Una figlia

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Un film di Ivano De Matteo. Con Stefano Accorsi, Ginevra Francesconi, Michela Cescon, Thony.
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Drammatico, durata 103 min. - Italia 2025. - 01 Distribution uscita giovedì 24 aprile 2025. MYMONETRO Una figlia * * * 1/2 - valutazione media: 3,72 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

figlia, padre amore, odio Valutazione 4 stelle su cinque

di Mauridal


Feedback: 3417 | altri commenti e recensioni di Mauridal
lunedì 28 aprile 2025

 

  Quando un film come Una figlia entra nel merito di alcune dinamiche umane e personali, come il rapporto tra padre e figli e lo fa in maniera indiretta, adottando una storia molto vicina alle cronache giudiziarie, allora dobbiamo risalire alle intenzioni reali del regista per interpretare le scelte narrative. Il tema iniziale è quello di Sofia, una ragazza adolescente, orfana di madre, che convive con il padre vedovo e la sua nuova compagna, conducendo una difficile quotidianità, segnata da rapporti complicati con la nuova famiglia creata dal padre, al quale è comunque legata da un forte affetto. Sofia nutre un rifiuto profondo nei confronti di Chiara, la nuova compagna del padre, che non accetta e con cui si scontra a ogni occasione, in un crescendo di polemiche, incomprensioni e screzi. La storia svolta rapidamente verso un fatto drammatico: Sofia, ingenua e dolce ragazza di buona famiglia, colta da collera e disagio psicologico, in un momento di particolare tensione con Chiara, la trafigge con una sola coltellata, uccidendola. Il fatto avviene in casa, mentre le due erano sole, e mentre Pietro, il padre di Sofia, stava rientrando dal lavoro. Da questo evento delittuoso prende avvio il resto della narrazione, che non si sviluppa come un crime o un thriller, ma come un dramma umano e psicologico, incentrato su una ragazza adolescente e su un padre che, non avendo saputo affrontare i conflitti familiari, si trova ora di fronte al gesto estremo della figlia, subito scoperta e arrestata.  Il racconto si concentra sulla figura di Sofia, affranta e distrutta sia psicologicamente che fisicamente una volta incarcerata con l'accusa di omicidio. La storia è tratta da un romanzo, dove forse i personaggi trovano una rappresentazione ancora più articolata. Nel film, tuttavia, Sofia è ben delineata, con tutte le sue debolezze e fragilità: inizialmente, cerca disperatamente il contatto con il padre, chiedendogli aiuto, ma lui si rifiuta di vederla, condannandola per l'omicidio della sua compagna e, indirettamente, anche per il tradimento nei suoi confronti. Sofia, incapace di sopportare il rifiuto paterno, tenta il suicidio in carcere. Il film assume così un molteplice livello interpretativo: da un lato, la condizione di Sofia, colpevole e costretta ad affrontare due prospettive terribili — la detenzione e la perdita di ogni affetto; dall’altro, la figura di Pietro, padre irrisolto, incapace di perdonare, travolto anch’egli da una tempesta psicologica.  La sceneggiatura presenta alcuni punti deboli: l'omicidio iniziale risulta poco realistico; il repentino rifiuto di Pietro verso la figlia, subito dopo il fatto, appare affrettato; inoltre, alcune scene ambientate nel carcere minorile e femminile, e i personaggi delle funzionarie e delle assistenti psicologiche, risultano poco approfonditi. Con il procedere della narrazione, l’aspetto drammatico si diluisce in una vena melodrammatica da romanzo rosa: Sofia, infatti, scopre di essere incinta e trova in questa nuova vita un motivo per resistere, diventando più forte e diversa.

Questo cambiamento permette anche a Pietro di rivedere la sua posizione e di riavvicinarsi a lei, accettando di ricomporre un legame familiare intorno alla nuova nascita. Questi sviluppi finali appaiono funzionali a giustificare una risoluzione positiva di un dramma apparentemente irrisolvibile. Da spettatori, possiamo essere grati al regista per aver cercato una soluzione umana alla tragedia, nella speranza che anche la realtà contemporanea possa offrire meno morti, meno violenze su donne, figli e genitori, e possa far spazio a una società più pacifica. Ottima l’interpretazione di Stefano Accorsi e della giovane rivelazione Ginevra Francesconi.     (Mauridal)

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