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Al terzo film Magic Mike - The Last Dance enfatizza le sue note commerciali a discapito di quelle autoriali. Questo non è più un film che ambisce a un ragionamento sofisticato, ma uno sui sogni da realizzare in un mondo refrattario al cambiamento, amori che faticano a concretizzarsi e personaggi di contorno che aiutano con tenerezza. Tutto secondo le regole scritte, ma girato con maestria e soprattutto coreografato con audacia. Come nei veri film di ballo moltissimo del minutaggio è occupato da coreografie, elaborate e clamorose soprattutto quando coinvolgono Channing Tatum.
Il grande numero finale è grande davvero, non solo perché coreografato in modi mai visti, ma anche perché pensato per rimettere in scena in forma di coreografia i momenti che abbiamo visto nel film, in cui i due si sono attratti e respinti per tutta la durata. Un ballo che è un dichiarazione fatta davanti a un pubblico, ma con in mente una persona sola, e che di quei momenti non racconta tanto cosa sia successo quanto cosa abbiano significato. Potente e delicato, selvaggio e sessuale, sofisticato e grezzo.
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