lorenzo
|
lunedì 6 gennaio 2025
|
conclave all?americana
|
|
|
|
Il papa è morto e la sede è vacante. Il camerlengo in crisi di fede deve gestire il conclave e i cardinali. Lussuria, superbia e simonia rovinano i piani dei tre principali candidati al soglio di Pietro. Tocca allora agli underdog.
Il film è tratto da un best seller internazionale, pertanto non mi soffermerò sulla sceneggiatura: qualcuno ha già scritto che mancava solo il tema del cambiamento climatico e avremmo avuto l'en plein. È tuttavia necessario sottolineare che fa effetto sentir dire al cardinale Aldo Bellini (che presumiamo italiano) che se fosse stato eletto sarebbe stato il "Richard Nixon dei papi"; in compenso il papa deceduto nel film somigliava a Scalfaro.
[+]
Il papa è morto e la sede è vacante. Il camerlengo in crisi di fede deve gestire il conclave e i cardinali. Lussuria, superbia e simonia rovinano i piani dei tre principali candidati al soglio di Pietro. Tocca allora agli underdog.
Il film è tratto da un best seller internazionale, pertanto non mi soffermerò sulla sceneggiatura: qualcuno ha già scritto che mancava solo il tema del cambiamento climatico e avremmo avuto l'en plein. È tuttavia necessario sottolineare che fa effetto sentir dire al cardinale Aldo Bellini (che presumiamo italiano) che se fosse stato eletto sarebbe stato il "Richard Nixon dei papi"; in compenso il papa deceduto nel film somigliava a Scalfaro. Oppure un altro cardinale affermare che nella storia della Chiesa c'è stato un papa che da giovane fu vicino ai nazisti: mi sembra fin troppo ovvio a quale papa si voglia alludere e mi sembra altrettanto ovvio che sia una cagata sesquipedale oltre che una calunnia. Un film che vuole essere un sottile thriller psico-filosofico non può permettersi queste scivolate. E non può reggersi unicamente sulla fotografia o sulla colonna sonora. La caratterizzazione dei personaggi è inoltre fin troppo accentuata (Castellitto una macchietta col mantello alla batman). La regia è attenta a restituirci delle belle cartoline, ma rimane la sensazione di trovarsi dentro l'album fotografico di un americano a Roma che ha mangiato troppo abbacchio e ha fatto un sogno sul conclave. Se dovesse vincere l'oscar, mi faccio prete.
[-]
[+] conclave : punti di vista
(di vittorio)
[ - ] conclave : punti di vista
|
|
[+] lascia un commento a lorenzo »
[ - ] lascia un commento a lorenzo »
|
|
d'accordo? |
|
freerider
|
giovedì 26 dicembre 2024
|
intrigo in santa sede
|
|
|
|
Fino a circa tre quarti è un thriller di qualità, girato con cura e attenzione per la forma, l’idea del giallo in Santa Sede è buona e sembrava mantenere le sue promesse senza momenti di vuoto. Verso la fine un personaggio inverosimile, forse più metaforico che reale, è il pretesto per dispiegare l’immancabile decalogo educativo: integrazione tra i popoli, questione femminile, tema gender… a questo punto devo rilevare la mancata menzione del "climate change", un cardinale “green” avrebbe completato il quadro. Insomma, il film avrebbe concluso in maggiore gloria mantenendo la traccia dell’intrigo a corte ma evitando l'epilogo moraleggiante.
[+]
Fino a circa tre quarti è un thriller di qualità, girato con cura e attenzione per la forma, l’idea del giallo in Santa Sede è buona e sembrava mantenere le sue promesse senza momenti di vuoto. Verso la fine un personaggio inverosimile, forse più metaforico che reale, è il pretesto per dispiegare l’immancabile decalogo educativo: integrazione tra i popoli, questione femminile, tema gender… a questo punto devo rilevare la mancata menzione del "climate change", un cardinale “green” avrebbe completato il quadro. Insomma, il film avrebbe concluso in maggiore gloria mantenendo la traccia dell’intrigo a corte ma evitando l'epilogo moraleggiante. Castellitto troppo sopra le righe nell’interpretazione del più conservatore tra i cardinali, Finnes e Tucci lo osservano perplessi.
[-]
[+] concordo in pieno
(di stefano)
[ - ] concordo in pieno
|
|
[+] lascia un commento a freerider »
[ - ] lascia un commento a freerider »
|
|
d'accordo? |
|
ivan il matto
|
mercoledì 1 gennaio 2025
|
un film dagli eloquenti silenzi
|
|
|
|
Partendo dal romanzo omonimo di Robert Harris, il regista premio Oscar Edward Berger (“Niente di nuovo sul fronte occidentale” del 2022), mette in scena un serrato thriller claustrofobico, tutto ambientato fra le mura vaticane di Roma, anche se racconta solo di un futuribile “Conclave”, che tutti ritengono, naturalmente votato, nell’immaginario diffuso, ad un ecumenismo rispettoso dei decreti della divina Provvidenza. Del resto, già in altri due casi, i romanzi dello scrittore inglese, avevano dato vita a pellicole complesse ed indirizzate verso stesso filone narrativo, come “L’uomo nell’ombra” (2010) e “L’ufficiale e la spia” (2019), tutte firmate da Roman Polansky.
[+]
Partendo dal romanzo omonimo di Robert Harris, il regista premio Oscar Edward Berger (“Niente di nuovo sul fronte occidentale” del 2022), mette in scena un serrato thriller claustrofobico, tutto ambientato fra le mura vaticane di Roma, anche se racconta solo di un futuribile “Conclave”, che tutti ritengono, naturalmente votato, nell’immaginario diffuso, ad un ecumenismo rispettoso dei decreti della divina Provvidenza. Del resto, già in altri due casi, i romanzi dello scrittore inglese, avevano dato vita a pellicole complesse ed indirizzate verso stesso filone narrativo, come “L’uomo nell’ombra” (2010) e “L’ufficiale e la spia” (2019), tutte firmate da Roman Polansky. Il termine “Conclave” ha una precisa genesi storica, nel corso del basso medioevo, infatti, gli abitanti di Viterbo, allora sede papale, stanchi di anni di indecisioni dei cardinali, li chiusero “a chiave”, nella sala grande del palazzo papale, così da costringerli a nominare un pontefice in tempi ragionevoli. Un conclave “Si che è una guerra, e tu devi schierarti da una parte” afferma perentoriamente il Cardinal Bellini al suo collega e amico Lawrence, dubbioso e perplesso, designato a supervisionare l’elezione del nuovo Papa. Nei panni dei suddetti prelati, due vecchie conoscenze del pubblico cinefilo come Ralph Fiennes e Stanley Tucci, sulle cui spalle grava buona parte del peso di un film tutto giocato in un clima dominato da sospetti, sotterfugi, delazioni, conflitti prima latenti, poi apertamente dichiarati. Il microcosmo della Cappella Sistina avvolge anche noi, dopo il fatidico ‘extra omnes’, pronunciato dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, all’inizio del conclave: il clima da noir claustrofobico, di cui sopra, prende effettivamente forma. A tutto il l’universo mediatico, mobilitato in forze per l’occasione, non resta che guardare il colore delle fumate, emesse da un’apparecchiatura apposita, manovrata dagli stessi ecclesiastici, bianca o nera, per scoprire se l’elezione così ambita ha avuto luogo o meno. All’interno, però, la guerra aperta domina le relazioni fra i porporati, determinando la classica atmosfera da thriller inaspettato, specchio di un’umanità ormai assuefatta ad ogni tipo di nefandezze, priva di ogni punto di riferimento morale o civile, a seconda dei casi. Gli intrighi di palazzo si susseguono insieme ai colpi di scena ritmati da una colonna sonora perfettamente modulata. Ma l’idea forte di regia resta quella di lunghe pause silenziose e primi piani che, eloquentemente, sottolineano gli stati d’animo di protagonisti e comprimari (a quelli citati aggiungiamo John Lithgow, Isabella Rossellini, Sergio Castellitto) quali, ansia, rabbia, disappunto, stupore, tensione. Intanto le meravigliose opere d’arte dei vari ambienti del vaticano coinvolti ‘stanno a guardare’, assistendo silenti a questo teatro dell’assurdo, quasi a voler richiamare gli uomini alle loro responsabilità. Il finale, vagamente consolatorio, ma non privo di ulteriori sorprese, sembra voler offrire una luce di speranza ….anche perché, una volta toccato il fondo, all’umanità non resta che risalire la china?!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ivan il matto »
[ - ] lascia un commento a ivan il matto »
|
|
d'accordo? |
|
gabriella
|
sabato 4 gennaio 2025
|
tra certezza e dubbio
|
|
|
|
Conclave è un ottimo film , con un cast eccezionale, ben interpretato e diretto, ha un buon ritmo nonostante il passo cadenzato e possiede la suspense necessaria per tenere alto l'interesse, del resto la fumata bianca è un evento ancora molto suggestivo nel il mondo cattolico, e non solo, e il frusciare delle stole cardinalizie lungo i corridoi del Vaticano, hanno indubbiamente un fascino cupo e misterioso nella sua identità secolare. Il decano inglese Thomas Lawrence, ( un ottimo Ralph Fiennes) ha il delicato compito di condurre il conclave dopo la morte del pontefice, ruolo non facile in quanto dilaniato da una crisi profonda di fede, e che si troverà in una fitta rete di intrighi, di giochi di potere, aspirazioni ambiziose che nulla hanno a che fare con l’umile servizio pastorale.
[+]
Conclave è un ottimo film , con un cast eccezionale, ben interpretato e diretto, ha un buon ritmo nonostante il passo cadenzato e possiede la suspense necessaria per tenere alto l'interesse, del resto la fumata bianca è un evento ancora molto suggestivo nel il mondo cattolico, e non solo, e il frusciare delle stole cardinalizie lungo i corridoi del Vaticano, hanno indubbiamente un fascino cupo e misterioso nella sua identità secolare. Il decano inglese Thomas Lawrence, ( un ottimo Ralph Fiennes) ha il delicato compito di condurre il conclave dopo la morte del pontefice, ruolo non facile in quanto dilaniato da una crisi profonda di fede, e che si troverà in una fitta rete di intrighi, di giochi di potere, aspirazioni ambiziose che nulla hanno a che fare con l’umile servizio pastorale. Del resto l’elezione a un nuovo papa è una guerra, come sostiene il cardinale Bellini ( sempre smagliante Stanley Tucci), devi decidere da che parte stare, così si creano alleanze, sabotaggi, emergono rivelazioni e segreti che poco alla volta elimineranno i candidati più attendibili , nessuno sembra degno di sedere al soglio pontificio. Il peccato ha rotto l’alleanza tra l’uomo e il resto del creato, ammonisce dall’alto l’affresco di Michelangelo, mentre i cardinali custodiscono in cuor loro il nome che hanno scelto e con il quale ognuno vorrebbe presentarsi ai fedeli dal balcone in Piazza San Pietro il giorno dell’annuncio del nuovo vescovo di Roma. La Chiesa è fatta di uomini, e gli uomini ,si sa, sono fallibili, lo stesso Lawrence nella sua omelia, afferma che la certezza è la nemica assoluta della fede, solo nel dubbio si può trovare la forza e la ragione per credere, tuttavia questa dichiarazione anziché armonizzare, disunisce le fazioni tra i progressisti, identificati in Bellini e i conservatori, rappresentati da Goffredo Tedesco, reazionario tradizionalista ( un diabolico e insolente Sergio Castellito), prevale ancora una volta l’individualismo, la meschinità della zuffa da convitto. L’entrata in scena inaspettata e improvvisa del cardinale Benetiz di Kabul, l’outsider del gruppo scompiglia i piani, a differenza degli altri candidati, si rivela uomo attento, sobrio , che aspira a una chiesa più vicina alla gente, ai poveri, e nella preghiera prima del pranzo, ringrazia le suore per aver cucinato . Il ruolo della donna nella comunità ecclesiale è silenzioso e deferente, ma, come sottolinea suor Agnes, ( efficace e misurata Isabella Rossellini), pur nell’invisibilità, hanno orecchie per sentire e occhi per vedere, affermando così la sua determinazione a sfidare le convenzioni. C’è un sogno d’infinito, dentro ognuno dei cardinali dentro la claustrofobica sala del Conclave, il desiderio di essere ricordati, eppure non sono uomini ideali, , sono semplicemente uomini, anche se nel finale si avverte un barlume di speranza, di cambiamento, o forse è solo lo specchio dell’insicurezza e dell’incertezza della nostra epoca.
[-]
[+] unabella recensione,grazie
(di antonio bianchi)
[ - ] unabella recensione,grazie
[+] non si potrebbe dire meglio
(di anna rosa)
[ - ] non si potrebbe dire meglio
|
|
[+] lascia un commento a gabriella »
[ - ] lascia un commento a gabriella »
|
|
d'accordo? |
|
maramaldo
|
martedì 14 gennaio 2025
|
habemus papam
|
|
|
|
Non prendetelo sul serio. Edward Berger voleva fare un film cattivello, non ci riesce, almeno con noi, abituati a ben altri detrattori perfidi e maligni.
Made in USA, per molti versi. Se fior di laici presenziano cerimonie sacre, forse qualcuno medita di trasferire oltre oceano l'apparato direttivo della millenaria multinazionale d'oltretevere.
Per favore, però, non parliamo di suspense, thriller, cose così, tutt'al più un horror metafisico di serie B, per tutti quei lumini. Ombra misterica avvolge latino, movenze solenni e cerimoniose. Ne viene fuori svolazzo di tonache scarlatte, défilé (questo sì felliniano) di paramenti luccicanti e fantasiosi.
[+]
Non prendetelo sul serio. Edward Berger voleva fare un film cattivello, non ci riesce, almeno con noi, abituati a ben altri detrattori perfidi e maligni.
Made in USA, per molti versi. Se fior di laici presenziano cerimonie sacre, forse qualcuno medita di trasferire oltre oceano l'apparato direttivo della millenaria multinazionale d'oltretevere.
Per favore, però, non parliamo di suspense, thriller, cose così, tutt'al più un horror metafisico di serie B, per tutti quei lumini. Ombra misterica avvolge latino, movenze solenni e cerimoniose. Ne viene fuori svolazzo di tonache scarlatte, défilé (questo sì felliniano) di paramenti luccicanti e fantasiosi. L'unica figura nobile che si registra tra i personaggi, il patibolare card. Lomeli (Ralph Fiennes). Sorveglia, indaga, s'impegna a gestire la congrega riottosa, alla fine si rassegna, rinuncia a se stesso, s'immola e chiede perdono per tutti.
Mugugni di molti, esternati da pochi. Tuona card. Goffredo Tedesco sugli effetti ma Castellitto che saprà mai del relativismo? Guerra di religione: sulle guerre non ci piove, palmari insensatezze e ferocie, fin dalla prima fratellanza sempre vigente l'assassinio, ma non si scorge un genuino coinvolgimento fideistico.
D'altronde, se non si dialoga col Padre, se le chiamate del Figlio non trovano campo nelle coscienze, non apettatevi un " Inveramento dello Spirito" da un consesso di individui che avendo scelto di dedicare la vita al Signore poi si perdono in miserie alla portata di tutti.
Sprazzi di speranza, forse ottimismo. C'era una volta il Buon Samaritano, oggi vi si offre il talebano buono. Fra ceffi grifagni si distingue il basco Carlos Diez (Benitez). Giovanile, bellino, gradevole, gli si dà una patina asiatica, ombreggiature nelle occhiaie. Desidera chiamarsi Innocenzo, non sfotte ma di sicuro non scorge ironie.
Inevitabile l'esercizio di woke in quella variopinta compagnia. Barkissa Souley Maiga da Niamey (Suor Shunami), vittima di paternalismi, nella vita agitatrice instancabile batte sovente.
L'air du temps si sente. Oltre al gessato gangster non vi saranno sfuggiti nero funereo e viola penitenziale nella severità dei talkshow di impegno e di denuncia. Chi loda il Signore, invece, a volte si ammanta di tenue ciclamino. E' primavera, qualcosa fiorisce, piace di qua e di là dell'oceano che le donne si facciano avanti. L'opera si conclude con "frullo di gonne", femminili grazie al cielo. Credetemi, non poteva finir meglio.
P.S. A Nanni Moretti l'omaggio del titolo. Doveroso. Inguaribile sognatore, patetico romantico, intelletto dolente. Lucido e attento, guardò vicino, vide lontano. A lui lasciate le vaticanerie... et de hoc satis. Amen.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maramaldo »
[ - ] lascia un commento a maramaldo »
|
|
d'accordo? |
|
tozkino
|
giovedì 30 gennaio 2025
|
una chiesa piccola piccola: un racconto fuorviante
|
|
|
|
Deludente sotto molti punti di vista, il lavoro del regista austriaco è pieno zeppo di errori, inesattezze, semplicionerie, anche dal punto di vista dei costumi, dei titoli e dei dialoghi siamo davvero alla banalità più totale. Eppure, negli scorsi decenni, molti registi hanno portato sugli schermi, con tinte fantasiose più o meno insistenti il tema: penso ai biopic su Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, ancora su Giovanni Paolo I e su Paolo VI, ma anche al fantasioso Codice da Vinci e al grandioso Angeli e Demoni che, nelle ricostruzioni, nelle location e nei costumi raggiunse vette di precisione estetica e formale meravigliose.
[+]
Deludente sotto molti punti di vista, il lavoro del regista austriaco è pieno zeppo di errori, inesattezze, semplicionerie, anche dal punto di vista dei costumi, dei titoli e dei dialoghi siamo davvero alla banalità più totale. Eppure, negli scorsi decenni, molti registi hanno portato sugli schermi, con tinte fantasiose più o meno insistenti il tema: penso ai biopic su Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, ancora su Giovanni Paolo I e su Paolo VI, ma anche al fantasioso Codice da Vinci e al grandioso Angeli e Demoni che, nelle ricostruzioni, nelle location e nei costumi raggiunse vette di precisione estetica e formale meravigliose. Nel caso diConclave niente di tutto ciò accade; tutto invece è caratterizzato da imprecisioni, banalità e interpretazioninoir. I conclavi del Novecento e dei primi decenni del Terzo millennio sono stati indagati sotto moltissimi punti di vista. Ma la riservatezza e il segreto che protegge i lavori del conclave non hanno mai consentito di conoscere bene le dinamiche interne al Sacro Collegio che portano all’elezione e all’accettazione dell’investitura più democratica e intensa della storia dell’umanità, per questi motivi, ero davvero interessato a visionare il lavoro del regista austriaco Edward Berger. Metto le mani avanti subito: è stata una grandissima delusione. Ho avuto subito la sensazione di un film cupo che ha il solo scopo di presentare la Chiesa come un luogo oscuro, fatto di intrighi di potere e lotte. Sotto il profilo strettamente formale, Conclave è un pessimo film per ritmo e dinamica narrativa; qua e là qualche interessante spunto, mi sono piaciute le musiche di Bertelmann; le ricostruzioni scenografiche, i costumi e i dialoghi li ho invece trovati assolutamente banali e incredibilmente inadatti: qualche dettaglio, la sala da pranzo che ospita i cardinali, gli alloggi dei porporati, l’appartamento pontificio sigillato dopo la morte del Papa, la Cappella Sistina ma, a ben vedere, tutti gli ambienti non hanno nulla a che fare con le solenni e tipiche location vaticane; gli abiti e i paramenti (assolutamente improbabili, anche per i pittori fiamminghi o per El Greco) e perfino il color porpora che tinge le vesti dei cardinali, non hanno nulla a che vedere con l’ambientazione liturgica e storica dei veri costumi: Berger fa vestire i cardinali con banali camicioni lunghi fino alle caviglie; mitre dalle forme più strane; lo stesso Camerlengo (che presiede tutto il Conclave fino all’elezione del nuovo Pontefice), non è neppure chiamato così. Unico dato di pregio l’intensa interpretazione del grandissimo attore Ralph Fiennes; ironica, goliardica e perciò inutile l’interpretazione di Sergio Castellitto; delegata a un ruolo marginalissimo Isabella Rossellini. Alcuni criticihanno assolto Conclave per il risvolto thriller: il regista Berger orchestra una sorta di partita a scacchi tra cardinali, addizionata da sfumature psicologiche curiose. Sembra che il regista austriaco sia interessato a descrivere il mondo di una certa Chiesa di palazzo, come una piramide di potere, ambizione e corruzione. Quello cui il regista è maggiormente interessato è un racconto terreno, impastato di pensieri e sentimenti di un’umanità fragile, per lo più interessata al potere e non alla guida pastorale della Chiesa e del mondo. Proprio per queste motivazioni non mi ci ritrovo per nulla, in questa interpretazione fuorviante della Chiesa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tozkino »
[ - ] lascia un commento a tozkino »
|
|
d'accordo? |
|
angelo umana
|
mercoledì 1 gennaio 2025
|
a punch in the stomach
|
|
|
|
Che pugno nello stomaco o ancor meglio what a punch in the stomach! – dato che il regista Edward Berger e lo scrittore del libro da cui il film è tratto, Robert Harris, sono di lingua inglese – hanno dato ai “sacri” riti di un conclave per l'elezione del papa successore del precedente, passato a “miglior” (?) vita. Un buon film che cede il passo al thriller. Che presa in giro per i misteri, congiure, rivalità, e tensioni domiciliate tra quelle sacre stanze dove ciò che si esercita è il potere: si diffondono voci qui, è detto da più di un cardinale. Nè più né meno come in qualsiasi palazzo della politica: lì c'è la “divisa” di giacche e cravatte, uniformi maschili, qui il fruscio di velluti rossi delle alte eminenze e i loro paramenti dorati.
[+]
Che pugno nello stomaco o ancor meglio what a punch in the stomach! – dato che il regista Edward Berger e lo scrittore del libro da cui il film è tratto, Robert Harris, sono di lingua inglese – hanno dato ai “sacri” riti di un conclave per l'elezione del papa successore del precedente, passato a “miglior” (?) vita. Un buon film che cede il passo al thriller. Che presa in giro per i misteri, congiure, rivalità, e tensioni domiciliate tra quelle sacre stanze dove ciò che si esercita è il potere: si diffondono voci qui, è detto da più di un cardinale. Nè più né meno come in qualsiasi palazzo della politica: lì c'è la “divisa” di giacche e cravatte, uniformi maschili, qui il fruscio di velluti rossi delle alte eminenze e i loro paramenti dorati. I servizi della mensa (non tanto parca) o il pernottamento e la pulizia sono procurati da suore-suddite, inevitabilmente. Chissà se verrà mai un papa femmina.
Viene detto da qualcuno tra queste autorità che l'ambizione è la falena della santità (per chi ancora crede che la falena porti sfortuna) e l'arrivo della fumata bianca tarda ad arrivare, vi sono conciliaboli segreti tra cardinali, accuse di simonia, voti comprati … anche lì. Viene contestata da cardinali stranieri la centralità di Roma, pare che Dio risieda solo là, ed è proprio a Roma, accanto alla Basilica, che nel frattempo scoppiano ordigni posti, pare, da credenti di altre religioni. Si ha la sensazione che quella cattolica non ammetta né si confronti con altre religioni, di un'umanità più povera e preda di guerre. Nemiche della fede sono le certezze, dice il decano, ci vuole un Papa che dubiti.
La fumata bianca ci sarà ed è sorprendente che ad essere eletto sarà il più insospettabile e il più dimesso tra i cardinali, quasi un errore o una svista, dipendente da accordi segreti tra quei politici cardinalizi: un messicano che aveva la sua funzione a Kabul! Alle domande del decano dei cardinali, che ha ben indagato, confesserà che un suo viaggio a un ospedale di Ginevra era destinato ad un'operazione di “isterectomia laparoscopica” (asportazione dell'utero), ma non ebbe esito e del resto bisogna rispettare l'operato di Dio, io sono ciò che Dio ha voluto! dirà. Dato che ogni cosa in quella sede è detta dipendere dalla volontà di Dio nulla si può obiettare e dunque Habemus Papam!Sceglieanche un bel nome, Innocenzo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a angelo umana »
[ - ] lascia un commento a angelo umana »
|
|
d'accordo? |
|
|