The Giver - Il mondo di Jonas |
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Un film di Phillip Noyce.
Con Meryl Streep, Jeff Bridges, Brenton Thwaites, Alexander Skarsgård.
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Titolo originale The Giver.
Drammatico,
durata 97 min.
- USA 2014.
- Notorious Pictures
uscita giovedì 11 settembre 2014.
MYMONETRO
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La speranza è nella memoria
di Jonathan ImperialeFeedback: 609 | altri commenti e recensioni di Jonathan Imperiale |
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sabato 13 settembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I racconti di formazione sono il nuovo filone d’oro dell’industria cinematografica. La spinta “Harrypottiana” ha indubbiamente contribuito alla nascita dell’eroe ragazzino, in grado di rompere il disincanto del mondo adulto per resettare il concetto stesso di progresso. Spuntano eroi post apocalittici agli antipodi con i vari Mad Max, caratterizzati da buoni propositi e cieca determinazione (il classico fiore che sboccia nel deserto). Tra i vari Ender’s Game, Hunger games, si colloca The Giver- Il mondo di Jonas, che tenta di coniugare la visione intimistica all’ action di genere, con un gradevole risultato finale. Proprio la parte riflessiva sembra staccarsi dal resto del film, sfociando spesso in una visione filosofica e storica che spinge ad oltrepassare i titoli di coda. Le contraddizioni della trama passano quasi inosservate (la cinica Meryl Streep è fin troppo consapevole dei mali del mondo) proprio in virtù dei frammenti colorati che irrompono in un grigio mondo dal formalismo educato e privo di uno spessore emozionale. I rimandi cinematografici si sprecano ovviamente (a chi non è venuto in mente Pleasantville?) ma pare che il regista non faccia nulla per nasconderli e quasi li usi per rendere più familiare l’ambiente descritto. Il rituale di iniziazione ed il passaggio all’età adulta (topos che accomuna questa pellicola al cappello parlante di Harry Potter o al recente The Divergent) segna l’incipit da cui la trama si dispiega e da cui origina il dramma della scelta. Meglio vivere in un confortevole mondo incolore o in un universo colorato in cui la rosa ha la stessa tinta del sangue? Il protagonista pare non aver dubbi soprattutto davanti alla scoperta dell’inevitabilità del male, a cui ogni società pare comunque destinata. Il mondo visto con gli occhi dell’adolescente restituisce incanto e speranza agli adulti e rafforza la sensazione adolescenziale del gap generazionale da colmare con i buoni sentimenti, in barba alle gioventù bruciate del passato. In questo senso spicca la recitazione del “giovane vecchio” Jeff Bridges, il naturalista che tentava di salvare King Kong piange ancora di dolore davanti all’uccisione di un enorme ed indifeso elefante. La speranza per un futuro migliore è in questa singolare congiunzione tra l’esperienza dell’anziano e la voglia di cambiare dell’adolescente: Jonas ne rappresenta una sintesi perfetta.
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