La variabile umana

non sono un'esperta di critica cinematografica,ma so cosa mi piace.come sempre,mi piacciono le storie,e questa è ben raccontata.la trama è scritta e riscritta ovunque,ma questa volta le recensioni critiche valgono davvero poco.non riesco a concordare nemmeno col regista,quando dice che sulla carta il protagonista non doveva ispirare simpatia !bisogna essere giovani,ed inesperti,e mancanti di empatia,e colpevolmente autocentrati per non provare simpatia per il personaggio di Silvio Orlando,nonostante la dizione dell'attore sia come sempre sgradevolmente confusa.anche la mimica è scarsa,ma va bene col personaggio,congelato nel dolore del lutto che non riesce ancora a superare.ma nello svolgersi della storia,nonostante l'orrore di quello che intuisce che la figlia adolescente abbia vissuto e compiuto,riesce a trovare le strategie utili a riavvicinarsi a lei e ad ottenere la sua confidenza,che pareva irrimediabilmente compromessa.non ha paura di raccogliere abiti sparsi,di affidarle gli orecchini della moglie perduta affrontando il rischio della disattenzione della ragazzina (è una ragazzina a tutti gli effetti )che li abbandona appesi ad un arbusto,di mettersi a cucinare,di inventarsi il soggiorno in un albergo per uscire dalla casa in cui abitano,pregna del dolore che ha rinchiuso padre e figlia in un abisso di incondivisibile solitudine. e ritrova finalmente la figlia,che riconosce in lui ascolto e attenzione ed un cuore disponibile ad accoglierla.e trova anche il coraggio di percorrere la via giusta,di indicare cioè alla ragazzina che esistono giustizia e diritto.la porta in commissariato.se i ragazzi non vengono ascoltati ed accolti,perchè non dovrebbero finire in balia di delinquenti come l'imprenditore ucciso?e se non si insegna loro che la giustizia esiste,come faranno a crescere come uomini e donne che la facciano rispettare in difesa dei più deboli?bisogna vederlo questo film,a dispetto delle critiche su stile ed inquadrature,non sempre godibili.