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Come i migliori film d’azione Police Story inizia senza perdere tempo, in media res, con il briefing della polizia in cui viene spiegato agli agenti (e al pubblico) chi sono i cattivi e perchè. Semplice e diretto. Subito dopo si parte con una delle scene d’azione più grandiose, folli e sconsiderate per grandezza e spettacolo.
Il concept è semplice: Jackie e il suo team distruggono un piccolo villaggio facendogli piovere dentro delle automobili.
Sono 10 minuti d’azione divisi tra l’inseguimento nel villaggio e la grande corsa con l’autobus con ombrello che finisce con i membri del suo stunt team che si sfracellano sull’asfalto.
La cosa più importante nel cinema di Jackie Chan è che il pubblico prenda coscienza che non ci sono trucchi: innumerevoli gli incidenti occorsi a lui e ai suoi compari, per prove difficoltose testimoniate da backstage e ciak sbagliati sui titoli di coda.
Police Story ha l’andamento del film-manifesto, è un pugno in faccia a tutti che sbandiera ad ogni scena il proprio voler essere diverso e fare quel che tutti hanno timore o non sono capaci a fare. È un film che punta i piedi e afferma la volontà di lavorare ad un altro livello, con una propria squadra e un modo diverso di concepire, scrivere e produrre i film. E non è solo questione di performance sul set, ma anche proprio di tecnica del cinema.
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