gianni quilici
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giovedì 30 gennaio 2020
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da non dimenticare
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L’inizio è folgorante. Veniamo subito investiti dalla violenza di una corsa di un branco di bambini-ragazzi, con la macchina da presa che sta loro addosso, mentre oltrepassano un canneto e salgono verso la collina su fino all’autostrada. Qui inizia la sfida: attraversare la strada, a rischio della vita, mentre le auto sfrecciano velocissime. Chi non ha il coraggio è considerato “nu ricchione”.
Li vediamo in questa gara insensata, ad uno ad uno, ne partecipiamo, in un alternarsi di soggettive ed oggettive, gli azzardi, le paure.
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L’inizio è folgorante. Veniamo subito investiti dalla violenza di una corsa di un branco di bambini-ragazzi, con la macchina da presa che sta loro addosso, mentre oltrepassano un canneto e salgono verso la collina su fino all’autostrada. Qui inizia la sfida: attraversare la strada, a rischio della vita, mentre le auto sfrecciano velocissime. Chi non ha il coraggio è considerato “nu ricchione”.
Li vediamo in questa gara insensata, ad uno ad uno, ne partecipiamo, in un alternarsi di soggettive ed oggettive, gli azzardi, le paure. Si pensa immediatàmente a Respiro per la violenza e la selvatichezza con cui i bambini si presentano sulla scena e per il dialetto molto stretto, a volte incomprensibile, con cui si esprimono.
Ma ci si potrebbe sbizzarrire su un cinema italiano (e su una letteratura), che comincia a scoprire gli adolescenti: da Respiro a L’isola, da lo non ho paura a Il miracolo, per citare soltanto le ultime pellicole, che hanno avuto anche una corrispondenza di pubblico.
Non va dimenticato, però, il film forse più vicino a Certi bambini, uno dei film più intensi e sconvolgenti degli anni ‘90 in Italia, Vito e gli altri di Antonio Capuano, che, come questo, mostra una fotografia di come si diventa piccoli mafiosi, facendo vedere anche le cause, per così dire, strutturali.
È un film questo che sembra nascere dal concorso di molte intelligenze e sensibilità: il romanzo omonimo di Diego De Silva, che è partecipe anche della sceneggiatura, le musiche mediterranee e arabeggianti di Almamegretta, la fotografia di una Napoli a metà fra la metropoli anonima e la città degli scugnizzi e della camorra, la recitazione convincentemente neorealista di tutto il cast, attori professionisti o di strada, tra cui emerge il protagonista Gianluca Di Gennaro e la vecchia nonna di lui, una indimenticabile Nuccia Fumo.
Tutto concorre ad evitare il rischio del film di maniera, nonostante la materia a forti tinte drammatiche si presti perfettamente, perché non c’è enfatizzazione, né falsa commozione. C’è, invece, la verità scolpita nei luoghi, nei volti, nei corpi, nel loro linguaggio. Corpi che non recitano, che vivono. Sono soprattutto i bambini lasciati allo sbaraglio, che già da piccoli sono costretti a difendersi, ad imparare i codici della giungla di queste periferie partenopee: la prepotenza, la furbizia, il ladrocinio, l’ostentazione. Questa violenza è filtrata e rappresentata, soprattutto attraverso il vissuto d’un ragazzino 12enne, Rosario, che risulta un personaggio composito e credibile: in casa accudisce con affetto la nonna, simpatica arteriosclerotica; nella vita sociale, a soli 12 anni, diventa un assassino. Il film ti fa comprendere questo processo: come un ragazzo sensibile, premuroso e intelligente possa diventare un piccolo killer della camorra.
La vicenda si snoda attraverso un viaggio in metrò di Rosario verso il suo primo “incarico”, che diventa anche viaggio interiore.
I registi Antonio e Andrea Frazzi scelgono di narrarla attraverso flashback, veri e propri lampi associativi, che evitano il rischio della piattezza naturalistica e che ci permettono di capire e ricostruire progressivamente le motivazioni della storia, percorrendola insieme e al livello, in cui la sta vivendo il ragazzo.
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critichetti
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venerdì 30 marzo 2012
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film istigante al suicidio
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Allora:il film nasce anche da un'idea bella con fini pregevolissimi,ma fa schifo! scene inutili a iosa,dialoghi aberranti e illogici oltre che un troppo frequente ricorso al dialetto napoletano.Va bene che è ambientato a Napoli,ma non tutti conoscono il napoletano.Poi il tutto è per far vedere che ai napoletani resta solo il calcio per salvarsi.Perchè mai dovrebbe essere così?Veramente....questo film mette addosso una noia e un senso di iente che rare volte ho provato.Ed è un peccato,perchè la sceneggiatura è magnifica!poteva venirne fuori un capolavoro,ma si trova una regia pessima e una recitazione che non tocca il fondo solo grazie agli aiuti di Nuccia Fumo e di Patrizio Rispo,perchè il resto è uno schifo.
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conte di bismantova
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lunedì 31 ottobre 2011
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sarebbe potuto essere essere un capolavoro.....
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...se qualcuno si fosse accorto di qualche "semplicismo" di regìa e qualche ingenuità qua e là, ad esempio qualche dialogo stucchevole e scontato, qualche forzatura (a Napoli i dodicenni trombano con le prostitute bambine con la madre che fa il caffè?? ) e qualche colpo alla "film di Nino D'Angelo" (tipo la presentazione di Damiano che si gira levandosi i Ray-ban come se stesse facendo la pubblicità dello shampoo Clear: "perchè io valgo". Il resto è splendido post-neorealismo di quartiere (forse è ora di eliminare questo termine e di trovare un nome per questa corrente cinematografica: Certi Bambini, Mary per sempre, Ragazzi Fuori, Pater Familias, Gomorra e molti altri...potremmo chiamarlo Filone Scampìa.
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...se qualcuno si fosse accorto di qualche "semplicismo" di regìa e qualche ingenuità qua e là, ad esempio qualche dialogo stucchevole e scontato, qualche forzatura (a Napoli i dodicenni trombano con le prostitute bambine con la madre che fa il caffè?? ) e qualche colpo alla "film di Nino D'Angelo" (tipo la presentazione di Damiano che si gira levandosi i Ray-ban come se stesse facendo la pubblicità dello shampoo Clear: "perchè io valgo". Il resto è splendido post-neorealismo di quartiere (forse è ora di eliminare questo termine e di trovare un nome per questa corrente cinematografica: Certi Bambini, Mary per sempre, Ragazzi Fuori, Pater Familias, Gomorra e molti altri...potremmo chiamarlo Filone Scampìa...). Molto bravo il ragazzino protagonista, le sue foto odierne su facebook con le "labbra a becco che fanno U" e l'intasarsi di questo forum con messaggi d'amore di teenager impazzite ci dicono che qui non si recita, qui ci siamo dentro di brutto, questo film è vita vera. La nonna che spegne l'abat-jour in uno scenario di tenerissima rassegnazione, la scena della lite sul molo per la pistola ("gliel'agge fatt'vedè io u'pesce!") e la scena finale della partita di calcio - che assolve Rosario per manifesta innocenza - sono da Leone d'Oro. Poi mi vien da dire....ma Caterina doveva proprio morire? è proprio tutto così disperatamente drammatico? Da quello che abbiamo visto si evince che a Napoli non si ha scampo: o si muore o si uccide, che è tutto orrore, che non c'è il minimo rispetto per gli esseri umani, è un posto fatto di palazzi in rovina e capannoni in degrado, le mamme vendono le figlie bambine, i pedofili sono dappertutto come i cadaveri seminati qua e là e poi ti imbatti in scugnizzi randagi armati, se prendi una metro ne esci che hai bisogno della terapia psichiatrica, gli adulti fanno tutti schifo, manca solo l'invasione dei Visigoti... ....oddìo cari signori Frazzi io a Napoli ci sono stato e almeno una pizza buonissima a Forcella l'ho mangiata... un filoncino di speranza almeno per farmi felice potevate metterla. Comunque complimenti davvero, in particolare ai ragazzi, speriamo che questa pellicola aiuti qualcuno ad incazzarsi come si deve.
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time_traveler
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mercoledì 13 luglio 2011
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se questi sono gli adulti...
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Nella Napoli dei giorni nostri.Un ragazzino si trova invischiato in una realtà devastata dal disagio sociale e dalla malavita organizzata. Rosario, questo il suo nome, farà i conti con tutte le sfaccettature di una realtà difficile da sopportare, soprattutto difficile da credere. Un film molto intenso, forte visivamente parlando, con dialoghi in dialetto che accentuano la verosimilanza del racconto. Un film che non discredita una generazione, ma anzi cerca di preservarne quasi l'innocenza; un film che non è un duro attacco alla città partenopea, né ai napoletani, è un racconto oggettivo di ciò che vuol dire vivere in una palude nella quale anche il più forte di noi non potrebbe che impantanarsi.
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Nella Napoli dei giorni nostri.Un ragazzino si trova invischiato in una realtà devastata dal disagio sociale e dalla malavita organizzata. Rosario, questo il suo nome, farà i conti con tutte le sfaccettature di una realtà difficile da sopportare, soprattutto difficile da credere. Un film molto intenso, forte visivamente parlando, con dialoghi in dialetto che accentuano la verosimilanza del racconto. Un film che non discredita una generazione, ma anzi cerca di preservarne quasi l'innocenza; un film che non è un duro attacco alla città partenopea, né ai napoletani, è un racconto oggettivo di ciò che vuol dire vivere in una palude nella quale anche il più forte di noi non potrebbe che impantanarsi. Un film che andrebbe visto non con gli occhi di chi è pronto a guardarlo con occhio critico, ma con gli occhi del cuore. Ottima pellicola.
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stella
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mercoledì 29 ottobre 2008
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chi ti vuole fare male veramente. . .
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Un film che credevo non sarebbe stato di mio gradimento... mi ha coinvolto e mi ha stravolto... che triste realtà... fatto davvero bene... e poi Carmine (Damiano) è sempre bello... Gianluca (Rosario) mi ha fatto innamorare di lui..lo adoravo soprattutto nel suo rapporto con la nonna.. mi è piaciuto molto..
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piccola sognatrice
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sabato 13 settembre 2008
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film duro e bello,racconta della realtà di napoli
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Ciao a tutti,voglio lasciare un commento nel forum del film"Certi Bambini",perchè questo film,potremmo dire che è l'unico che descrive la realtà di Napoli,assediata dalla Camorra,in cui i ragazzi come Rosario,seguono la strada sbagliata.Io sono una fan di Gianluca Di Gennaro,lui,prima di tutto è un bravissimo attore,perchè esprime con tutto se stesso il personaggio,è poi è come se lui in quel momento non stesse recitando ma sta semplicemente vivendo quel momento,mettendoci tutto.Gianluca mi piace perchè è una bellissimo ragazzo,e mi piacerebbe incontrarlo.....Le mie opinioni sul questo film,potrete vedere sono ottime,non ho mai visto un film più bello di questo ,che parla di napoli,ci saranno pure,ma questo mi ha colpito moltissimo.
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Ciao a tutti,voglio lasciare un commento nel forum del film"Certi Bambini",perchè questo film,potremmo dire che è l'unico che descrive la realtà di Napoli,assediata dalla Camorra,in cui i ragazzi come Rosario,seguono la strada sbagliata.Io sono una fan di Gianluca Di Gennaro,lui,prima di tutto è un bravissimo attore,perchè esprime con tutto se stesso il personaggio,è poi è come se lui in quel momento non stesse recitando ma sta semplicemente vivendo quel momento,mettendoci tutto.Gianluca mi piace perchè è una bellissimo ragazzo,e mi piacerebbe incontrarlo.....Le mie opinioni sul questo film,potrete vedere sono ottime,non ho mai visto un film più bello di questo ,che parla di napoli,ci saranno pure,ma questo mi ha colpito moltissimo.Un saluto a tutti gli attori del film,ma soprattutto vorrei complimentarmi con i registi Antonio Frazzi e Andrea Frazzi.Un saluto a Gianluca Di Gennaro.Sei bellissimooo e Bravissimooo!!!
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titty
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lunedì 11 agosto 2008
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napoli é
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io sono di napoli; dietro questo film ci sono molti tasti INCANDESCENTI che nessuno tocca per paura di innescare la bomba in primis la decaduta di napoli e dovuta alla disonesta delle forze dell'ordini che dovrebbero essere denunciate dalla società stessa da cui loro pappano in secondo luogo la decadenza di una civilta che ci e stata tolta dagli interressi comuni di chi a il potere sulla città parlo personalmente come si fa ad andare avanti con un lavoro che ti fa quadagnare 10 euro al gioreno e qui ci marcia la mala vita xche ti puo dare la speranza ti toglie la fame dalla bocca un bambino che si vede strappare l'infanzia costretto solo a diventare gia adulto afrrontare la realta nel modo piu duro possibile dove solo qualche gioco renda le cose un po meno drastiche e dove avvolte il gioco diverta un modo sadico per disprezzare la vita e sfidArsi con essa ad una gara di sopravvivenza.
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io sono di napoli; dietro questo film ci sono molti tasti INCANDESCENTI che nessuno tocca per paura di innescare la bomba in primis la decaduta di napoli e dovuta alla disonesta delle forze dell'ordini che dovrebbero essere denunciate dalla società stessa da cui loro pappano in secondo luogo la decadenza di una civilta che ci e stata tolta dagli interressi comuni di chi a il potere sulla città parlo personalmente come si fa ad andare avanti con un lavoro che ti fa quadagnare 10 euro al gioreno e qui ci marcia la mala vita xche ti puo dare la speranza ti toglie la fame dalla bocca un bambino che si vede strappare l'infanzia costretto solo a diventare gia adulto afrrontare la realta nel modo piu duro possibile dove solo qualche gioco renda le cose un po meno drastiche e dove avvolte il gioco diverta un modo sadico per disprezzare la vita e sfidArsi con essa ad una gara di sopravvivenza. titty 87 dA NAPOLI!!!!!!
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napoli1980
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mercoledì 30 luglio 2008
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complimenti
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...13 e già uomo... un assassino... la retorica del regista scansa di netto il lieto fine con un film di formazione alla rovescia. Non come i Samwise e tutti gli altri "cortesi" eroi, no Rosario regredisce all'istinto primitivo del cacciatore, perdendo la sua religione assieme all'amore non ricambiato. Ottima trasposizione della realtà in quell'universo a se stante che si chiama Napoli, in cui per impressionare un bambino basta poco, città chiusa, in cui la controcultura della camorra riesce ad avere il sopravvento sui Veri maestri e il risultato è un imbarbarimento collettivo.
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valentina
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domenica 6 luglio 2008
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per gianluca
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lo so ke tu nn sai nememno ke io esisto e nn sai nemmeno ke sn innamorata pazza di te,ma ti voglio dire queste cose :6 stato bravissimo a recitare la parte di rosario e come erano belli i tuoi okki pieni d'amore,6 bellissimo 6 trpp fiko spero ke un giorno ti potessi incontrae xkè tu vivi neolla mia citta e ke potessimo legare un rapporto di amicizia anke se x me e qualkosa in piu.ti amo.
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