belliteam
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lunedì 26 maggio 2025
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questo conclave e'' una guerra
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Edward Berger (Niente di nuovo sul fronte occidentale) dirige un cast stellare: R.Fiennes, S.Tucci, J.Lithgow, in "conclave", film quanto mai attuale, girato a Roma a cinecitta' dove si e' ricostruita anche la cappella sistina dove e' ambientata gran parte della pellicola.
"questo conclave e' una guerra" e' una delle frasi simbolo, che evidenzia quanto il regista vuole mettere in "luce": rivalita', intrighi, scandali sessuali; assisteremo ad un gioco delle parti dove da un lato coglieremo la solennita' del momento e l'ordine di facciata (la tavola apparecchiata perfettamente, le rigorose procedure interne), mentre dall'altra parte noteremo i mozziconi per terra di sigarette fumate di nascosto dai cardinali a simboleggiare il lato "oscuro" appunto del Conclave.
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Edward Berger (Niente di nuovo sul fronte occidentale) dirige un cast stellare: R.Fiennes, S.Tucci, J.Lithgow, in "conclave", film quanto mai attuale, girato a Roma a cinecitta' dove si e' ricostruita anche la cappella sistina dove e' ambientata gran parte della pellicola.
"questo conclave e' una guerra" e' una delle frasi simbolo, che evidenzia quanto il regista vuole mettere in "luce": rivalita', intrighi, scandali sessuali; assisteremo ad un gioco delle parti dove da un lato coglieremo la solennita' del momento e l'ordine di facciata (la tavola apparecchiata perfettamente, le rigorose procedure interne), mentre dall'altra parte noteremo i mozziconi per terra di sigarette fumate di nascosto dai cardinali a simboleggiare il lato "oscuro" appunto del Conclave.
il prodotto finale si lascia vedere, anche se stereotipato e senza un effetto uau, tutto abbastanza prevedibile dall'inizio alla fine.
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nicoladc89
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domenica 18 maggio 2025
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una cagata pazzesca
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E a differenza della Corazzata Potemkin questo lo è per davvero. Inizio la visione e già al settimo minuto puzza di minchiata, prosegue peggio, finisce peggissimo. Non mi soffermo sui dettagli tecnici che sono il minimo per un film di cartello come questo, ma se devo vedermi dei film tecnicamente buonissimi, tanto vale che mi guardi qualche film Marvel che fa schifo uguale ma almeno non è stracolmo di retorica da elementari e cazzate.
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citizenkane
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sabato 17 maggio 2025
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il codice da vinci in vaticano
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Potreste scegliere di vedere un film ben fatto tecnicamente e con attori ottimi (tranne Castellitto che solitamente apprezzo ma che qui ? ingabbiato nella macchietta dell?italiano chiassoso e volgare)? potreste invece scegliere di boicottare l?ennesima storia banale del moderno cinema americano (almeno di quello pi? acclamato). Personalmente lo ritengo un film e una storia dimenticabili.
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biscotto51
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lunedì 12 maggio 2025
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bizzarro
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Un cast internazionale fatto di visi induriti come se stesse scoppiando la terza guerra mondiale. Un cardinale che 30 anni prima aveva messo incinta una suora, fatta venire apposta a Roma in questa occasione per far scoppiare lo scandalo. Una bomba che esplode subito fuori la cappella sistina mandando in frantumi una vetrata e coprendo di calcinacci i cardinali rinchiusi per il conclave. Un cardinale sconosciuto a tutti che arriva da Kabul e che aveva prenotato un intervento in clinica per liberarsi della vagina e altri organi femminili che porta in sé dalla nascita. E chi eleggono papa? proprio lui.
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rosmersholm
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lunedì 12 maggio 2025
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penoso
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Si possono realizzare ottimamente dei film, con grandi attori (a parte un Castellitto totalmente sopra le righe), bella fotografia e messa in scena, che finiscono per irritare e deludere a causa di una sceneggiatura demenziale che infila una serie di colpi di scena partoriti da un allievo un po' ottuso di una scuola di scrittura creativa. Un Papa che nasconde dei documenti nella testiera del letto? E il Camerlengo che li trova infilando il dito in una fessura? Ma che cosa è? Il colpo di scena finale (spoiler) con il Papa ermafrodita, per omaggiare lo "spirito del tempo"? Veramente non trovo altra definizione che: idiozia. La cosa peggiore è che manca totalmente qualsiasi dimensione spirituale: Santo Cielo, stiamo parlando di uno dei momenti più alti e delicati della vita della Chiesa.
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Si possono realizzare ottimamente dei film, con grandi attori (a parte un Castellitto totalmente sopra le righe), bella fotografia e messa in scena, che finiscono per irritare e deludere a causa di una sceneggiatura demenziale che infila una serie di colpi di scena partoriti da un allievo un po' ottuso di una scuola di scrittura creativa. Un Papa che nasconde dei documenti nella testiera del letto? E il Camerlengo che li trova infilando il dito in una fessura? Ma che cosa è? Il colpo di scena finale (spoiler) con il Papa ermafrodita, per omaggiare lo "spirito del tempo"? Veramente non trovo altra definizione che: idiozia. La cosa peggiore è che manca totalmente qualsiasi dimensione spirituale: Santo Cielo, stiamo parlando di uno dei momenti più alti e delicati della vita della Chiesa. E non basta certo la misera metafora della breccia nella Cappella Sistina e il colpo di vento (lo Spirito Santo) che muove le schede elettorali, per salvare la baracca. Che pena...
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temat825
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domenica 11 maggio 2025
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film prigioniero dei colpi di scena
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Il decano del collegio cardinalizio passa le due ore del film ad aggirarsi dolente ed inquieto per corridoi bui imbattendosi ogni quarto d'ora nella magagna di un papabile che poi risolve nel quarto d'ora successivo fino al gran finale che dovrebbe tramortire lo spettatore ma in realtà è telefonatissimo fin dalla prima comparsa in scena del personaggio su cui viene sviluppato.
Film in definitiva banale, come molti basato sulla convinzione che l'interesse dello spettatore si possa catturare soltanto con una serie cadenzata di colpi di scena, non riscattato dall'applicazione di questo meccanismo ad uno degli eventi più affascinanti e misteriosi della storia dell'umanità quale è l'elezione papale della quale anzi non riesce a cogliere i reali motivi di intrigo.
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jonnylogan
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giovedì 8 maggio 2025
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cum clavis
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Nel 2011 Nanni Moretti con il suo Habemus Papam (id.; 2011) cercò di mostrarci una versione estremamente personale di cosa potesse accadere a una Chiesa cattolica in bilico fra due Pontificati e alle prese con un conclave nel quale tutti i cardinali presenti si auguravano di non essere eletti.
A distanza di quasi tre lustri il cinquantacinquenne regista Edward Berger, gira la sua quinta pellicola basandola sul romanzo thriller omonimo firmato dall’autore Britannico Robert Harris. Donando a Ralph Finnies un ruolo centrale rispetto a uno degli eventi più noti, e al tempo stesso misteriosi, del mondo occidentale.
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Nel 2011 Nanni Moretti con il suo Habemus Papam (id.; 2011) cercò di mostrarci una versione estremamente personale di cosa potesse accadere a una Chiesa cattolica in bilico fra due Pontificati e alle prese con un conclave nel quale tutti i cardinali presenti si auguravano di non essere eletti.
A distanza di quasi tre lustri il cinquantacinquenne regista Edward Berger, gira la sua quinta pellicola basandola sul romanzo thriller omonimo firmato dall’autore Britannico Robert Harris. Donando a Ralph Finnies un ruolo centrale rispetto a uno degli eventi più noti, e al tempo stesso misteriosi, del mondo occidentale. Ovvero quello dei riti e della scelta di colui che sarà a capo dello stato più importante del mondo cattolico.
La pellicola è vissuta dagli spettatori nella medesima reclusione alla quale sono sottoposti gli oltre cento cardinali. Con la macchina da presa che si muove ispezionando incontri carbonari avvolti perennemente dalla penombra, trascorsi fra i meandri delle sale e dei cortili dello stato pontificio. Alternandoli a momenti conviviali e a speculazioni principalmente in essere fra Stanley Tucci, nel ruolo del Cardinale progressista Aldo Bellini e l’ottimo Finnies, in quello di Thomas Lawrence, cardinale vicino al Papa uscente, perché spinto dal medesimo desiderio di apertura nei confronti delle altre confessioni. Anch’egli, esattamente come Bellini, Papabile, ma anche combattuto dall’idea di diventare nuovo Pontefice: sia perché poco sicuro della propria fede, ma anche perché disilluso dall’ambiente Vaticano.
Vero distinguo, rispetto alla pellicola di Moretti, il taglio completamente drammatico dato dalla lotta ideologica fra differenti correnti di pensiero. È eccellente in tal senso la prova offerta da Sergio Castellitto nel ruolo del Cardinale Goffredo Tedesco, incline a una visione ortodossa della fede cristiana e per questo osteggiato con difficoltà da parte dell’ala cardinalizia più progressista.
Un thriller politico – religioso godibile seppur cerebrale. Candidato a otto statuette Oscar. Capace di vincere nella categoria miglior sceneggiatura non originale e nel quale il cast sa muoversi con maestria come un ingranaggio ben oleato.
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marzio5
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giovedì 8 maggio 2025
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film molto attuale
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L'uscita del film ha preceduto il vero conclave e ne ha anticipato alcuni contenuti, rivelandosi quindi un film ben ancorato nella realt? e realistico nella presentazione. Un suo limite ? l'aver proposto molte situazioni (interessanti) senza approfondirle. La "questione femminile" viene solo citata, mortificando le potenzialit? di Isabella Rossellini.
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felicity
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mercoledì 7 maggio 2025
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un thriller morale privo di mordente
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Conclave è il tipico film da Oscar che s'indirizza al grande pubblico con una messinscena classica e un cast di primo piano per raccontare questioni complesse in modo universale.
Purtroppo, le preoccupazioni didascaliche di Paul Berger finiscono per semplificare troppo questa metafora dell'ambizione individuale al cospetto della purezza, dove i dilemmi etici posti dal soggetto di Robert Harris si annacquano in un thriller abbastanza intrigante sul piano dello sviluppo, ma un po' povero a livello di implicazioni teoriche.
Se dunque la base per alimentare un discorso sulla società contemporanea e perciò sulla politica era promettente, Edward Berger sceglie di limitare l’andamento di Conclave verso lidi rassicuranti.
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Conclave è il tipico film da Oscar che s'indirizza al grande pubblico con una messinscena classica e un cast di primo piano per raccontare questioni complesse in modo universale.
Purtroppo, le preoccupazioni didascaliche di Paul Berger finiscono per semplificare troppo questa metafora dell'ambizione individuale al cospetto della purezza, dove i dilemmi etici posti dal soggetto di Robert Harris si annacquano in un thriller abbastanza intrigante sul piano dello sviluppo, ma un po' povero a livello di implicazioni teoriche.
Se dunque la base per alimentare un discorso sulla società contemporanea e perciò sulla politica era promettente, Edward Berger sceglie di limitare l’andamento di Conclave verso lidi rassicuranti.
Nel film non c’è mai una scelta narrativa o estetica in grado di mettere in difficoltà le convinzioni del cardinale Lawrence e, di riflesso, dello spettatore, perché ogni personaggio è colpevole di qualche peccato non rivelato tra le mura anguste del confessionale.
Il risultato che ne deriva è una ripetizione continua delle stesse formule narrative fino a un finale che, per quanto interessante nell’idea, non è incisivo nella sua ambizione politica.
Le ombre scurissime che si fondono con il nero degli abiti dei cardinali hanno dunque il sapore di una programmaticità algoritmica calibrata a misura di intrattenimento.
Così facendo Conclave si rivela un mezzo passo falso proprio perché nella sua urgenza contemporanea non ha il respiro necessario per affondare concretamente nelle problematiche che sceglie di affrontare solo di facciata.
A trainare perciò il film sono gli interpreti principali, tutti in stato di grazia, su cui spicca un Sergio Castellitto volutamente sopra le righe e irresistibile nella sua meschinità.
La mano registica di Berger, oltre alla buona direzione attoriale, scompare tra le mura Vaticane.
Conclave ha l’eco del già visto e sentito, finendo nel marasma di thriller utili a passare una serata senza pretese.
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alex2044
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mercoledì 7 maggio 2025
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elegante profondo istruttivo
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Un bel film . Da vedere .Gli attori tutti bravi ,.Ralph Fiennes bravissimo.. Regia impeccabile , fotografia memorabile , ricostruzione ambientale perfetta ,costumi senza una sbavatura.. Insomma Non manca nulla ..
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