Paura |
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Un film di James Foley.
Con Mark Wahlberg, William Petersen, Reese Witherspoon
Titolo originale Fear.
Drammatico,
durata 96 min.
- USA 1996.
- UIP - United International Pictures
uscita giovedì 3 luglio 1997.
MYMONETRO
Paura
valutazione media:
1,77
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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dramma "noir"-giallo senza suspensedi elgatolocoFeedback: 257582 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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domenica 21 novembre 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Fear(James Foley , ma scritto da Christopher Crowe, 1996), un dramma familiare in partenza(con i genitori che si sono riappacificati dopo molte tensioni evidetnemente succedutesi a questioni varie, di tradimenti e altre), che vede una sedicenne in vena 'd'amore, cedere a un ragazzo gentile in apparenza, che in realtà è inserito in una vera e propria banda criininale, con il padre, altre volte "altrimenti impegnato"che si fa carico della questione, che va ad informarsi e a scoprire "vertià nascoste"sul conto del ragazzo, violento e pericoloso, venendo personalmente affrontato da questi quando ha cercato di chiarire la questione con lui, vede in qualche modo una conclusione inevitabile e interventi anche tardivi da parte delle forze dell'ordine. Decisamente piatto, come film,, dove la prima parte risulta decisamente monca di un vero approfondimento psicologico(le"verità nascoste"della famiglia rimangono in gran parte tali, per così dire), mentre nella seconda, tutto o quasi è decisamente prevedibile, dato che la tensione non ha un punto minimo e un punto"massimo", culminante, dato che quindi il gioco(comunque necessario in un"noir"o in un film che aspirti vagamente ad esserlo)tra climax e anticlaimax è completamente assente. Colpa, per dirla tutta, dlela sceneggiatura ma anche e soprattutto della regia, che non sa lavorare sulla tensione, che si ha , se proprio voglaimo trovarla anche dove non c'è, in pochi attimi, poi"sommersi"dal gioco fmailiare, che non evidenzia nulla o quasi, che rimane sostanzialmente"grigio"e completamente vacuo rispetto al resto del film. L'unico punto di forza del film, volendo, è nella scoperta di Mark Wahlberg, il ragazzo"difficile", la cui mascella dura e la conseguente o comunque molto legata espressione facciale dura gli darà il"la"per molto successivi filmici successivi, confrontandolo qui con una interprete ancora acerbamente"scialba"in complesso come Reese Witherspoon, mentre il padre della ragazza era un William Petersen nella media delle sue interpretazioni precedenti e successive, insomma s enza particolari"picchi"che lo facciano risaltare come tale. Alyssa Milano, qui in un ruolo da comprimaria, non risalta ancora particolarmente, mentre sarebbe poi"esplosa"come interprete di film televisivi o meglio di una serie TV partciolamente apprezzata dal pubblico USA e non. Decisamente un'occasione mancata, in complesso, a siginficare quel cinema di metà anni 1990, che rimaeva assolutamentre"a metà del guado". El Gato
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