La terra dell'abbastanza |
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Un film di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo.
Con Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Milena Mancini, Max Tortora.
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Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 96 min.
- Italia 2018.
- Adler Entertainment
uscita giovedì 7 giugno 2018.
MYMONETRO
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‘Inno nazionale moderno’
di ArsenioFeedback: 622 | altri commenti e recensioni di Arsenio |
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giovedì 13 agosto 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Di Pacifico Arsenio
Visto dopo ‘Favolacce’, a distanza di tempo irrisoria, un film ancora più disturbante, opaco, pessimista, jazz, ugualmente potente. Non amo molto le storie di bande e periferia, per non dire che le odio. Non nego, però, che si tratti di un vero e proprio capolavoro; se si riesce ad andare al di là dell’apparente ripugnanza e si scava nella metafora della storia d’amore tra due amici poco più che bambini, si scopre quanto geniale e sublime sia stata questa opera prima. Chi conosce lo stile di questi già navigati fratelli, conciso ed essenziale che scrivano una poesia o un film, non si meraviglierà di rimanere invischiato tra le svolte sempre credibili ma mai scontate (è il dettaglio che rende maestri), di due che sanno come si dialoga con lo spettatore: è il punto di vista a rendere ogni loro film una fucina di sensazioni rare. Non danno mai un giudizio palese, non si schierano dalla parte di uno o di un altro personaggio, ma lasciano spazio alle riflessioni e all’immaginazione dello spettatore. L’abilità narrativa è evidente, sia per quanto riguarda l’invenzione di personaggi “insoliti” – che prendono comunque sempre spunto dalla realtà – sia nelle descrizioni di scene molto coinvolgenti. La tecnica della metafora (si torna sempre a ciò che si aveva, ma perdendo quanto?), che sta alla base di tutto il film, è un espediente molto comune, ma qui viene utilizzato in maniera del tutto originale. Con questo film Fabio e Damiano D’Innocenzo vogliono comunicare al mondo la loro opposizione all’ordine oppressivo della famiglia, più che del contesto (non aiuta un titolo- ‘La terra dell’abbastanza’- che farebbe pensare più alla zona in cui si ambienta il veloce precipizio). Eppure attraverso queste finezze ‘minori’ (una parola di meno, mai il segno di una ridondanza) esprimono tutto il loro disagio e ostilità nei confronti di una figura paterna troppo autoritaria, sottolineando i problemi emotivi di Manolo (il vero protagonista del film) come la solitudine, l’abbandono, la mancanza d’integrazione con la comunità e l’emarginazione del “diverso”, quando ci si sente persi anche di fronte a un migliore amico, solo poco più colpevole di te in un incidente stradale iniziatico. Colonna sonora, fotografia, interpretazioni e scelte stilistiche semplicemente da studiare e di cui gioire.
Pacifico Arsenio
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