figliounico
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giovedì 28 dicembre 2023
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l'antesignano di fantozzi entrato nel dizionario italiano
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Adattamento cinematografico del 1945 di Mario Soldati, a cui hanno attinto in diversi, dell’omonima commedia di Vittorio Bersezio del 1863 con due grandi attori dell’epoca, Carlo Campanini e Gino Cervi, e con le musiche di Nino Rota. Il film pur non potendosi definire neorealista ha almeno una delle caratteristiche di quello stile ossia la descrizione di uno spaccato della società italiana, nello specifico della classe piccolo borghese torinese di fine ottocento, attraverso la storia paradigmatica di un umile personaggio del popolo, ancorché illuso di essere superiore perché impiegato regio, e delle sue vicissitudini familiari e lavorative. Il cognome del protagonista del racconto entrerà nel vocabolario della lingua italiana per indicare per antonomasia l’impiegatuccio bistrattato dal capufficio arrogante, nel film interpretato dal grande caratterista Luigi Pavese, che, ricoprirà quindici anni dopo un ruolo analogo in Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi ed in particolare in una gag molto simile col sottoposto raffreddato che gli sternutisce contro.
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Adattamento cinematografico del 1945 di Mario Soldati, a cui hanno attinto in diversi, dell’omonima commedia di Vittorio Bersezio del 1863 con due grandi attori dell’epoca, Carlo Campanini e Gino Cervi, e con le musiche di Nino Rota. Il film pur non potendosi definire neorealista ha almeno una delle caratteristiche di quello stile ossia la descrizione di uno spaccato della società italiana, nello specifico della classe piccolo borghese torinese di fine ottocento, attraverso la storia paradigmatica di un umile personaggio del popolo, ancorché illuso di essere superiore perché impiegato regio, e delle sue vicissitudini familiari e lavorative. Il cognome del protagonista del racconto entrerà nel vocabolario della lingua italiana per indicare per antonomasia l’impiegatuccio bistrattato dal capufficio arrogante, nel film interpretato dal grande caratterista Luigi Pavese, che, ricoprirà quindici anni dopo un ruolo analogo in Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi ed in particolare in una gag molto simile col sottoposto raffreddato che gli sternutisce contro. Quello di Travet è un personaggio diventato maschera della commedia all’italiana grazie a Villaggio, che, quasi un secolo dopo la sua invenzione letteraria, lo riproporrà caratterizzato in maniera esasperata prima col Fracchia televisivo e poi al cinema con Fantozzi. Da notare un giovanissimo Gianni Agus nella parte dell’impiegato viscido e lecchino che nei film di Villaggio sarà interpretato da Giuseppe Anatrelli, e un Alberto Sordi alle prime armi nel ruolo che gli fu congeniale soprattutto agli inizi carriera di furbo e cinico opportunista.
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onufrio
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martedì 27 marzo 2018
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storia di un impiegato
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Tratto da una commedia tipicamente teatrale in dialetto torinese, Mario Soldati ripropone cinematograficamente le vicende del povero Signor Travet, impiegato regio da oltre 30 anni nella Torino di fine Ottocento, umile lavoratore che aspetta ormai da decenni la meritata promozione, promozione che non arriva per colpa di un funzionario superiore. L'arrivo del Commendatore, interpretato da Gino Cervi, mischierà le carte in tavola in una commedia piacevole con lieto fine che vede l'ottima interpretazione fra gli altri di un giovane Alberto Sordi nei panni di Barbarotti.
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tommaso
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sabato 30 agosto 2008
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fumosamente divertente
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Ritratto di un tempo ed espressione di un linguaggio oramai persi. Incrdibile la ricercatezza lessicale ed ottimo il ritmo, tenuto alto da un Alberto Sordi agli esordi (appena 25enne). Trama modesta, tenuta però in vita dalle ottime interpretazioni di Carlo Campanini e Gino Cervi. Buono, a mio avviso, il lavoro svolto da tutto il cast.
Imperdibile se si vogliono respirare i fumi di un bianco e nero nebbioso, che cerca di giocare e divertire, non dimenticando però qull'aura drammatica che ha circondato gran parte dei film italiani d'annata.
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andrea peggion
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domenica 9 settembre 2007
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il mobbing non nasce ora...
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Ci sono dei film che rimangono come documenti.
Questo ha una storia semplice, una recitazione buona, uno svolgimento legato al tempo in cui è stato scritto, ma descrive quello che è stato in maniera precisissima, tanto che deve essere considerato nostra MEMORIA. E' una storia che vale quanto, o più, di un libro di storia, perché è IL FILM che fa conoscere il mobbing (e il suo contesto)prima che si sapesse cosa è.
E' anche un film sul senso della vita, meno banale di quello che parrebbe se paragonato a opere sue contemporanee Hollywoodiane.
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