C’è solo un modo per superare lo sconcerto e l’imbarazzo che ti crea la visione di questa pellicola: considerarlo un film comico. Altro che thriller psicologico o horror puro alla Hostel o Saw: qui siamo dalle parti di “Una pallottola spuntata”. Quando ne faranno la parodia nel prossimo Scary Movie -perché la faranno, statene certi- non dovranno sprecare neanche un metro di pellicola, basta riportare integralmente alcune scene dell’originale. Qualche esempio? Quando la protagonista affronta il maniaco e lo neutralizza a colpi di … Cif ammoniacal. (“Contro lo sporco più cattivo” o meglio “Contro il cattivo più sporco”). Oppure l’entrata in scena dei due poliziotti più fessi del mondo, che appena li vedi sai che sono votati a una brutta fine, ma non diresti mai a una fine ridicola, eppure è quello che gli capita. O quando il cagnolino della protagonista… ma non voglio rovinarvi la sorpresa. Non mi sembra giusto che la fregatura la prenda solo io. Ad ogni modo un quesito aleggia per tutta la visione di questo film sgangherato: ma questi serial killer del terzo millennio quanto cazzo spendono in tecnologia sofisticata, telecamere, password, schede magnetiche, alambicchi, congegni a tempo, attrezzatura varia, per il semplice gusto di squartare le loro vittime (e vale anche per Disturbia)? Vuoi mettere quanto faceva più paura Norman Bates in Psyco con una parrucca e un semplice coltellaccio da cucina?
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