Glory Hole

Un film di Romano Montesarchio. Con Francesco Di Leva, Mario Pirrello, Roberto De Francesco, Mariacarla Casillo.
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Thriller, Ratings: Kids+13, durata 95 min. - Italia 2024. - Altre Storie uscita giovedì 18 luglio 2024. MYMONETRO Glory Hole * * 1/2 - - valutazione media: 2,84 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

inglorioso bastardo Valutazione 0 stelle su cinque

di Mauridal


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sabato 27 luglio 2024

  

 

Regia di Mario Montesarchio

Il film "Glory Hole" è diretto da un giovane regista campanoRomano Montesarchio, già documentarista al suo esordio nella fiction. Quando si affrontano argomenti già noti al pubblico di cinema si corrono alcuni rischi, come le critiche, l’ovvietà dei luoghi comuni e la poca considerazione. L’argomento della camorra, della malavita presente nelle ecomafie, degli affari sporchi dell’inquinamento di interi territori del sud e in Campania, dovuto allo sversamento e interramento di rifiuti tossici industriali, è un argomento molto noto. Tuttavia, in questo film è affrontato in modo originale e inconsueto.

 

Si narra la vicenda di un singolo protagonista, un uomo faccendiere, gregario di un clan al servizio di un boss, che vive nello sfarzo da ricco e potente, ma consapevole dell’origine di tanta ricchezza a danno di tanta gente e di intere zone inquinate. Questo personaggio, Silvestro, viene però subito presentato in fuga dal clan che lo cerca per un grave errore commesso, da pagare con la vita. La vicenda narrata è dunque la fuga e la ricerca di un nascondiglio per sfuggire alla vendetta. Silvestro si rivolge per un aiuto ai due unici amici rimasti, un prete e un gestore di un locale a luci rosse. Due amici di vecchia data, opposti di carattere, ma uniti per salvare la vita all’amico.

 

La vera trama del film inizia quando viene trovato il nascondiglio in un bunker sotterraneo dove gli amici portano Silvestro e lo rinchiudono, con l’avviso di non poter uscire fino a quando non cambiano le cose. Dunque, è l’isolamento che diventa per l’uomo l’occasione per riflettere e pensare a tutta la sua vita, le scelte, gli errori e tutto ciò che ha portato alla sua disperata condizione. Il pregio del film è la scelta del regista di entrare nel rifugio e di far vivere allo spettatore tutto il tempo trascorso, i pensieri e i ricordi del personaggio, lungo una vita dedicata al malaffare, anche con i disagi e le inevitabili sofferenze fisiche e psicologiche vissute.

 

Un racconto angosciante che si concentra sulla clausura forzata, formalmente rappresentata dal buio, dalla luce fioca, dall’ambiente scarno e angusto dove vive il protagonista con i suoi pensieri,sogni e ricordi che affiorano e che vengono mostrati come flash. Gli amici, il prete che lo va anche a trovare, non gli danno speranze di libertà, anzi confermano la sua condizione di recluso. I motivi di tutto questo vengono finalmente descritti quando Silvestro rivive nel ricordo la sua storia d’amore per Alba, una giovane donna che però è la figlia del boss per cui lavora e che non poteva assolutamente avere. Mentre lei, al contrario, vuole una relazione forzata a tutti i costi, anche contro le furie del padre camorrista. La storia nel flashback quindi ci mostra la disperazione di Silvestro che ammazza la giovane per una liberazione che invece lo condanna a morte.

 

Ecco, dunque, nel finale della reclusione, che il protagonista si lascia andare ad unauto-confessione descritta nei particolari e raccontata in diretta di fronte alla cinepresa, dove tutto il lavoro di inquinamento, i luoghi, le complicità politiche, le situazioni, i particolari dei rifiuti, la loro provenienza, insomma, tutta la verità sulla cosiddetta "terra dei fuochi", viene alla luce. Mentre lui, rimasto l’unico colpevole, decide di sfidare la morte bevendo un disinfettante per blatte. La descrizione di quest’uomo è stata possibile grazie alla eccellente interpretazione di Francesco Di Leva che, con i comprimari interpreti, ha realizzato un film difficile, anche se reso dal regista credibile con un suo linguaggio cinematografico a volte molto semplice e descrittivo, comprensibile per tutti. Dunque, il film non appartiene al genere Gomorra, né al thriller o noir, tenendosi lontano dal realismo e dall'azione. Solo attraverso il sogno e il ricordo, descrive la condizione psicologica del protagonista, un uomo destinato ad una fine ingloriosa.

(Mauridal).

 

 

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