giovanni
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sabato 23 gennaio 2021
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un tuffo nel kamasutra
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Rivisto in TV denuncia i suoi limiti:
- scene plurime di pornografia truccata da arte (sarebbe bastata la scena conclusiva che peraltro non è neppure erotica)
- erotismo rimasto nell'intenzione
- racconto povero, scontato
- la passione appare ingiustificata e incredibile (lui assurdo, lei opaca)
- struttura più teatrale che cinematografica
- non bastano le ripetute acrobazie da Kamasutra a fare un buon film.
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lorenzodv
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lunedì 10 febbraio 2020
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passus
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Generalmente considerata un fatto positivo in quanto risvolto brillante della vita, la parola che esprime la passione deriva da "pati", anzi dal suo participio passato e condivide questa origine con la parola "passivo" che è considerata un concetto sgradevole. La parte brutta della storia è che tutto questo ha attinenza con il film: appassiona! Ma a questo punto sarebbe probabilmente più gradevole dire che trasporta.
Il film tratta di una passione distruttiva di un padre (e ministro ..) per la fidanzata del figlio. Passione consumata, va precisato per una migliore comprensione. L'epilogo è drammatico, come si avverte fin dall'inizio, eppure a sorpresa.
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Generalmente considerata un fatto positivo in quanto risvolto brillante della vita, la parola che esprime la passione deriva da "pati", anzi dal suo participio passato e condivide questa origine con la parola "passivo" che è considerata un concetto sgradevole. La parte brutta della storia è che tutto questo ha attinenza con il film: appassiona! Ma a questo punto sarebbe probabilmente più gradevole dire che trasporta.
Il film tratta di una passione distruttiva di un padre (e ministro ..) per la fidanzata del figlio. Passione consumata, va precisato per una migliore comprensione. L'epilogo è drammatico, come si avverte fin dall'inizio, eppure a sorpresa.
La stupenda Binoche interpreta la ragazza, una figura ambigua (ovviamente) che parla poco (ad esser generosi) ma che ci vuole così perché Anna Barton è il tipico personaggio complesso misterioso e problematico. Lei è l'untrice, la portatrice di distruzione alla quale si potrebbero dare facilmente tutte le colpe se non fosse incontestabile che ciascuno ha fatto la sua parte e lei è una vittima di se stessa quanto il partner (e ministro ..), vittima della sua storia, delle sue esperienze, della passione.
A questo spettacolo emozionante e coinvolgente si può forse criticare la scarsa espressività dei protagonisti ma mi sono chiesto se una rappresentazione più compiuta e in conclusione più vivace avrebbe sortito lo stesso effetto; probabilmente è sbagliato giudicare le alternative che restano solo potenziali, quest'opera è bella così.
Nell'intervista che è inclusa nel DVD Louise Malle spiega che le scene di sesso sono le più difficili da girare e disgraziatamente questo film ne è pieno. Siamo felici che si sia reso conto della complessità e le abbia infine girate bene. Seepure un po' carenti di dialoghi (come tutto lo svolgimento) esprimono profondamente la passione senza sconfinare nello squallore o nel ridicolo, che è cosa rara nellla cinematografia non specializzata.
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paolo di mario
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giovedì 13 dicembre 2018
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intrigo mentale
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Lui, lei, l'altro. Racconto di un triangolo amoroso che non è tuttavia l'argomento protagonista della storia.
Il rapporto dei due amanti sarebbe meno tormentato se solo lei lasciasse il fidanzato.Lo spettatore viene, così, distratto da una serie di situazioni enigmatiche che si svelano durante il film.
Geniale la sceneggiatura che, con un ritmo volutamente lento ma avvincente, fornisce una risposta ad ogni dubbio sul comportamento dei protagonisti.
La trama, apparentemente da romanzo, diventa qualcosa di più: si presta ad un viaggio mentale in cui si apprende come un "danno", di qualsiasi entità, possa trovare elaborazioni continue.
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francescaromanacerri
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mercoledì 26 luglio 2017
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la passione come espressione della ferita
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Un film coinvolgente sulla passione dilaniante e sulla dipendenza affettiva che fa perdere i confini e abbatte completamente la ragione e ogni buon senso. Inquietante ma credibile grazie agli interpreti che mostrano come il dolore si trasforma in ricerca del piacere, come il dolore è curato quasi dal piacere sfrenato, ma tale piacere contro tutte le regole sociali anche contro quelle non scritte di natura alla fine è causa di devastazione psichica e morte. Fino a che , passato il tempo ci si accorge che quel piacere come cura non è rivolto a nessuno in particolare, essendo in realtà le persone tutte uguali ma si attacca per dipendenza ad un essere che è come tutti gli altri.
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Un film coinvolgente sulla passione dilaniante e sulla dipendenza affettiva che fa perdere i confini e abbatte completamente la ragione e ogni buon senso. Inquietante ma credibile grazie agli interpreti che mostrano come il dolore si trasforma in ricerca del piacere, come il dolore è curato quasi dal piacere sfrenato, ma tale piacere contro tutte le regole sociali anche contro quelle non scritte di natura alla fine è causa di devastazione psichica e morte. Fino a che , passato il tempo ci si accorge che quel piacere come cura non è rivolto a nessuno in particolare, essendo in realtà le persone tutte uguali ma si attacca per dipendenza ad un essere che è come tutti gli altri.
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erostrato
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martedì 20 marzo 2012
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poco convincente
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Storia di una programmata e ingiustificata distruzione familiare.
Il difetto peggiore di questo film è la poca credibilità dei personaggi, specialmente quello della Binoche: imperscrutabile, inspiegabile, per niente affascinante.
Il desiderio viene assunto come unico motore logico delle azioni e descritto con acrobatici amplessi che in certi momenti suscitano ilarità più che passione.
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Storia di una programmata e ingiustificata distruzione familiare.
Il difetto peggiore di questo film è la poca credibilità dei personaggi, specialmente quello della Binoche: imperscrutabile, inspiegabile, per niente affascinante.
Il desiderio viene assunto come unico motore logico delle azioni e descritto con acrobatici amplessi che in certi momenti suscitano ilarità più che passione.
La freddezza con cui è girata la storia le conferisce ulteriore ruggine.
"Il danno" è un meccanismo perfetto e compiaciuto, gelido e poco convincente: sicuramente non il migliore di Malle.
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fulvia
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domenica 8 marzo 2009
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troppo lento per me
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La trama è decisamente intrigante, ma a mio parere il film non scuote. L'ho trovato pesante,con scene lunghe e lente. Non sono rimasta contenta.
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sliver
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martedì 3 febbraio 2009
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il senso, oltre il dolore,....la passione
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la passione nasce, si evolve, si vive e ti travolge che tutta la sua forza, non ha sesso ne paternità, ha solo voglia di vivere, solo dopo averla vissuta si può capire se c'è stato " danno". Inoltre non sempre il dolore è dolore, è necessario a volte provare piacere dal dolore... vivi..., non avrai un'altra possibilità, tutto è così veloce che a volte tutto passa senza accorgerti che è la tua vita quella che va via, scorre, scorre come fa l'acqua del fiume, e quando arriva nel mare ormai è salata.
Franco B.
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gnoca
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martedì 2 dicembre 2008
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imperdibile
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eccezionale.....da non perdere! Film crudo, reale e che fa riflettere!
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mitzi
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martedì 11 novembre 2008
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se l'amore è pieno di violenza la ragione latita
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ah l'amore è forte ha già strappato quel consenso così facile, ah l'amore sgretola i principi è così denso così complice.... questa canzone di Ruggeri è appropriata.
Film sulla forza dirompente e devastante della passione che travolge freni e convenzioni fino alla distruzione.
Se ne può uscire, ma non integri. Con un danno, appunto, che resta nell'anima, ma senza potere contrastare questo salto nel baratro, anzi lasciandosi andare, pur sapendo che non potrà finire bene.
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marco
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lunedì 10 novembre 2008
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il danno invisibile dell'anima
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il film mostra la pericolosità di talune persone che avendo subito un danno sopravvivono comunque alle relazioni perché pur dandosi completamente non si fondono mai con il partner. Riescono a spingersi in relazioni ed emozioni intense ed estreme e poi tornare indietro. Ma talvolta il partner rimane "indietro" e "dipendente" da quell'intensità assoluta. Chi ha subito un danno ed è sopravvissuto può ricominciare lasciando indietro chi ha diviso quell'esperienza.
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