Adattamento cinematografico del 1945 di Mario Soldati, a cui hanno attinto in diversi, dell’omonima commedia di Vittorio Bersezio del 1863 con due grandi attori dell’epoca, Carlo Campanini e Gino Cervi, e con le musiche di Nino Rota. Il film pur non potendosi definire neorealista ha almeno una delle caratteristiche di quello stile ossia la descrizione di uno spaccato della società italiana, nello specifico della classe piccolo borghese torinese di fine ottocento, attraverso la storia paradigmatica di un umile personaggio del popolo, ancorché illuso di essere superiore perché impiegato regio, e delle sue vicissitudini familiari e lavorative. Il cognome del protagonista del racconto entrerà nel vocabolario della lingua italiana per indicare per antonomasia l’impiegatuccio bistrattato dal capufficio arrogante, nel film interpretato dal grande caratterista Luigi Pavese, che, ricoprirà quindici anni dopo un ruolo analogo in Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi ed in particolare in una gag molto simile col sottoposto raffreddato che gli sternutisce contro.
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Adattamento cinematografico del 1945 di Mario Soldati, a cui hanno attinto in diversi, dell’omonima commedia di Vittorio Bersezio del 1863 con due grandi attori dell’epoca, Carlo Campanini e Gino Cervi, e con le musiche di Nino Rota. Il film pur non potendosi definire neorealista ha almeno una delle caratteristiche di quello stile ossia la descrizione di uno spaccato della società italiana, nello specifico della classe piccolo borghese torinese di fine ottocento, attraverso la storia paradigmatica di un umile personaggio del popolo, ancorché illuso di essere superiore perché impiegato regio, e delle sue vicissitudini familiari e lavorative. Il cognome del protagonista del racconto entrerà nel vocabolario della lingua italiana per indicare per antonomasia l’impiegatuccio bistrattato dal capufficio arrogante, nel film interpretato dal grande caratterista Luigi Pavese, che, ricoprirà quindici anni dopo un ruolo analogo in Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi ed in particolare in una gag molto simile col sottoposto raffreddato che gli sternutisce contro. Quello di Travet è un personaggio diventato maschera della commedia all’italiana grazie a Villaggio, che, quasi un secolo dopo la sua invenzione letteraria, lo riproporrà caratterizzato in maniera esasperata prima col Fracchia televisivo e poi al cinema con Fantozzi. Da notare un giovanissimo Gianni Agus nella parte dell’impiegato viscido e lecchino che nei film di Villaggio sarà interpretato da Giuseppe Anatrelli, e un Alberto Sordi alle prime armi nel ruolo che gli fu congeniale soprattutto agli inizi carriera di furbo e cinico opportunista.
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