American Hustle - L'apparenza inganna

In un’ intervista per ComingSoon David O.Russell ha affermato di essersi particolarmente ispirato alla propria esperienza personale degli anni ’70: il ricordo di un’America elegante dove anche la truffa, accompagnata dal suono dei dischi in vinile del tempo, viene avvolta da una patina di fascino. Un film che si propone non tanto di ricordare l’operazione Abscam, accaduta realmente in quel periodo e soggetto del racconto, ma piuttosto rievocare con grande nostalgia l’atmosfera passata: non ci sono toni di grigio, non c’è freddezza, come se la luce solare irradiasse tutte le scene del film dei suoi colori più chiari e caldi. E’ sul bianco e sull’oro che il regista, in collaborazione con il direttore della fotografia, Linus Sandgren (già noto per aver lavorato con Gus Van Sant in “Promise Land”) si sono concentrati, anche attraverso l’uso della pellicola Fuji, non digitale, capace di rendere le tonalità più vive. Ma l’opera di Russell non è solo un ottimo traguardo fotografico. Nonostante infatti gli anni ’70 – ’80 facciano da soggetto a molti successi precedenti, Il regista ha avuto il merito di approfondire i personaggi con il suo timbro particolare: non ha infatti donato loro solo le abitudini e la mentalità tipiche del tempo, che tanti altri sono soliti rappresentare molto bene, ma ha fatto sì che la loro morale venga messa continuamente in discussione, mutando gli aspetti anche più solidi della personalità; il tutto rimanendo incredibilmente verosimile. Così ancora una volta O.Russell ci regala uno spettacolo a livello umanistico, dove i personaggi rappresentati a causa della loro indole, a volte si disperdono in scene angoscianti e confuse, a volte si guardano dritto negli occhi e si scambiano uno sguardo di comprensione, rallentando e quasi fermando il tempo.