dick
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venerdì 31 gennaio 2025
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un film targato usa
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Adatto a un pubblico che poco pretende.
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giovedì 30 gennaio 2025
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un film fuori dai soliti schemi
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Che si potesse immaginare lo si sapeva , ma vederlo in diretta , anche se in un film..ci lascia consapevoli delle debolezze umane. Molto bello coinvolgente col passare del tempo.
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tozkino
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giovedì 30 gennaio 2025
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una chiesa piccola piccola: un racconto fuorviante
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Deludente sotto molti punti di vista, il lavoro del regista austriaco è pieno zeppo di errori, inesattezze, semplicionerie, anche dal punto di vista dei costumi, dei titoli e dei dialoghi siamo davvero alla banalità più totale. Eppure, negli scorsi decenni, molti registi hanno portato sugli schermi, con tinte fantasiose più o meno insistenti il tema: penso ai biopic su Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, ancora su Giovanni Paolo I e su Paolo VI, ma anche al fantasioso Codice da Vinci e al grandioso Angeli e Demoni che, nelle ricostruzioni, nelle location e nei costumi raggiunse vette di precisione estetica e formale meravigliose.
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Deludente sotto molti punti di vista, il lavoro del regista austriaco è pieno zeppo di errori, inesattezze, semplicionerie, anche dal punto di vista dei costumi, dei titoli e dei dialoghi siamo davvero alla banalità più totale. Eppure, negli scorsi decenni, molti registi hanno portato sugli schermi, con tinte fantasiose più o meno insistenti il tema: penso ai biopic su Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, ancora su Giovanni Paolo I e su Paolo VI, ma anche al fantasioso Codice da Vinci e al grandioso Angeli e Demoni che, nelle ricostruzioni, nelle location e nei costumi raggiunse vette di precisione estetica e formale meravigliose. Nel caso diConclave niente di tutto ciò accade; tutto invece è caratterizzato da imprecisioni, banalità e interpretazioninoir. I conclavi del Novecento e dei primi decenni del Terzo millennio sono stati indagati sotto moltissimi punti di vista. Ma la riservatezza e il segreto che protegge i lavori del conclave non hanno mai consentito di conoscere bene le dinamiche interne al Sacro Collegio che portano all’elezione e all’accettazione dell’investitura più democratica e intensa della storia dell’umanità, per questi motivi, ero davvero interessato a visionare il lavoro del regista austriaco Edward Berger. Metto le mani avanti subito: è stata una grandissima delusione. Ho avuto subito la sensazione di un film cupo che ha il solo scopo di presentare la Chiesa come un luogo oscuro, fatto di intrighi di potere e lotte. Sotto il profilo strettamente formale, Conclave è un pessimo film per ritmo e dinamica narrativa; qua e là qualche interessante spunto, mi sono piaciute le musiche di Bertelmann; le ricostruzioni scenografiche, i costumi e i dialoghi li ho invece trovati assolutamente banali e incredibilmente inadatti: qualche dettaglio, la sala da pranzo che ospita i cardinali, gli alloggi dei porporati, l’appartamento pontificio sigillato dopo la morte del Papa, la Cappella Sistina ma, a ben vedere, tutti gli ambienti non hanno nulla a che fare con le solenni e tipiche location vaticane; gli abiti e i paramenti (assolutamente improbabili, anche per i pittori fiamminghi o per El Greco) e perfino il color porpora che tinge le vesti dei cardinali, non hanno nulla a che vedere con l’ambientazione liturgica e storica dei veri costumi: Berger fa vestire i cardinali con banali camicioni lunghi fino alle caviglie; mitre dalle forme più strane; lo stesso Camerlengo (che presiede tutto il Conclave fino all’elezione del nuovo Pontefice), non è neppure chiamato così. Unico dato di pregio l’intensa interpretazione del grandissimo attore Ralph Fiennes; ironica, goliardica e perciò inutile l’interpretazione di Sergio Castellitto; delegata a un ruolo marginalissimo Isabella Rossellini. Alcuni criticihanno assolto Conclave per il risvolto thriller: il regista Berger orchestra una sorta di partita a scacchi tra cardinali, addizionata da sfumature psicologiche curiose. Sembra che il regista austriaco sia interessato a descrivere il mondo di una certa Chiesa di palazzo, come una piramide di potere, ambizione e corruzione. Quello cui il regista è maggiormente interessato è un racconto terreno, impastato di pensieri e sentimenti di un’umanità fragile, per lo più interessata al potere e non alla guida pastorale della Chiesa e del mondo. Proprio per queste motivazioni non mi ci ritrovo per nulla, in questa interpretazione fuorviante della Chiesa.
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lunedì 27 gennaio 2025
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il finale
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Salve Complimenti per la sua recensione, con la quale concordo su tutti i punti analizzati ,tranne che per il finale,che al contrario io trovo il punto di forza del film,vista la scelta inaspettata del cardinale latinoamericano Benitez ,che non solo non rientra nei classici canoni di un possibile candidato Papa ,ma soprattutto per la rivelazione della sua sessualit? ! Grazie Alessandra Landino
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giulia girardi
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sabato 18 gennaio 2025
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noioso!!!!
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Film molto noioso e piatto, non c'? mai un colpo di scena o qualcosa di avvincente, un momento di suspance o di clamore. Scorre lento e monotono, non mi ? piaciuto per niente.
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alceste perrone
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venerdì 17 gennaio 2025
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originale
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un bel triller, scorrevole e coinvolgente
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maramaldo
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martedì 14 gennaio 2025
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habemus papam
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Non prendetelo sul serio. Edward Berger voleva fare un film cattivello, non ci riesce, almeno con noi, abituati a ben altri detrattori perfidi e maligni.
Made in USA, per molti versi. Se fior di laici presenziano cerimonie sacre, forse qualcuno medita di trasferire oltre oceano l'apparato direttivo della millenaria multinazionale d'oltretevere.
Per favore, però, non parliamo di suspense, thriller, cose così, tutt'al più un horror metafisico di serie B, per tutti quei lumini. Ombra misterica avvolge latino, movenze solenni e cerimoniose. Ne viene fuori svolazzo di tonache scarlatte, défilé (questo sì felliniano) di paramenti luccicanti e fantasiosi.
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Non prendetelo sul serio. Edward Berger voleva fare un film cattivello, non ci riesce, almeno con noi, abituati a ben altri detrattori perfidi e maligni.
Made in USA, per molti versi. Se fior di laici presenziano cerimonie sacre, forse qualcuno medita di trasferire oltre oceano l'apparato direttivo della millenaria multinazionale d'oltretevere.
Per favore, però, non parliamo di suspense, thriller, cose così, tutt'al più un horror metafisico di serie B, per tutti quei lumini. Ombra misterica avvolge latino, movenze solenni e cerimoniose. Ne viene fuori svolazzo di tonache scarlatte, défilé (questo sì felliniano) di paramenti luccicanti e fantasiosi. L'unica figura nobile che si registra tra i personaggi, il patibolare card. Lomeli (Ralph Fiennes). Sorveglia, indaga, s'impegna a gestire la congrega riottosa, alla fine si rassegna, rinuncia a se stesso, s'immola e chiede perdono per tutti.
Mugugni di molti, esternati da pochi. Tuona card. Goffredo Tedesco sugli effetti ma Castellitto che saprà mai del relativismo? Guerra di religione: sulle guerre non ci piove, palmari insensatezze e ferocie, fin dalla prima fratellanza sempre vigente l'assassinio, ma non si scorge un genuino coinvolgimento fideistico.
D'altronde, se non si dialoga col Padre, se le chiamate del Figlio non trovano campo nelle coscienze, non apettatevi un " Inveramento dello Spirito" da un consesso di individui che avendo scelto di dedicare la vita al Signore poi si perdono in miserie alla portata di tutti.
Sprazzi di speranza, forse ottimismo. C'era una volta il Buon Samaritano, oggi vi si offre il talebano buono. Fra ceffi grifagni si distingue il basco Carlos Diez (Benitez). Giovanile, bellino, gradevole, gli si dà una patina asiatica, ombreggiature nelle occhiaie. Desidera chiamarsi Innocenzo, non sfotte ma di sicuro non scorge ironie.
Inevitabile l'esercizio di woke in quella variopinta compagnia. Barkissa Souley Maiga da Niamey (Suor Shunami), vittima di paternalismi, nella vita agitatrice instancabile batte sovente.
L'air du temps si sente. Oltre al gessato gangster non vi saranno sfuggiti nero funereo e viola penitenziale nella severità dei talkshow di impegno e di denuncia. Chi loda il Signore, invece, a volte si ammanta di tenue ciclamino. E' primavera, qualcosa fiorisce, piace di qua e di là dell'oceano che le donne si facciano avanti. L'opera si conclude con "frullo di gonne", femminili grazie al cielo. Credetemi, non poteva finir meglio.
P.S. A Nanni Moretti l'omaggio del titolo. Doveroso. Inguaribile sognatore, patetico romantico, intelletto dolente. Lucido e attento, guardò vicino, vide lontano. A lui lasciate le vaticanerie... et de hoc satis. Amen.
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giovagro
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lunedì 13 gennaio 2025
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film deludente
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Le aspettative erano alte viste le critiche positive ed i premi gi? vinti. Ma il film ? stato deludente. Le trame, i sotterfugi, i segreti che il film racconta durante il conclave per l'elezione del nuovo pap? sono di una banalit? imbarazzante. La fotografia del film, osannata dalla critica non ? altro che una sequenza di immagini e inquadrature immerse nell'oscurit? che spesso nascondono le espressioni facciali di attori di grande elevatura. Per non parlare del ridicolo finale.
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lorenzo
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lunedì 6 gennaio 2025
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conclave all?americana
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Il papa è morto e la sede è vacante. Il camerlengo in crisi di fede deve gestire il conclave e i cardinali. Lussuria, superbia e simonia rovinano i piani dei tre principali candidati al soglio di Pietro. Tocca allora agli underdog.
Il film è tratto da un best seller internazionale, pertanto non mi soffermerò sulla sceneggiatura: qualcuno ha già scritto che mancava solo il tema del cambiamento climatico e avremmo avuto l'en plein. È tuttavia necessario sottolineare che fa effetto sentir dire al cardinale Aldo Bellini (che presumiamo italiano) che se fosse stato eletto sarebbe stato il "Richard Nixon dei papi"; in compenso il papa deceduto nel film somigliava a Scalfaro.
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Il papa è morto e la sede è vacante. Il camerlengo in crisi di fede deve gestire il conclave e i cardinali. Lussuria, superbia e simonia rovinano i piani dei tre principali candidati al soglio di Pietro. Tocca allora agli underdog.
Il film è tratto da un best seller internazionale, pertanto non mi soffermerò sulla sceneggiatura: qualcuno ha già scritto che mancava solo il tema del cambiamento climatico e avremmo avuto l'en plein. È tuttavia necessario sottolineare che fa effetto sentir dire al cardinale Aldo Bellini (che presumiamo italiano) che se fosse stato eletto sarebbe stato il "Richard Nixon dei papi"; in compenso il papa deceduto nel film somigliava a Scalfaro. Oppure un altro cardinale affermare che nella storia della Chiesa c'è stato un papa che da giovane fu vicino ai nazisti: mi sembra fin troppo ovvio a quale papa si voglia alludere e mi sembra altrettanto ovvio che sia una cagata sesquipedale oltre che una calunnia. Un film che vuole essere un sottile thriller psico-filosofico non può permettersi queste scivolate. E non può reggersi unicamente sulla fotografia o sulla colonna sonora. La caratterizzazione dei personaggi è inoltre fin troppo accentuata (Castellitto una macchietta col mantello alla batman). La regia è attenta a restituirci delle belle cartoline, ma rimane la sensazione di trovarsi dentro l'album fotografico di un americano a Roma che ha mangiato troppo abbacchio e ha fatto un sogno sul conclave. Se dovesse vincere l'oscar, mi faccio prete.
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[+] conclave : punti di vista
(di vittorio)
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domenica 5 gennaio 2025
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storia
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Fanno parte dell' umanit? anche i cardinali come tutto il clero...
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