Gomorra |
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Un film di Matteo Garrone.
Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra.
continua»
Drammatico,
durata 135 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 16 maggio 2008.
MYMONETRO
Gomorra
valutazione media:
4,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film disonesto plaudito da platea disonestadi oggieroFeedback: 15 | altri commenti e recensioni di oggiero |
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giovedì 10 dicembre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film odioso, come odioso era il libro. La rappresentazione disonesta di una disfunzione sociale da parte della classe sociale che la produce. Ecco il ghetto, il borghese trema impaurito all'orribile visione, frotte di ragazzini ignoranti che cercano di darsi un tono fotografando le vele, l'italietta dirigente, ladra e traffichina che plaude al coraggioso figlio giornalista raccomandato che mostra a tutti quanto sono brutti, cattivi e ricchi i camorristi. Non una parola alla corruzione della magistratura che per anni ha accattonato sulle mazzette dei delinquenti. Non una parola alle paghette delle ignobili forze dell'ordine, le quali ancora oggi permettono lo spaccio in alcune piazze a patto che venga eleragito un arresto al mese a pattuglia ed un paio di sequestri più un compenso settimanle. Una rappresentazione di un fenomeno acritica e di parte che dimentica le cause. Non esiste più una questione meridionale, non esiste più un esecutivo corrotto ed accattone, non esiste più una classe politica che parassita da secoli sulle spalle delle organizzazioni criminali per confrontarsi con un eletterotato avvilito e schiacciato dalla violenza. Ma a chi importa? La camorra è un problema delle classi a rischio e non della borghesia. I deboli divorano i deboli. Eppure la brava gente ha voluto spettacolarizzare la risultante del loro provilegio, cioè un assurdo sociale con il risultato di deresponsabilizzarsi recidendo nella rappresentazione scritta e filmica la camorra dal proprio grasso ventre e congiungendola artificiosamente ad un fantomatico apparato finanziario. Più lucido ed onesto il ventre di Napoli della serao, indirizzato al primo ministro del tempo. Bene, ogni intellettuale perbene potrà sentirsi coraggioso poichè riconoscendosi nello scrittore e nel regista ne condividerà la insensata rappresentazione. Ridicola indignazione, plauso, scorte, la polizia reagisce, il ministro fa il duro, nei forum applaudono fino a spellarsi le mani, tutto fila liscio. L'unica nota che poteva dare dignità al film e cioè la scelta di una recitazione in lingua napoletana (perchè il napoletano è lingua romanza con vasta e venerabile letteratura, riconosciuta tale dall'unesco e misconosciuta dallo stato italiano che ha fatto della castrazione linguistica il più grave handicap di un popolo) finisce per diventare perverso strumento nelle mani di un regista inconsapevole e fighetto per accrescere il senso di estraneità nello spettatore. Risultato, ancora una volta un'arrogantissima e tirannica borghesia crea una rappresentazione ad hoc di un popolo muto ed avvilito onde scagionarsi dai propri misfatti ai suoi stessi occhi e a quelli del mondo. Ne fanno le spese dei muti fantasmi, i napoletani delle periferie. Cinema di exploitation , Saviano e Regista peggio di Deodato, vergogna.
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