enzo70
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venerdì 4 ottobre 2024
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un quasi musical che piace ma non appassiona
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Il sequel di Joker, film capolavoro di Todd Phillips interpretato magicamente da Joaquin Phoenix, era complicato. Arthur Fleck è in carcere in attesa di processo, ha un atteggiamento dimesso, la sua timidezza ed educazione contraddistinguono il suo soggiorno e le relazioni con gli altri detenuti e con i secondini. Questi ultimi, anzi, lo deridono, lo maltrattano e lui non reagisce almeno fino a quando non incontra Lee, una giovane donna innamorata di lui. E quando scatta la scintilla Arthur cambia, torna ad essere Joker, sicuro di sé, irriverente, intelligente, aggressivo. Inizia una sorta di sfida tra le due anime dell’uomo, quella di Arthur e quella di Joker, ma il vero problema è che l’uomo di cui è innamorata Lee è il secondo.
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Il sequel di Joker, film capolavoro di Todd Phillips interpretato magicamente da Joaquin Phoenix, era complicato. Arthur Fleck è in carcere in attesa di processo, ha un atteggiamento dimesso, la sua timidezza ed educazione contraddistinguono il suo soggiorno e le relazioni con gli altri detenuti e con i secondini. Questi ultimi, anzi, lo deridono, lo maltrattano e lui non reagisce almeno fino a quando non incontra Lee, una giovane donna innamorata di lui. E quando scatta la scintilla Arthur cambia, torna ad essere Joker, sicuro di sé, irriverente, intelligente, aggressivo. Inizia una sorta di sfida tra le due anime dell’uomo, quella di Arthur e quella di Joker, ma il vero problema è che l’uomo di cui è innamorata Lee è il secondo. La presenza di lady Gaga trasforma il film in una sorta di musical che a tratti non funziona, nel primo film il pathos non trovava interruzioni, era un flusso ininterrotto, mentre la narrazione cantata perde di efficacia. Ma comunque occorre dare merito al regista di avere trovato il coraggio di proporre un seguito ad un film unico. E di aver fatto tornare le persone al cinema, ieri con la mia compagna abbiamo deciso di andare in un multisala e, meraviglia, era pieno. Il cinema ha bisogno di riprendere fiato e un film così è ossigeno puro, a prescindere dalle critiche e dalle valutazioni di merito. E poi Joaquin Phoenix rimane una grande certezza.
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[+] arthur assoggettato dal joker e da harley
(di antonio montefalcone)
[ - ] arthur assoggettato dal joker e da harley
[+] esilarante!
(di il cinefilo)
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nino pellino
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domenica 20 ottobre 2024
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molto bravo todd phillips a non ripetersi
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Chi si aspettava un sequel che ricalcasse le medesime situazioni del primo capitolo, "Joker", sicuramente è rimasto deluso o quantomeno spiazzato. Il regista Todd Phillips è stato molto bravo nel non ripetersi e indirizzare questo secondo film attraverso una trama dai risvolti psicologici e malinconici che ne fanno di questa pellicola un'opera decisamente più complessa e profonda rispetto al primo film. Sono poche le pellicole del passato che mi hanno lasciato un senso di amarezza interiore ma allo stesso tempo che mi sono risultate di una bellezza struggente, emozionalmente potente, insomma spiazzante.
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Chi si aspettava un sequel che ricalcasse le medesime situazioni del primo capitolo, "Joker", sicuramente è rimasto deluso o quantomeno spiazzato. Il regista Todd Phillips è stato molto bravo nel non ripetersi e indirizzare questo secondo film attraverso una trama dai risvolti psicologici e malinconici che ne fanno di questa pellicola un'opera decisamente più complessa e profonda rispetto al primo film. Sono poche le pellicole del passato che mi hanno lasciato un senso di amarezza interiore ma allo stesso tempo che mi sono risultate di una bellezza struggente, emozionalmente potente, insomma spiazzante. Sforzandomi nel non spoilerare il film, mi basta però fare un paragone, accostando "Joker - Folie a' deux" ad un bellissimo film diretto anni fa dal regista Giuseppe Tornatore dal titolo "La migliore offerta". Il regista Todd Phillips, in un certo senso, svuota il personaggio di Athur Fleck dal mito di Joker, che ci è apparso quasi come un eroe pluriosannato e idolatrato dalle masse dei suoi sostenitori nel corso della fine del primo capitolo, per restituirci un uomo fragile, indifeso, bisognoso di affetto e che ad un certo punto riesce a trovare la più grande e bella illusione della sua vita: l'amore per una donna. I duetti musicali tra Arthur con la sua amata Lee, aiuteranno il protagonista a riemergere dalle ceneri della sua apatia e della sua abulica esistenza (chiaramente determinata dall'uso di psicofarmaci) in cui si era venuto a trovare una volta rinchiuso dentro un carcere giudiziario. La sua amata Lee che sarà appunto delizia ma anche croce del suo cammino. Ogni uomo diventa fragile e vulnerabile quando si innamora seriamente di una donna. A maggior ragione lo è Arthur/Joker idal momento in cui questa sua nuova condizione sarà fonte di rinascita ma causa della sua disfatta
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nino pellino
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domenica 20 ottobre 2024
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mllto bravo todd phillips a non ripetersi
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Chi si aspettava un sequel che ricalcasse le medesime situazioni del primo capitolo, "Joker", sicuramente è rimasto deluso o quantomeno spiazzato. Il regista Todd Phillips è stato molto bravo nel non ripetersi e indirizzare questo secondo film attraverso una trama dai rivolti psicologici e malinconici che ne fanno di questa pellicola un'opera decisamente più complessa e profonda rispetto al primo film. Sono poche le pellicole del passato che mi hanno lasciato un senso di amarezza interiore ma allo stesso tempo che mi sono risultate di una bellezza struggente, emozionalmente potente, insomma spiazzante. Sforzandomi nel non spoilerare il film, mi basta però fare un paragone, accostando "Joker - Folie a' deux" adf un bellissimo film diretto anni fa dal regista Giuseppe Tornatore dal titolo "La migliore offerta".
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Chi si aspettava un sequel che ricalcasse le medesime situazioni del primo capitolo, "Joker", sicuramente è rimasto deluso o quantomeno spiazzato. Il regista Todd Phillips è stato molto bravo nel non ripetersi e indirizzare questo secondo film attraverso una trama dai rivolti psicologici e malinconici che ne fanno di questa pellicola un'opera decisamente più complessa e profonda rispetto al primo film. Sono poche le pellicole del passato che mi hanno lasciato un senso di amarezza interiore ma allo stesso tempo che mi sono risultate di una bellezza struggente, emozionalmente potente, insomma spiazzante. Sforzandomi nel non spoilerare il film, mi basta però fare un paragone, accostando "Joker - Folie a' deux" adf un bellissimo film diretto anni fa dal regista Giuseppe Tornatore dal titolo "La migliore offerta". Il regista Todd Phillips, in un certo senso, svuota il personaggio di Athur Fleck dal mito di Joker, che ci è apparso quasi come un eroe pluriosannato e idolatrato dalle masse dei suoi sostenitori nel corso della fine del primo capitolo, per restituirci un uomo fragile, indifeso, bisognoso di affetto e che ad un certo punto riesce a trovare la più grande e bella illusione della sua vita: l'amore per una donna. I duetti musicali tra Arthur con la sua amata Lee, aiuteranno il protagonista a riemergere dalle ceneri della sua apatia e della sua abulica esistenza (chiaramente determinata dall'uso di psicofarmaci) in cui si era venuto a trovare una volta rinchiuso dentro un carcere giudiziario. La sua amata Lee che sarà appunto delizia ma anche croce del suo cammino. Ogni uomo diventa fragile e vulnerabile quando si innamora seriamente di una donna. A maggior ragione lo è Arthur/Joker idal momento in cui questa sua nuova condizione sarà fonte di rinascita ma causa della sua disfatta.
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fellini2000
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martedì 22 ottobre 2024
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un sequel fedele e ai livelli dell'originale
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Le premesse e le aspettative riguardo a Joker - Folie a Deux onestamente erano un po' preoccupanti dato che il primo film del 2019, si rivelò uno dei più grandi capolavori della storia del cinema, affermandosi perfettamente funzionale in tutti gli aspetti (regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, ecc.) e perciò risultava un po' difficile arrivare ai suoi livelli. Ovviamente Folie a Deux non è definibile migliore della prima opera di Todd Philips, però riesce comunque a tenergli testa, mantenendo sempre lo stesso magnifico stile registico, la stessa fotografia con quel tocco un po' dessaturato da film sociale drammatico. Ed è proprio l'aspetto sociale ad essere il punto di forza di questo film; Philips con quest'opera riesamina a pieno l'aspetto sociale e psicologico di quella figura disabile individuabile in Artur Fleck, abbandonata completamente dalla società e quasi costretta a diventare un simbolo della delinquenza per poter far capire al mondo gli sbagli commessi verso le persone più deboli.
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Le premesse e le aspettative riguardo a Joker - Folie a Deux onestamente erano un po' preoccupanti dato che il primo film del 2019, si rivelò uno dei più grandi capolavori della storia del cinema, affermandosi perfettamente funzionale in tutti gli aspetti (regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, ecc.) e perciò risultava un po' difficile arrivare ai suoi livelli. Ovviamente Folie a Deux non è definibile migliore della prima opera di Todd Philips, però riesce comunque a tenergli testa, mantenendo sempre lo stesso magnifico stile registico, la stessa fotografia con quel tocco un po' dessaturato da film sociale drammatico. Ed è proprio l'aspetto sociale ad essere il punto di forza di questo film; Philips con quest'opera riesamina a pieno l'aspetto sociale e psicologico di quella figura disabile individuabile in Artur Fleck, abbandonata completamente dalla società e quasi costretta a diventare un simbolo della delinquenza per poter far capire al mondo gli sbagli commessi verso le persone più deboli. Nella pellicola del 2019 sia a livello registico che di sceneggiatura venne introdotto ed evidenziato fortemente la componente sociale, ma in questa seconda opera viene assolutamente affrontata e approfondita meglio. Sempre ammirabile l'interpretazione di Phoenix, anche se non ai livelli del "Joker" Artur Fleck del 2019. Discretamente apprezzabile invece l'interpretazione di Lady Gaga nella pseudo Harley Queen. L'unico aspetto debole sono forse la gestione delle scene musicale, probabilmente un elemento non necessario.
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(di ivan il matto)
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fabrizio friuli
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lunedì 14 ottobre 2024
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a cosa serve aggiungere le scene di un musical ?
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Arthur Fleck, il comico fallito divenuto il famoso criminale di Gotham City, noto come Joker è diventato sia un individuo pericoloso per la società ma anche una sorta di idolo per alcuni, come per la paziente dell' istituto di igiene mentale/ penitenziario chiamata Harley Quinn, ed infatti, tra di loro nascerà una relazione sentimentale, poiché per la prima volta, il tormentato Arthur Fleck ( o Joker ) ha capito cosa significa essere amato da qualcuna, tuttavia, sembra che lei sia innamorata del suo alter ego malvagio.
Il seguito del film, costituito dalla regia di Todd Phillips, si differenzia dal film che lo ha preceduto per la presenza delle scene tipiche dei musical, come ad esempio Sweeney Todd ( di Tim Burton ) ma queste aggiunte si sono rivelate inutili per il lungometraggio, riuscendo soltanto a renderlo meno breve, ma non scorrevole, infatti, questo film, rispetto al primo, si è rivelato scarsamente avvincente, in aggiunta, il personaggio è diventato simile al personaggio di Robert Louis Stevenson, ovvero il Dottor Jerkill, che ha un alter ego malefico, ed anche il personaggio principale del film, sembra essere diventato come il personaggio letterario.
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Arthur Fleck, il comico fallito divenuto il famoso criminale di Gotham City, noto come Joker è diventato sia un individuo pericoloso per la società ma anche una sorta di idolo per alcuni, come per la paziente dell' istituto di igiene mentale/ penitenziario chiamata Harley Quinn, ed infatti, tra di loro nascerà una relazione sentimentale, poiché per la prima volta, il tormentato Arthur Fleck ( o Joker ) ha capito cosa significa essere amato da qualcuna, tuttavia, sembra che lei sia innamorata del suo alter ego malvagio.
Il seguito del film, costituito dalla regia di Todd Phillips, si differenzia dal film che lo ha preceduto per la presenza delle scene tipiche dei musical, come ad esempio Sweeney Todd ( di Tim Burton ) ma queste aggiunte si sono rivelate inutili per il lungometraggio, riuscendo soltanto a renderlo meno breve, ma non scorrevole, infatti, questo film, rispetto al primo, si è rivelato scarsamente avvincente, in aggiunta, il personaggio è diventato simile al personaggio di Robert Louis Stevenson, ovvero il Dottor Jerkill, che ha un alter ego malefico, ed anche il personaggio principale del film, sembra essere diventato come il personaggio letterario. Per quanto riguarda, la protagonista femminile del film ( impersonata dalla cantante e attrice Lady Gaga ) lei è una figura scarsamente approfondita, dato che rivela solamente alcune cose su sé stessa e verso la fine del film stesso, lei rivela ad Arthur Fleck sulla celebre scalinata che lei, ha un' attrazione verso Joker ( quindi, si rivela essere la giovane donna moderna che prova un ' attrazione malsana per i soggetti tossici ) e abbandona il povero Arthur Fleck che, tornando ad essere recluso, viene avvicinato da un altro squilibrato che lo accoltella e sembra che lui, sia destinato ad imbattersi nello stesso fato del killer Jeffrey Dahmer.
In aggiunta, in questo film, non meritevole di chissà quali elogi, comprende anche delle scene che ricordano quelle dei film ambientati nei penitenziari statunitensi, nei quali le guardie maltrattano i reclusi come se fossero i prigionieri di un gulag.
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felicity
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venerdì 10 gennaio 2025
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operazione radicale e intellettuale
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Joker: Folie à Deux è senz’altro un film più coraggioso, interessante e simpatico del suo predecessore, tutto pulitino e misurato nonostante l’aria da ribelle; ciononostante si fa prendere dalle manie di protagonismo e dalla logorrea comunicativa, finendo per incasinarsi e perdersi dietro ai vari codici senza riuscire a padroneggiarne davvero nessuno.
Spiace, perché a tratti pare davvero puntuale nella sua critica alle problematiche generate dai social media, mostrandoci due protagonisti prigionieri delle proprie maschere nonché perennemente divisi - al di là delle sbarre - dalla recitazione dei rispettivi interpreti.
Joker: Folie à Deux è uno scherzo beffardo, una barzelletta squallida come quelle raccontate dal protagonista, un'operazione radicale e intellettuale che mina le solide basi costruite dal capostipite mettendo in scena un secondo capitolo che della logica produttiva del sequel non rispetta alcuna regola.
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Joker: Folie à Deux è senz’altro un film più coraggioso, interessante e simpatico del suo predecessore, tutto pulitino e misurato nonostante l’aria da ribelle; ciononostante si fa prendere dalle manie di protagonismo e dalla logorrea comunicativa, finendo per incasinarsi e perdersi dietro ai vari codici senza riuscire a padroneggiarne davvero nessuno.
Spiace, perché a tratti pare davvero puntuale nella sua critica alle problematiche generate dai social media, mostrandoci due protagonisti prigionieri delle proprie maschere nonché perennemente divisi - al di là delle sbarre - dalla recitazione dei rispettivi interpreti.
Joker: Folie à Deux è uno scherzo beffardo, una barzelletta squallida come quelle raccontate dal protagonista, un'operazione radicale e intellettuale che mina le solide basi costruite dal capostipite mettendo in scena un secondo capitolo che della logica produttiva del sequel non rispetta alcuna regola. E' anche il pubblico ad essere attaccato frontalmente e chiamato a processo in questa scoperta satira del mondo dello spettacolo, della celebrazione degli idoli e della violenza delle immagini.
Nel coraggio e nell'ambizione, però, i limiti: quello di Todd Phillips è un film più interessante da pensare che da vedere e che nel suo sterile schematismo di fondo ha forse spalle troppo fragili per sostenere il peso di una costruzione teorica così articolata.
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tony
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lunedì 14 ottobre 2024
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non me lo aspettavo
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Nonostante l'incredibile interpretazione di Joaquin Phoenix, che ancora una volta dimostra la sua straordinaria capacità di immergersi nel ruolo del protagonista tormentato, Joker 2 non riesce a raggiungere le aspettative poste dal suo predecessore. La performance di Phoenix è indubbiamente il punto forte del film, riuscendo a mantenere vivo l'interesse del pubblico in un'opera che altrimenti risulterebbe fiacca e prevedibile. Visivamente, la pellicola non delude: la fotografia è molto ben fatta. Tuttavia, questi elementi tecnici non bastano a compensare i gravi difetti strutturali. La storia sembra una ripetizione stanca e priva di innovazione rispetto al primo capitolo. Manca lo stesso impatto psicologico ed emotivo che aveva reso Joker un capolavoro controverso.
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Nonostante l'incredibile interpretazione di Joaquin Phoenix, che ancora una volta dimostra la sua straordinaria capacità di immergersi nel ruolo del protagonista tormentato, Joker 2 non riesce a raggiungere le aspettative poste dal suo predecessore. La performance di Phoenix è indubbiamente il punto forte del film, riuscendo a mantenere vivo l'interesse del pubblico in un'opera che altrimenti risulterebbe fiacca e prevedibile. Visivamente, la pellicola non delude: la fotografia è molto ben fatta. Tuttavia, questi elementi tecnici non bastano a compensare i gravi difetti strutturali. La storia sembra una ripetizione stanca e priva di innovazione rispetto al primo capitolo. Manca lo stesso impatto psicologico ed emotivo che aveva reso Joker un capolavoro controverso. Il film cerca di ampliare l’universo del personaggio senza introdurre nuove idee o temi rilevanti, scivolando spesso in momenti di noia e dialoghi forzati. Sembra un musical ma non lo è. Lady Gaga è stata ingaggiata per fare cosa? In sintesi, sebbene Phoenix e la fotografia del film meritino elogi, Joker 2 si rivela un seguito non necessario che fallisce nel replicare la potenza narrativa dell’originale.
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folignoli
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mercoledì 9 ottobre 2024
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ricerca introspettiva e ritmo più lento
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È necessario subito far capire che questo film non ha nulla a che vedere col precedente: qui c’è una ricerca introspettiva e il ritmo è molto più lento. Basti pensare che è stato girato quasi tutto all’interno, con un Arthur Fleck sempre avvilito e demoralizzato. Chi se lo aspettava nelle sue pose plastiche e nei suoi balli sfrenati, purtroppo resterà deluso. Questo è senz’altro un limite per lo spettatore, ma nello stesso tempo è una forza, perché osserviamo la mutazione di un personaggio – come è giusta che sia – che ci lascerà (alla fine) con tanta malinconia e voglia di rivedere di nuovo il film.
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È necessario subito far capire che questo film non ha nulla a che vedere col precedente: qui c’è una ricerca introspettiva e il ritmo è molto più lento. Basti pensare che è stato girato quasi tutto all’interno, con un Arthur Fleck sempre avvilito e demoralizzato. Chi se lo aspettava nelle sue pose plastiche e nei suoi balli sfrenati, purtroppo resterà deluso. Questo è senz’altro un limite per lo spettatore, ma nello stesso tempo è una forza, perché osserviamo la mutazione di un personaggio – come è giusta che sia – che ci lascerà (alla fine) con tanta malinconia e voglia di rivedere di nuovo il film. Siccome tutta la storia è incentrata sul bipolarismo del protagonista (Arthur / Joker ) possiamo dire che nel racconto non c’è più spazio per Joker: qui il personaggio principale è Arthur, depresso e con una condanna per pluriomicidio, che lo porterà dritto alla pena di morte. Negli Stati Uniti chi sbaglia paga e paga con la vita, non c’è spazio per i sogni e la legge inesorabile, fa il suo corso. Ci troviamo nel carcere di massima sicurezza di Blackgate ed Arthur è ormai un tranquillo detenuto in attesa di giudizio. Mantiene ancora quella sua voglia di far ridere e lo fa con delle barzellette che racconta alle guardie carcerarie. Ironia della sorte, saranno proprio le barzellette a condurlo verso il precipizio. L’Avvocatessa di Arthur ha un’unica possibilità per evitargli la sedia elettrica: farlo passare per insano di mente. La strada è difficile, ma con astuzia e facendo leva sulla popolarità del personaggio (a cui è stato dedicato un cartone animato) può riuscirci. E qui entra in ballo Lady Gaga (Lee Quinzel) che dapprima sembra svolgere un’azione salvifica - facendo ritrovare ad Arthur la voglia di lottare, nella speranza di un futuro insieme – ma poi rappresenta la molla che lo porterà alla fine. Il percorso studiato dall’ Avvocatessa di Arthur, viene interrotto in maniera piuttosto bislacca, dalla decisione dello stesso Arthur di licenziarla e quindi di difendersi nel processo da solo. In una sceneggiatura concreta e reale, questa scelta artistica, appare alquanto incomprensibile. Come appaiono poco credibili le due scene che precedono il finale: mi riferisco alla bomba e alla scena della scalinata. Ripeto, in un film dominato dalla robustezza di una sceneggiatura granitica, ci sono 3 scelte artistiche (licenziamento avvocatessa, bomba, scalinata) che appaiono forzate. Avrei preferito arrivare al finale coraggioso e per certi versi sacrosanto, in un modo più tangibile. Due parole sui protagonisti. Lady Gaga è brava, ormai ha dimostrato di essere una grande attrice, oltre che pop star. Joaquin Phoenix è invece superlativo.Se nel precedente film faceva deflagrare tutta la sua carica melodrammatica nel raccontare un clown irriverente e sfrontato, qui la detonazione è interna, emotiva, che ti strappa il cuore facendoti versare anche una lacrima.
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eugenio
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martedì 8 ottobre 2024
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joker e'' tornato?
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La la land sulle note di un fragile equilibrio sopra la follia. Joker 2 o meglio follia a due di Todd Philips è in fondo un musical sul distico ineluttabile di amore e odio, vanità e gioco perverso al dolore, sanita' mentale e tutto cio che si differenzia da essa, non necessariamente pazzia. Ritorna Joaquin Phoenix ad indossare la maschera del cattivo di Batman, rinchiuso dentro il manicomio criminale di Arkham in attesa di processo. Qui conosce Harleen [Lady Gaga] e se ne innamora. Va a vivere nel mezzo di un'isola mentale su di un ponte, ci costruisce un rifugio paventando un riparo, ne fa manutenzione perché non crolli sotto il peso delle malefatte e vede un imminente pericolo, la condanna per l'uccisione di cinque persone o meglio sei con la madre, a rompere quel fragile equilibrio.
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La la land sulle note di un fragile equilibrio sopra la follia. Joker 2 o meglio follia a due di Todd Philips è in fondo un musical sul distico ineluttabile di amore e odio, vanità e gioco perverso al dolore, sanita' mentale e tutto cio che si differenzia da essa, non necessariamente pazzia. Ritorna Joaquin Phoenix ad indossare la maschera del cattivo di Batman, rinchiuso dentro il manicomio criminale di Arkham in attesa di processo. Qui conosce Harleen [Lady Gaga] e se ne innamora. Va a vivere nel mezzo di un'isola mentale su di un ponte, ci costruisce un rifugio paventando un riparo, ne fa manutenzione perché non crolli sotto il peso delle malefatte e vede un imminente pericolo, la condanna per l'uccisione di cinque persone o meglio sei con la madre, a rompere quel fragile equilibrio. Riuscirà a preservarlo tenendo conto che la stessa amata non è esattamente un mostro di raziocinio?
Girato alternando sequenze da legal drama ad altre volutamente mascherate nell'ambivalenza comportamentale schizofrenica, Joker omaggia la follia pura strizzando l'occhio a "Qualcuno volo sul nido del cuculo". Ne emerge un quadro interessante reso più profondo dalla stilema dell'egocentrismo che permea le due ore e più di una pellicola sin troppo ridondata, che inciampa nella ripetizione fiacca di scene dove la musica abbonda ma il ritmo latita. Una maschera malfatta di ciò che non siamo e non vorremmo mai essere.
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imperior max
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lunedì 7 ottobre 2024
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metacinema, decostruzione e vocalizzi con un finale sorprendente
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JOKER: FOLIE A DEUX. Sicuramente uno dei film del 2024 più divisivi, particolari e discussi. Premetto che io sono allergico ai musical per la loro natura canterina e coreografica che spesso e volentieri mi interrompono la narrazione senza un motivo che non sia fine a sé stesso. A meno che non siano The Blues Brothers o Billy Elliot. Cosa ancora più grave è che il film in questione ha 15-16 di canzoni, perciò doveva essere di mio disgusto più totale. Incredibile, ma vero, questa cosa non è lo stata per i seguenti motivi: il meta-cinema rivolto al pubblico e al film JOKER, la decostruzione del suddetto e della percezione avuta nei suoi riguardi e al tentativo sperimentale di renderlo un “antisequel” andando contro le aspettative del pubblico.
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JOKER: FOLIE A DEUX. Sicuramente uno dei film del 2024 più divisivi, particolari e discussi. Premetto che io sono allergico ai musical per la loro natura canterina e coreografica che spesso e volentieri mi interrompono la narrazione senza un motivo che non sia fine a sé stesso. A meno che non siano The Blues Brothers o Billy Elliot. Cosa ancora più grave è che il film in questione ha 15-16 di canzoni, perciò doveva essere di mio disgusto più totale. Incredibile, ma vero, questa cosa non è lo stata per i seguenti motivi: il meta-cinema rivolto al pubblico e al film JOKER, la decostruzione del suddetto e della percezione avuta nei suoi riguardi e al tentativo sperimentale di renderlo un “antisequel” andando contro le aspettative del pubblico.
Chiariamoci, JOKER era venuto anche bene, peccato però che si rifacesse un po’ troppo a Taxi Driver e Re per una notte, si giustificasse troppo le azioni di Arthur con la scusa del fatto che fosse appunto Joker, c’erano ingenuità di scrittura ed era troppo iperbolico nelle sue tragedie. Ecco, Folie à Deux fa’ all’opposto orientandosi un po’ da Coppola, contestualizzando un po’ meglio la condizione mentale di Arthur, appunto con i vocalizzi e i sonetti, a volte volutamente sporchi e/o malfatti, che non sono altro che le proiezioni mentali di Arthur condivise con Harley Quinn e mettendo più in cattiva luce la figura sua e del Joker stesso.
D’altronde, dopo due anni al manicomio di Arkham, Arthur Fleck deve affrontare il processo che lo vedrà colpevole di cinque omicidi (confermati) oppure un malato di mente con sdoppiamento della personalità. Nei giorni che seguono conoscerà Lee Quinzel (presunta paziente) al corso di canto dove lei gli confessa una profonda ammirazione per il Joker e del film su di lui. I due si innamorano e cominceranno riflessioni e contrasti sulla sua persona.
Per tutto il tempo Joaquin Phoenix non fa' altro che dare ad Arthur Fleck un conflitto interiore, nello scegliere la dura realtà che lo vede come uno psicopatico che ha agito d’impulso e compatito da tutti oppure come un assassino repellente vestito da clown, ma adorato e giustificato da dei seguaci esaltati. In entrambi i casi, sono sempre due figure squallide. Come ago della bilancia c’è appunto Harley Quinn che per lui è il suo primo e unico amore e ragione di vita mentre lei è in pratica la figura della fan tossica innamorata del Joker.
Poi la componente musical, è vero che dopo un po’ diventa pallosa e anticlimatica la cosa, che rallenta il ritmo, ma non a caso capitano quando Arthur è in stato di serenità oppure immaginandosi come Joker e sempre nella sua mente. E non a caso andando avanti pure Arthur si stancherà di tutto questo cantare, facendo emergere la componente metacinematografica. Tutto per rendere respingente la figura del Joker, come se quei stacchetti e coreografie non fossero che una risposta ai fan che volevano a tutti costi vedere Joker fare una mattanza. Così come la stessa folla esaltata che patteggia per Joker.
Per carità poi, i difetti non si discutono. La durata si sente molto, le canzoni si potevano ridurre al massimo della metà, non sempre alcune soluzioni narrative sono credibili, Todd Philips non ha la stessa forza registica di un Coppola, di un John Landis o di Lana Wachowski e sicuramente Lady Gaga non è una signora attrice.
Però vedendo il film in una maniera più metanarrativa si va’ a comprendere un film che non voleva piacere, ma solo far riflettere sulla figura di un personaggio negativo esaltato per le ragioni sbagliate e con un finale rivelatorio che confermerà l’obiettivo che Philips ha voluto raggiungere forse già nel 2019.
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