La Battaglia dei Sessi |
||||||||||||||
Un film di Jonathan Dayton, Valerie Faris.
Con Emma Stone, Steve Carell, Andrea Riseborough, Sarah Silverman.
continua»
Titolo originale Battle of the Sexes.
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 121 min.
- USA, Gran Bretagna 2017.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 19 ottobre 2017.
MYMONETRO
La Battaglia dei Sessi
valutazione media:
2,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il tennis come simbolo della rivoluzione sessualedi DanmarsFeedback: 605 | altri commenti e recensioni di Danmars |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
giovedì 26 ottobre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La tenacia e il coraggio di una donna che lotta è quasi sempre -cinematograficamente parlando- incorniciata in un'atmosfera drammatica, dai contorni netti e a volte strazianti. Non è il caso di questo film, in cui una bravissima Emma Stone riesce a combattere, per le altre, per se stessa, in una forma che il regista ci propone tra la commedia e il drammatico. Questo aspetto fa apprezzare l'intera pellicola, con la suspense che tiene incollati fino alla fine per sapere chi vincerà davvero la battaglia dei sessi.
Una battaglia (vera, disputata il 20 settembre 1973) tra il concetto della superiorità del maschio e la relegazione femminile a meri compiti di metaforiche raccatta-palle.
Ma c'è di più: il sentiment dei personaggi, ad esempio un Bill Pullman in secondo piano che perfettamente comunica lo sprezzo maschilista o la donna manager Sarah Silverman che ben appoggia il ruolo della femminista con le palle, riesce a toccare lo spettatore (sia esso maschio o femmina) in profondità.
Steve Carell, l'uomo protagonista, nel ruolo del tennista datato ed esuberante non supera mai la regina Emma Stone: fin dall'inizio del film è lei la vincitrice sul set (cinematografico, non tennistico). I registi Dayton e Faris mettono in scena una moltitudine di emozioni e colori che la fotografia di Sandgren e i costumi di Zophres (siamo negli anni '70) enfatizzano in modo sublime. La sceneggiatura di Beaufoy (premio Oscar per The Millionaire) è quasi perfetta. Quasi.
C'è poi il risvolto privato, il matrimonio in crisi e l'amore diverso nel quale Andrea Riseborough fa bene la sua dis-parte: se ne sta intimamente a lato, caratterizzando la pellicola di quel dolce-amaro di cui aveva bisogno per completezza, lasciando allo spettatore la voglia di abbracciarla.
Al termine della battaglia Billie Jean (che non è quella della canzone di Michael Jackson, ndr) scoppia a piangere. E' il simbolo di questa partita, la liberazione delle palle, o la loro acquisizione. Ma è anche il simbolo della fatica, della lotta dell'amore e di chi le dice che le battaglie non sono finite, perchè un'altra è già lì, pronta sul campo. Qualche lacrima di commozione subentra: la rivoluzione sessuale è cominciata.
[+] lascia un commento a danmars »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di Danmars:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni & Opinionisti |
Premi |
Multimedia | Shop & Showtime |
|
SAG Awards (1) Golden Globes (2) Critics Choice Award (2) Articoli & News |
Link esterni
Sito italiano |