continua»
Titolo originale All I See Is You.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- USA 2016.
- Eagle Pictures
uscita mercoledì 11 luglio 2018.
MYMONETRO
Chiudi gli Occhi - All I See Is You
valutazione media:
2,20
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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sulla cecità mentaledi carloalbertoFeedback: 51365 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
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domenica 15 luglio 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Jason Clarke, il marito possessivo, Blake Lively, la moglie cieca, sono gli unici due protagonisti di un dramma familiare ambientato dal regista Marc Forster in Thailandia. Un appartamentino grigio con affaccio asfittico su un altro palazzo, in un anonimo quartiere di Bangkok, come location, per rendere plasticamente più evidente l’isolamento della coppia rispetto al contesto e la solitudine della protagonista, senza una vera vita di relazione, eccetto che per la figlia della vicina cui dà lezioni di chitarra e dipendente in tutto e per tutto dal marito. Lo sforzo ossimorico di rendere per immagini il mondo “visto” da un cieco, pur apprezzabile, non è riuscito, non nel senso che per definizione la cosa è impossibile, ma perché con i mezzi e le capacità disponibili più di tanto non si poteva fare per trasmettere allo spettatore non le sensazioni bensì le emozioni che prova un non vedente. Peraltro, non è un film sulla cecità fisica ma piuttosto su quella che affligge la mentalità di molti uomini nel rapporto di coppia, ancora legati a una dimensione culturale arcaica e contadina in cui la donna appartiene all’uomo come l’albero nel campo o la vacca nella stalla. Per questo il plot sembra tratto da una delle tante serie Tv che raccontano storie di donne vittime della violenza del compagno e nulla vi aggiunge, tranne che per il lieto fine. Il carnefice, che, almeno questa volta, ha la peggio, non sopporta che la moglie, una volta riacquistata la vista, perduta in un incidente d’auto da bambina, si renda autonoma, sia capace di autodeterminarsi e di scegliere in modo indipendente chi essere e cosa fare della propria vita. Il film non coinvolge emotivamente, non rappresenta soggettivamente il dramma interiore dei due protagonisti, pur sfruttandone le ottime capacità attoriali, e rimane in superficie, prigioniero di una narrazione fredda e cronachistica che non va oltre la mera rappresentazione estetica dei mille colori accesi di un mercato di fiori di Bangkok.
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