Martha Coolidge approda al lungometraggio con un ibrido che continua ancora oggi a sollevare domande provocatorie sulla violenza sessuale e sull'etica della sua rappresentazione sullo schermo. Il risultato di questo mix tra documentario e fiction fa di questo film uno degli esperimenti di metacinema più audaci del secolo.
Il film è basato su un'esperienza vissuta personalmente dalla regista. Mentre interpretano la sceneggiatura, i membri del cast riflettono sul loro rapporto con gli aggressori, sui sentimenti che nascono nel rivivere - mettendo in scena - quei momenti e i loro atteggiamenti riguardo al consenso, al trauma e al senso di colpa.