Miele |
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Un film di Valeria Golino.
Con Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero de Rienzo, Vinicio Marchioni.
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Titolo originale Miele.
Drammatico,
durata 96 min.
- Italia 2013.
- Bim Distribuzione
uscita mercoledì 1 maggio 2013.
MYMONETRO
Miele
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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evoluzionedi 56madFeedback: 468 | altri commenti e recensioni di 56mad |
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domenica 19 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
ma siamo proprio sicuri che sia un film sull'eutanasia? Non è invece una storia che prescinde dalla "dolce"morte ,che la dà per scontata riconoscendola come un diritto della persona terminale e insopportabilmente sofferente ?Dove sono le discussioni o le prese di distanza etiche o confessionali? Non ci sono . L'unica presa di posizione contro il diritto all'autodeterminazione dell'individuolo sulla fine della vita è della protagonista, che si scandalizza e si ribella dopo aver consegnato il farmaco letale a Grimaldi, scoprendo in seguito che quest'ultimo soffre di un male della psiche invece che del corpo .Alla regista non interessa discutere di eutanasia, le interessa seguire Miele nel suo percorso intriso di sofferenza .Irene-Miele ,dopo la prematura scomparsa della madre ,prova a studiare medicina e la abbandona dopo poco tempo ,dedicandosi ad assistere e curare nell'unico modo ancora possibile chi, prossimo alla morte ,pur "desiderando solo vivere ancora, non ha più nulla di degno di essere chiamato vita "(cito a senso le sue parole ).La vediamo sempre in ossessivo movimento : vola, viaggia in autobus.nuota ,pedala e ascolta musica in modo coatto,senza serenità,forse solo per mantenere la salute mentale dopo tutto il dolore che si obbliga a condividere . Anche il rapporto con gli uomini della sua vita è presentato come non significativo .La novità che la smuove è proprio l'incontro con Grimaldi , che tenendola freddamente lontana le permette di allontanarsi da quello che ha scandito la sua vita .E', sulla sua spalla che piange la disperazione della madre e del figlio terminale, suo ultimo "paziente",è a lui che confessa di non farcela più ,è lui che la libera da qualsiasi responsabilità nella propria morte rispedendole il farmaco letale ( insieme ad una ironica caricatura) e scegliendo di morire buttandosi dalla finestra . Distaccandosi dall'obbligo di vivere la morte può provare a far volare i ricordi in mezzo alle risa dei bambini .finale poetico e pieno di speranza . . .Irene ora dovrebbe proprio farcela !
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