Decisamnete questo"20 Pounds of Trouble"(Norman Jewison, su soggetto di Damon Runyon e sceneggiatura di Marion Margreove, 1963)è indubbaimnente una commedia"all american"d'epoca, nella quale il solito playboy flanuer ma gran lavoratore come direttore di un casinò in Nevada, per sfuggire all'arresto in California, causa non pagamento degli alimenti alla moglie da cui è separato, si trova a sposare una ragazza che forse non sposerebbe(ma è nipote del suo"capo")anche per adottare una bambina rimasta orfana e"dislocata"nel suo casinò, dunque anche con notevoli problemi per chi la accudisce, compreso il"boss", se così vogliamo definirlo. Decisamente , dunque, una"commedia morale", anche se non moralistica, che vuole esortare ad essere morigerati, "bravi"evneutalmente anche mariti e padri(adottivi, nella fattispecie). Ma le gags del film sono divertenti, anche ben prima della gita a Disneyland, che quasi arriva a rovinare il protagonista, mettendolo fortemente in imbarazzo, anzi vicino all'arresto. Il continuo gioco di fughe e inseguimenti, di "gioco a nscondino"del super-croupier(non so come altrimenti potrebbe definirsi il responsabile di un casinç)è indubbiamente piacevole, ma anche la capacità del protagonista, nonostante la sua notevole ritrosisa iniziale, a "gestire la bambina di cinque anni che si trova improvvisamente"tra capo e collo", dovendo in qualche modo far fronte anche a varie altre situazioni, spesso non molto meno imbarazzanti, ad iniziare da quella con la sua ex.,oglie, naturalmente, da lui definita, in presenza della bambina, alternativamente, "strega"e"scimmia". Un gioco divertente, dove la regia di Jewison, autore di ben altri fil,m , osisa di film di bne altro rilievo(penso a"The Thomas Crown Affair.1968, "Jesus Christ Superstar"(1973), "Rollerball")"(1975)e"Agnes of God"(1985), per citare solo alcuni titoli, dimostra che siamo in presenza di un gioco dal ritmo che sostiene continuamente un play che altri avrebbero fatto afflosciare, cadere, riprecitpiare in uan condizione di stanchezza e di debolezza dello stesso"gioco": Naturalmente, poi, Tony Curtis, Suzanne Pleshette, un comico come Larry Storch nella parte del"capo"contribuiscono al "Play"stesso che non ha veri momenti di caduta., anzi regge dall'inizio alla fine in modo diremmo"Impeccabile". Tutto a dimostrazione del fatto che una solida regia, anche se basata su una sceneggiatura non precisamente"geniale"iriesce a stare in piedi senza ulteiori caudte di tono, El Gato
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